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RICATTO D'AMORE: SANDRA BULLOCK E RYAN REYNOLDS IMPROBABILE COPPIA PER IMBROGLIO DI NECESSITA'
I più votati!!! Il n° 9 nella Top 20 di CelluloidPortraits 2017 - Dal Taormina FilmFest in Sicilia 2009 - ANTEPRIMA Medusa Multicinema Livorno
"Amo tantissimo la commedia, che è sempre stata una parte importante di me. Io facevo parte di gruppi di cabaret e improvvisazione. La comicità mi rende felice. Dopo aver diretto ‘Step Up’, il mio obiettivo era di realizzare una commedia. Ma non puoi tuffarti di botto in un’avventura del genere, devi dimostrare che sei in grado di farcela... Ho dovuto dimostrare la mia vena di comicità . E poi è arrivata questa proposta, RICATTO D’AMORE, che conteneva tanti spunti divertenti...".
La regista Anne Fletcher
“E’ un film che è fatto di dialoghi serrati, come nelle grandi commedie degli anni quaranta e cinquanta con Cary Grant e Jack Lemmon. Anche se erano piene di dialoghi, scorrevano molto velocemente. Una delle cose che volevamo fare era consentire a Sandra (Bullock) e Ryan (Reynolds) di terminare le loro frasi a vicenda. E’ un rapporto di odio-amore che ti permette di continuare a seguirli in questo viaggioâ€.
Il produttore David Hoberman
(The Proposal USA 2009; commedia romantica; 107'; Produz.: Mandeville Films/Touchstone Pictures; Distribuz. Walt Disney Studios Motion Pictures Italia)
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Titolo in italiano: Ricatto d'amore
Titolo in lingua originale:
The Proposal
Anno di produzione:
2009
Anno di uscita:
2009
Regia: Anne Fletcher
Sceneggiatura:
Peter Chiarelli
Cast: Sandra Bullock (Margaret Tate) Ryan Reynolds (Andrew Paxton) Mary Steenburgen (Grace Paxton) Craig T. Nelson (Joe Paxton ) Betty White (Grandma Annie) Denis O'Hare (Mr. Gilbertson ) Malin Akerman (Gertrude ) Oscar Nuñez (Ramone ) Aasif Mandvi (Bob Thurber ) Niecy Nash (Assistente di volo ) Michael Nouri (presidente Bergen ) Michael Mosley (Chuck ) Maureen Keiller (Suzanne Joines ) Dale Place (Jim McKittrick ) Mini Anden (Simone ) Cast completo Alicia Hunt (Jillian ) Jerrell Lee (Jordan)
Musica: Aaron Zigman
Costumi: Catherine Marie Thomas
Scenografia: Nelson Coates
Fotografia: Oliver Stapleton
Scheda film aggiornata al:
09 Marzo 2025
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Sinossi:
Quando la potentissima dirigente editoriale Margaret (Sandra Bullock) rischia di essere deportata nella sua terra natale, il Canada, questa brillante professionista dichiara di essere fidanzata con il suo assistente Andrew (Ryan Reynolds), che non sospetta nulla e che lei ha tormentato per anni. Lui accetta di partecipare all’imbroglio, ma pone delle condizioni. L’improbabile coppia si dirige allora in Alaska per incontrare la bizzarra famiglia dell’assistente (interpretata da Mary Steenburgen, Craig T. Nelson e Betty White) e questa donna metropolitana sempre in controllo si ritrova in tante situazioni in cui risulta un pesce fuor d’acqua. Con un imminente matrimonio in vista e un ufficiale del servizio immigrazione alle calcagna, Margaret e Andrew giurano con riluttanza di rimanere fedeli al piano, nonostante le conseguenze imprevedibili che potrebbe avere.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
