Ridley Scott firma la regia anche del sequel di Prometheus - RECENSONE ITALIANA e Preview in English by Peter DeBruge (www.variety.com) - Dall'11 Maggio
"Se non ricordo male la prima frase di Ridley è stata: ‘Faremo un film tosto vietato ai minori, e ci servirà un sacco di rosso, che è il nostro modo di dire: sangue. Questa è stata la nostra prima conversazione - la faremo fare sotto a tutti!"
Il produttore Mark Huffam
(Alien: Covenant (già 'Prometheus 2'); USA 2016; Thriller d'avventura Sci-Fi; 122'; Produz.: Brandywine Productions/Scott Free Productions in associazione con TSG Entertainment e Twentieth Century Fox Film Corporation; Distribuz.: 20th Century Fox)
Soggetto: Alien Covenant (che per un attimo si era intitolato Alien: Paradise Lost) è il sequel, di nuovo diretto da Ridley Scott, di Prometheus, tratto da un racconto di Jack Paglen e Michael Green
Covenant è il nome dell'astronave e della missione spaziale che scopre un pianeta apparentemente incontaminato e idilliaco. Il solo abitante è il sintetico David (Michael Fassbender), unico superstite della spedizione 'Prometheus'.
In dettaglio:
In un flashback antecedente alla spedizione Prometheus, Sir Peter Weyland, fondatore della Weyland Corporation, si rivolge ad un androide da lui appena attivato. La conversazione ha luogo in una grande stanza bianca con una veduta su una sorta di paesaggio islandese, stanza in cui si trovano solo cinque oggetti: due poltrone trono di Carlo Bugatti, il quadro della Natività di Piero della Francesca, un pianoforte Steinway gran coda e la statua del David di Michelangelo. Il servizio da caffè in cui Weyland si fa servire da David è di Raymond Loewy. Weyland chiede all'androide di suonare al pianoforte un pezzo di Wagner a sua scelta, ed il sintetico esegue "Entrata degli dei nel Valhalla" da L'oro del Reno, scena seconda; gli chiede poi di scegliersi un nome e questi, guardando la statua, sceglie 'David'. Weyland si presenta a David come il suo padre creatore e l'androide gli domanda chi allora abbia creato lui. Il tycoon gli risponde che spera di riuscire a dare una risposta a questo antico quesito insieme a lui.
Anno 2104. L'astronave USCSS Covenant, in missione di colonizzazione planetaria, è in viaggio verso il pianeta Origae-6 con a bordo oltre 2.000 coloni in stato di ipersonno, 1.140 embrioni congelati e 15 membri di equipaggio. Un brillamento stellare, anticipato da una tempesta di neutrini, colpisce l'astronave provocando ingenti danni e la morte di 47 coloni, 16 embrioni, e quella del capitano Branson. L'androide Walter si ritrova così costretto a svegliare l'equipaggio dal sonno criogenico e Chris Oram, il primo ufficiale della Covenant, assume il comando della missione. Mentre sta riparando l'astronave, l'equipaggio intercetta una strana trasmissione radio proveniente da un vicino pianeta contenente, tra l'altro, le note di Take Me Home, Country Roads di John Denver. Il comandante decide di indagare sulla sua provenienza nonostante la contrarietà del suo secondo, Daniels.
I neomorfi, cresciuti rapidamente, attaccano l'equipaggio a terra riuscendo ad uccidere Ankor. Il team di sicurezza riesce ad eliminare una delle creature, mentre le altre fuggono spaventate dai razzi accecanti lanciati da una misteriosa figura incappucciata. Non riuscendo a contattare la Covenant a causa di interferenze ioniche, l'equipaggio segue l'uomo incappucciato che li conduce in una vicina città in rovina disseminata di cadaveri del popolo nativo. Raggiunto un vasto tempio situato al centro della città , l'uomo si rivela essere David, sopravvissuto dell'astronave USCSS Prometheus. Egli racconta che lui e la dottoressa Shaw sono giunti sul pianeta dieci anni prima a bordo della nave aliena, il cui carico di liquido nero è accidentalmente precipitato sulla città al momento del loro arrivo sterminando i suoi abitanti e contaminando il pianeta. David racconta anche che Shaw è rimasta uccisa nello schianto della nave lasciandolo solo.
