LA BELLA E LA BESTIA: VINCENT CASSEL E LÉA SEYDOUX NELLA RILETTURA DELLA CLASSICA FIABA FIRMATA DAL REGISTA CHRISTOPHE GANS (SILENT HILL)
Dalla 64. Berlinale - RECENSIONE IN ANTEPRIMA - Dal 27 FEBBRAIO
"Non ho cercato di fare un remake di Cocteau, ma piuttosto un nuovo adattamento del racconto... Ci sono dei film francesi per i quali un remake è inconcepibile. 'Amanti Perduti', per esempio, è un prodotto chiuso, finito, serrato. Al contrario, 'La Bella e la Bestia' è intriso di cose non dette, di bianchi, di spazi volontariamente lasciati da parte da Cocteau. Quando mi sono imbattuto nel racconto di Madame de Villeneuve, notavo ogni volta i passaggi che Cocteau aveva tralasciato. Il mercante, ad esempio, non lo interessava molto, serve appena ad introdurre la Bestia. Allo stesso modo, la personalità delle due sorelle e le origini della maledizione del principe non attiravano quasi per nulla la sua attenzione. Una risposta, una sola in tutto e per tutto, ci spiega questa maledizione ('I miei genitori non credevano alle fate, e queste li hanno puniti'). Cocteau lascia molte porte aperte, ed io mi ci sono infilato con la mia versione".
Il regista e co-sceneggiatore Christophe Gans
Soggetto: Adattamento dell'omonimo romanzo di Madame Gabrielle-Suzanne Barbot de Villeneuve: una storia d'amore magica e simbolica già portata diverse volte sullo schermo.
Mentre nell'immaginario moderno la storia della bella che si innamora della bestia è legata a un famoso film d'animazione targato Disney, il lavoro di Gans raccoglie l'eredità della versione cinematografica realizzata nel 1946 da Jean Cocteau ma si sofferma su aspetti che il maestro francese - basandosi su un breve testo di dieci pagine - ha volutamente sottovalutato, come ad esempio la figura del mercante, la personalità delle due sorelle di Belle e le origini della maledizione della bestia, proponendo una personalissima versione del regista.
due estranei diversi: Belle, armata del suo carattere coraggio, lottando contro le peripezie e con il cuore sempre aperto, scoprirà un nuovo amore.
Ispirato al testo omonimo di Madame di Villeneuve che attinge la sua ispirazione dalla mitologia greco-latina, si assiste ad una storia dai caratteri napoleonici in un mondo pieno di colori, di tenebra e luce: proprio questa caratteristica è connessa ad una specie di totale rinascimento, sia nell'aspetto che nella trama. Notevole l'elaborazione grafica e coloristica del film che aiuta con la sua atmosfera da fiaba ad elaborare la storia d'amore e di distanze etiche, tutto grazie anche alle interpretazioni di due grandi attori francesi e allo stile proprio di questa nazione, che sa raccontare in modo peculiare le storie d'amore e nate nel territorio patriottico.
Il film è stato girato completamente in studio e gli ambienti sono stati costruiti in larga parte negli studios di Babelsberg, vicino
Berlino, noti nella storia del cinema per essere stati location di film come Metropolis di Fritz Lang. La produzione ha impiegato poco tempo a girare il film, circa 57 settimane, grazie all'utilizzo di un
metodo comune per molti film americani ma poco diffuso tra quelli europei, ossia quello di usufruire di postazioni di postproduzione in spazi adibiti adeguatamente accanto ai set, in modo da poter lasciare il set per andare a verificare l’assemblaggio
di una scena girata il giorno prima, pertanto verificare i giornalieri e iniziare il montaggio sin da subito. François Baranger, il collaboratore artistico del film, ha sostituito tutti i green-screens del film, non con immagini digitalizzate, bensì attraverso immagini dipinte, un po' come si fa nei cartoni animati, tenendo conto di tutti gli effetti di cambiamento di prospettiva indotti dalle panoramiche o dai movimenti della camera.
Per quanto riguarda l'interpretazione di Vincent Cassell nel ruolo della Bestia, la sua
performance è stata registrata in due tempi: dapprima sul set, indossando il costume di scena interagiva con Belle, ossia con l'attrice Lea Seydoux, e in seguito si è dovuto sottoporre ad una sorta di postsincronizzazione facciale e pertanto rifare la sua performance senza muoversi, di fronte a molte
cineprese, esattamente come aveva fatto Brad Pitt per Lo strano caso di Benjamin Button di David Fincher. L'aspetto della Bestia è stato realizzato materialmente e poi elaborato in modo digitale attraverso delle scansioni che hanno poi reso possibile modificare la sua immagine e donargli delle espressività ancora più dettagliate,
dunque il digitale e gli effetti visivi sono stati utilizzati al fine di migliorare la creazione che, altrimenti, sarebbe stata molto meno realistica.
Lo scenografo Thierry Flamand ha lavorato molto accuratamente nel realizzare le ambientazioni completamente ricostruite in studio, come il salone d’ingresso, la sala da pranzo, la camera di Belle, il
rifugio della Bestia, il
cottage interno e la sua facciata, ispirandosi allo stile manuelino, una transizione portoghese tra il Gotico e il Rinascimento. Un altro grande lavoro è stato svolto dalla costumista Pierre Yves Gayraud che ha realizzato con i suoi collaboratori numerosi costumi anche attraverso temi cromatici molto precisi per i vestiti che la Bestia donava a Belle: il primo abito avorio, il secondo blu, poi verde e infine rosso. Anche il costume del Principe che si trasforma in quello della Bestia - quando il suo corpo si modifica per un effetto di morphing - si converte di conseguenza, non per un effetto in digitale ma in modo reale: dunque è stato fatto un grosso lavoro
anche per evidenziare al meglio l'effetto. La bella e la bestia è in definitiva una fiaba che si svolge in un'ambientazione storica che fa viaggiare ed innamorare di questa vorticosa storia d'amore.
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Notorious Pictures e Francesca Ornato (Ornato Comunicazione).