IN RICATTO D’AMORE ‘IL DIAVOLO’ O ‘STREGA’ CHE DIR SI VOGLIA (SANDRA BULLOCK) - MAI COSI’ ‘INGESSATO’ QUANTO IN FORMA STREPITOSAMENTE SMAGLIANTE - VESTE ‘GAMMY’, NON PRADA. UN’AFFASCINANTE ‘ARMATURA’ DESTINATA A NON DURARE PERCHE’ IL ‘VASSALLO’ (RYAN REYNOLDS) FARA’ CAPITOLARE IL SUO ‘IMPAVIDO, TIRANNO CONDOTTIERO’ (BULLOCK). COMMEDIA SURREALE, A TRATTI UN PO’ TROPPO, MA NEL COMPLESSO UMORISTICAMENTE COLORITA E NON DEL TUTTO PREVEDIBILE
Se dovessimo inquadrare questa commedia di Anne Fletcher (Step Up, 27 volte in bianco) affidandoci al suo inizio, così come è confezionato dalle prime sequenze, diremmo di trovarci di fronte ad una versione alternativa de Il diavolo veste Prada, là dove al posto della matura direttrice ‘arpìa’, la Miranda di Meryl Streep, troviamo la tirannica editor Margaret di Sandra Bullock, più verde d’età , ma parimenti asprigno-acidula. Mentre nelle vesti dell’assistente, ‘martoriato’ come da copione, Anne Athaway ed Emily Blunt cedono il passo al bel ‘sottomesso’ e tormentato |
Andrew/Ryan Reynolds. In entrambi i casi - sia nel precedente Il diavolo veste Prada che in questo surreale Ricatto d’amore - lo staff d’ufficio è sempre all’erta per non essere preso alla sprovvista dall’arrivo dell’’impavido condottiero’, il cui ‘vassallo’ si prende la briga di lanciare l’allarme alle sue spalle con tanto di fulmineo preavviso. E se ne Il diavolo veste Prada ciò avveniva verbalmente, in Ricatto d’amore il messaggio giunge per direttissima… e-mail scritta e letta al volo: “la strega ha inforcato la scopaâ€, non è che un efficace esempio.
Ma, di contro alla Miranda/Streep de Il diavolo veste Prada, per la Margaret/Bullock di Ricatto d’amore arriverà il momento di gettare via l’armatura, per denudare l’anima di una persona letteralmente contrapposta all’immagine di facciata che si è costruita, per difesa personale. Un’armatura costituita da un tailleur nero così attillato da togliere il respiro e che già ammicca alla straordinaria forma - |
poco più tardi sfoggiata integralmente senza veli di sorta - conservata dalla Bullock dall’altezza dei suoi 45 anni. Un’armatura che doveva avere tutto il fascino delle silhouette degli anni Quaranta alla Katharine Hepburn e Rosalin Russell, qui sottomessa, per contrasto, al comportamento rigido, letteralmente ‘ingessato’, della nostra protagonista.
Che si tratti allora di una commedia di stereotipi? Beh, si e no. La storia di questa improbabile coppia per reciproco tornaconto professionale è piuttosto semplice e rischiava, come alle volte capita in questi casi, qualora non dotati di una intelaiatura sufficientemente solida, di non risultare calibratamene colorita sul piano umoristico. In tal senso intendiamo rassicurarvi. Fatta eccezione per alcune orripilanti sequenze - tra cui quella della danza dell’improvvisato spogliarellista locale e della sorta di rito propiziatorio di ringraziamento alla natura con danza e canti ‘tribali’ della nonna novantenne (Betty White) - il team Bullock-Reynolds funziona a meraviglia e si dimostra in grado |
di pattinare con navigata destrezza sulla scivolosa pista della prevedibilità in agguato dietro ogni angolo. Prevedibilità sventata dalla regia scegliendo per le conclusioni una cifra che, senza tradire lo scontato romantico happy ending, si inventa d’altra parte un tratteggio di percorso ‘improbabile’ e ‘sgangherato’ quanto si voglia, ma, consapevolmente, per burla – vedi, non ultimo, il farsesco interrogatorio dei vari protagonisti sui titoli di coda.
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