David e Walter, l'androide della Covenant versione successiva dello stesso modello, trascorrono diverso tempo insieme nel tempio e David fa notare a Walter in vari modi la sua incapacità di creare citando quale maestosa creazione il sonetto Ozymandias che attribuisce a Byron; in seguito Walter gli fa notare che l'autore in realtà è Shelley e, riferendosi a lui, che una nota stonata alla fine può distruggere l'intera sinfonia. David, deluso della mancanza di capacità di emozione del suo successore, lo disattiva. Nel frattempo il Neomorfo sopravvissuto, ormai cresciuto, penetra nel tempio ed uccide Rosenthal. David trova la creatura intenta a nutrirsi del suo cadavere e prova a comunicare pacificamente con essa; giunge però Oram che spara al Neomorfo uccidendolo e facendo infuriare David. Quando Oram lo minaccia, pretendendo di essere messo a conoscenza della verità circa le sue azioni sul pianeta, David lo conduce ad un laboratorio dove gli mostra i suoi sforzi per creare geneticamente una forma di vita superiore a partire dalle creature prodotte dal liquido nero. David conduce poi Oram in una stanza situata ai livelli inferiori del tempio dove si trovano diverse uova della creatura che ha creato. Una delle uova si apre rapidamente e Oram viene attaccato da un Facehugger. David resta in attesa e osserva Oram che viene ucciso dall'alieno neonato che fuoriesce dal suo corpo.
Il sergente Lope viene anch'esso attaccato da un Facehugger, ma è salvato in tempo da Cole che taglia la creatura con un coltello provocando però una fuoriuscita di sangue acido che brucia la guancia di Lope. Cole viene poi ucciso dal protomorfo cresciuto mentre Lope riesce a fuggire. I membri dell'equipaggio scoprono gradualmente la verità sulle attività di David sul pianeta: dopo esser giunto sul pianeta insieme a Shaw, David ha scagliato intenzionalmente il liquido nero, un'arma biologica recuperata durante la missione Prometheus, sul popolo del pianeta, sterminandolo. Essi scoprono inoltre che Shaw non è morta nello schianto dell'astronave, ma che David le ha impiantato una prima versione della sua creatura, uccidendola. Nel tempio Daniels affronta David che conferma di aver ucciso Shaw durante i suoi esperimenti e poi si appresta ad attaccare la donna. Daniels viene però salvata da Walter che rivela di essere in grado di auto-ripararsi, essendo un androide più avanzato di David. I due androidi ingaggiano uno scontro mentre Daniels fugge. Daniels e Lope riescono a contattare la Covenant e Tennessee invia una navetta di salvataggio in loro soccorso. Daniels, Lope e l'androide Walter salgono a bordo della navetta, ma vengono inseguiti dal protomorfo. Daniels combatte con la creatura a bordo della navetta e riesce finalmente ad ucciderla.
The crew of the colony ship Covenant discover what they think is an uncharted paradise, but it is actually a dark, dangerous world, whose sole inhabitant is the synthetic David, survivor of the doomed Prometheus expedition.
Bound for a remote planet on the far side of the galaxy, the crew of the colony ship Covenant discover what they think is an uncharted paradise, but is actually a dark, dangerous world, whose sole inhabitant is the synthetic David, survivor of the doomed Prometheus expedition
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
"... A ogni missione serve un buon sintetico!..."
Basterebbe il prologo. Sarebbe già sufficiente per rendere Alien Covenant un irrinunciabile prequel/sequel della saga. Di contro alla maggior parte degli epigoni commerciali senza spessore, al traino (indegno) del mitico originale che resta il numero uno in tutti i sensi, Alien Covenant di Ridley Scott si presenta come un intrigante ibrido che, inaspettatamente, muove da Blade Runner, percorrendo la scia più metafisica di Stanley Kubrick, prima di camminare di nuovo su orme estremamente familiari (il primo Alien). La rivisitazione in termini contemporanei, anche di tutto quel che è noto, era d'altra parte inevitabile. E da quel superbo esteta della cinematografia che sa essere alle volte Ridley Scott, un estimatore della storia dell'arte e dell'arte in genere, escono fuori magnetiche sequenze, ordite come la tela del ragno su un reticolo di effetti speciali raffinati e all'avanguardia, come i tempi moderni consentono. Prima che il
semplicità del primo Alien puntava sull'intensità dei chiaroscuri, della suspense, indiscussa protagonista sempre in campo, appuntata sul filo tensivo di quello che non c'era ma che si percepiva nell'aria, e puntava altresì sulle spalle larghe e sul glamour affilato alla lama di un talento da urlo, proprio dei blasonati pionieri dell'antenata 'disavventura' a bordo del Nostromo, i successori nel ventre del Covenant si moltiplicano di numero, arruolandosi in coppia. Si direbbe per una ragione ben precisa: la pacifica missione mira a traghettare l’umanità oltre i confini della Terra in una location cosmica adeguata alla sopravvivenza di una colonia. E come in un'Arca di Noè spaziale di un futuro prossimo venturo (5 Dicembre 2104), le coppie hanno a loro volta la missione di popolare il pianeta Origae-6. Daranno loro una mano dozzine di embrioni, conservati in speciali teche, nell'intenzione di utilizzarli come contributo a stabilizzare la nuova colonia. A loro tutela
il resto dell'equipaggio in comando, a causa di un brillamento (un'esplosione) stellare. Ma se appare evidente l'apprezzabile sforzo di sporgersi fin sulle orme tracciate dalla Ripley di Sigourney Weaver, è altrettanto lampante a chi resti in mano lo scettro dell'eroina femminile scottiana nell'universo alieno.
Qui, autentico faro cosmico, 'più umano dell'umano', nella buona e nella cattiva sorte, è piuttosto Michael Fassbender nel doppio ruolo dell'essere sintetico: il David del Prometheus e il Walter del Covenant. Uno spettacolo a parte nella sottile ambiguità vascolare ricreata su entrambi i contrapposti fronti. L'anima filosofica del film e della dualità dell'essere. La riflessione degli opposti nell'essere umano, il lato oscuro e di luce, qui si sdoppia nelle due distinte entità sintetiche che si fronteggiano, si confrontano - o si specchiano per la sottile metafora di un prisma interiore - mentre si lancia al galoppo l'annosa questione esistenziale: del creatore e della creatura, delle origini della
anche una terrificante visione che - malgrado si sia qui notificato il sesto atto della serie - a giudicare dal colpo di scena finale, rischia di restare persino ancora aperta...
Secondo commento critico (a cura di PETER DEBRUGE, www.variety.com)
Ridley Scott's official return to the 'Alien' franchise is essentially a 'Prometheus' sequel with Aliens in it.
Forty years ago, two movies rewrote the rules for science fiction. The first, of course, was 1977’s “Star Wars,†which made every child dream of space, introducing cuddly, nonsense-spouting aliens that could be brought home as toys. Two years later, Ridley Scott took the opposite approach, conjuring a nightmarish worst-case scenario of the unknown life — and death — that might be awaiting us out there in the void in “Alien.†The franchise has gone through a number of permutations since, but “Alien: Covenant†is, if nothing else, a return to form for both Scott and the series: a hard-R horror movie, featuring ferocious, acid-dripping space crustaceans, a tough female lead and a bunch of dead-meat crew members.
In short, it’s more of the same, which is both a relief to fans and
a letdown to those hoping it might pave new ground. The personal enjoyment you derive from the film probably depends on what you thought of Scott’s 2012 semi-prequel, “Prometheus,†a high-minded sci-fi chiller that presumed to explain the origins of not just the “Alien†series but of mankind itself. Scott teased as much by suggesting that the off-canon entry contained the DNA of the “Alien†series, though its creatures weren’t nearly as scary and the mission was ultimately seen as a disappointment for the franchise’s most ardent fans.
“Alien: Covenant†attempts to have it both ways: Taking place in 2104, a decade after “Prometheus†and 18 years before the original “Alien,†this latest chapter is essentially a “Prometheus†sequel with aliens in it. Though the current movie is named for its spaceship, the Covenant, its plot concerns what became of Noomi Rapace and Michael Fassbender’s “Prometheus†characters, Elizabeth Shaw (who somehow
survived a self-induced abortion) and renegade robo-butler David (dismembered but still functional), after they escaped a planet that looked like an insidiously dangerous version of Iceland.
“Prometheus†aside, it’s been two decades since audiences had a proper “Alien†movie, and fanboys’ appetites and speculation have been raging ever since Scott announced the project — to the extent that nearly every morsel of marketing has been digested and analyzed ad nauseam. None has been more misleading than the stand-alone “Last Supper†prologue released in February, in which James Franco appears for less than a minute as the Covenant’s feverish captain (be warned: that’s about as much screen time as he gets in the feature) and two of the crew members are revealed as gay — a suggestion that’s largely ignored in the movie, in which the couple’s relationship feels more buddy-buddy in its execution.
Maybe that’s because there’s not much call for homosexuals
aboard the Covenant (these two, played by Demian Bichir and Nathaniel Dean, work security), since the ship carries 2,000 hyper-sleeping breeders on a mission to colonize Origae-6, a distant planet deemed capable of sustaining human life. Is the destination actually habitable? We’ll never know, since a “destructive event†forces synthetic Walter (Fassbender, playing a new-and-improved model of the more idiosyncratic David) to awaken the crew early. Franco doesn’t even make it out of his cryo-chamber alive, which leaves second-in-command Christopher Oram (Billy Crudup) in charge. Oram is written as a religious character, conflicted by issues of faith, although the trait feels like more of a nod to the movie’s grand existential dimensions than anything directly relevant to his behavior.
No matter what your belief system, “Prometheus†floated a blasphemous alternate theory for the origin of mankind, tracing it back to a race of giant marble-skinned beings revealed to have created life
on Earth, and who later cultivated a virus capable of wiping out all animals on the planet, including humans. The opening scene of “Alien: Covenant†reminds us how synthetics came to be: They were the creation of a human named Weyland (Guy Pearce), whose android “son†David (Fassbender) has been obsessed with the idea of creation ever since, experimenting with a toxic black liquid he discovered in “Prometheus.â€
Oram would surely have strong feelings about David’s misbehavior if the movie ever slowed down long enough let him consider the teleological questions raised by a robot playing God. Instead, Oram’s role is to redirect the mission to a nearby potentially habitable moon, which might shorten the mission but violates all kinds of logic when you consider that the 2,000 deep-sleep pioneers on board the Covenant are all bound for another destination entirely. As Daniels (Katherine Waterston), the dead captain’s widow, observes, “There’s
so much here that doesn’t make sense,†and it’s hard to disagree.
Still, in an effort to appease “Alien†fans, Scott has returned the series to its horror-movie roots, unleashing a sequence of gory death scenes as four aliens body-snatch and otherwise terrorize the crew. By now, though, audiences are so familiar with how this species reproduces that there’s not much surprise between the point of infection (whether by microscopic spores or old-fashioned face hugging) and the moment that an alien embryo bursts out of the host’s chest. If anything, an impatience sets in, much as it does with zombie movies in which characters aren’t up to speed on the genre rules: In the world of “Alien,†humans don’t recover from these close encounters; once someone catches the virus, he or she is already a goner.
The novelty in “Alien: Covenant†comes in the form of two virtually identical-looking but differently wired
synthetics, Walter and David, both played by Fassbender, whose poker-faced dual performance keeps us guessing as to where the androids’ allegiances lie. One will emerge as the film’s villain, while the other serves as its tragic hero; one seems capable of love, the other impervious to the paradox that “creation†comes at the cost of a seemingly infinite loss of life.
In the film’s best scene, David teaches Walter how to play the flute — an instrument that later serves as a deadly weapon. The moment is so compelling that we hardly stop to question how the filmmakers pulled it off with a single actor, and besides, few directors can compete with Scott in terms of sheer production value. “Alien: Covenant†looks as good as a blockbuster can, alternating stunning interstellar vistas with gorgeously lit character moments, courtesy of DP Dariusz Wolski.
And yet, as in his 2014 biblical epic “Exodus: Gods
and Kings,†Scott has no qualms about wiping out an entire population in a single CG effects sequence, suggesting that the philosophical considerations here are superficial at best. “Alien: Covenant†may continue the “Prometheus†storyline, but it doesn’t share that film’s spirit — or else the characters might pause to show some interest in the extinct population that at one time inhabited the moon they’re exploring.
As acts of creation go, Scott has made an “Alien†movie for that segment of the audience that has always rooted for the monster.
Commenti del regista
"Il pianeta è meraviglioso e spettacolare, ma è una minaccia su larga scala. Si tratta di un pianeta morto, è come una casa infestata. Non ci sono forme di vita tranne le piante e gli alberi, nessun tipo di animale"