Dal 33. Torino Film Festival; Dal Toronto Film Festival 2015 - RECENSIONE - Dal 28 APRILE
'12 NOMINATIONS agli AACTA AWARDS'
"Mia madre faceva la sarta a Jerilderie. Era divorziata, e questo all’epoca aveva sollevato un piccolo polverone. Da figlia, notavo la differenza tra lei e le altre donne. Volevano tutte i vestiti che cuciva lei... Tilly torna a Dungatar con un netto senso di inferiorità , ma con una bellezza e un’abilità sartoriale che la rendono superiore a qualsiasi altra donna: ecco, era questo che volevo esprimere"
La scrittrice Rosalie Ham
"Prima di tutto, la storia è irresistibile. L’idea di questo tipo di vendetta mi piace molto, è il sentimento che spinge una donna come Tilly a voler punire chi le ha fatto del male in passato. Mi piace molto il personaggio di Tilly, una donna fortissima avvolta dal mistero e da un passato tragico. La relazione madre-figlia che Tilly instaura con Molly è stato un altro elemento determinante. La storia d’amore, infine, passionale ma anche ironica e oscura, con il giocatore di football, ha delle caratteristiche che puntano dritto alle emozioni... Volevo creare, nella sceneggiatura e sullo schermo, un’atmosfera quasi ‘western’, un paesaggio archetipico, difficile, duro da affrontare, un paesaggio in cui uomini e donne devono lottare per sopravvivere, ma in cui, al tempo stesso, sono accompagnati da un sottile senso dell’umorismo e, soprattutto, dello stile. Per questo, ho pensato a un’atmosfera quasi da leggenda, un piccolo, anonimo paesino con un segreto, che cerca di scacciare un angelo sceso dal cielo per scatenare la propria vendetta".
La regista Jocelyn Moorhouse
Titolo in italiano: The Dressmaker - Il diavolo è tornato
Titolo in lingua originale:
The Dressmaker
Anno di produzione:
2015
Anno di uscita:
2016
Regia: Jocelyn Moorhouse
Sceneggiatura:
Soggetto: Tratto dall’omonimo romanzo best-seller di Rosalie Ham, The Dressmaker, è ambientato interamente in Australia, nello stato di Victoria, nel 1950, ed è diretto dalla regista australiana Jocelyn Moorhouse. Il film è appena uscito in Australia con un successo di pubblico e critica senza precedenti e un incasso da record. Una pellicola tutta al femminile, dall’autrice del romanzo, alla regista, alla protagonista Premio Oscar che interpreta l’affascinante personaggio di Tilly, una giovane e bella donna che, dopo aver trascorso molti anni in Europa, torna nella sua piccola città natale.
Cast: Kate Winslet (Myrtle 'Tilly' Dunnage) Liam Hemsworth (Teddy McSwiney) Hugo Weaving (Sergente Farrat) Sarah Snook (Gertrude 'Trudy' Pratt) Judy Davis (Molly Dunnage) Caroline Goodall (Elsbeth) Kerry Fox (Beulah Harridiene) James Mackay (William Beaumont) Rebecca Gibney (Muriel Pratt) Gyton Grantley (Barney McSwiney) Shane Bourne (Evan Pettyman) Sacha Horler (Una Pleasance) Julia Blake (Irma Almanac) Barry Otto (Percival Almanac) Shane Jacobson (Alvin Pratt)
Musica: David Hirschfelder
Costumi: Marion Boyce; Margot Wilson (Costumi designer per Kate Winslet)
Scenografia: Roger Ford
Fotografia: Donald McAlpine
Montaggio: Jill Bilcock
Makeup: Ivana Primorac
Casting: Christine King
Scheda film aggiornata al:
21 Maggio 2016
Sinossi:
IN BREVE:
Tilly (Kate Winslet), è una giovane e bella donna che, dopo aver trascorso molti anni in Europa, torna nella sua piccola città natale. Dalle più importanti case di moda parigine a un contesto quasi rurale, Tilly rivoluzionerà la sua vita, ritroverà la madre (Judy Davis), si innamorerà inaspettatamente di Teddy (Liam Hemsworth) e si vendicherà per esser stata cacciata dalla sua terra. Grazie alla sua professionalità e alla bravura maturata con anni di esperienza, Tilly riuscirà a trasmetterà alle donne di Dungatar il suo incredibile senso del bello e dello stile.
In questo percorso, tuttavia, Tilly impara anche ad aprire il cuore e a dispetto di ogni idea precostituita si innamora del più grande giocatore di football del luogo, Teddy McSwiney (LIAM HEMSWORTH). Cosa ancora più sorprendente, riesce a riannodare quel sottile e fragile filo che la lega teneramente alla madre Molly.
In una spietata competizione a colpi di ago e filo, la trasformazione degli abitanti di Dungatar passa dai loro piccoli e grandi difetti, rivelando quanto siano aridi e vuoti i loro cuori.
SYNOPSIS:
Based on Rosalie Ham's best selling novel, The Dressmaker is the story of femme fatale Tilly Dunnage who returns to her small home town in the country to right the wrongs of the past. A stylish drama with comic undertones about love, revenge and haute couture.
A glamorous woman returns to her small town in rural Australia. With her sewing machine and haute couture style, she transforms the women and exacts sweet revenge on those who did her wrong.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
LA VENDETTA E' TORNATA AVVOLTA DAL GLAMOUR DI ALTA MODA ED HA IL VOLTO E L'ANIMA ATTORIALI DI KATE WINSLET
Il soggetto è ruvido e urticante come la lana di vetro. Un soggetto che ha il suo cuore accoccolato in un formicaio di lingue biforcute. Gentucola di provincia si direbbe. Un popolino a predominanza femminile ma non solo. Malelingue e cattiveria, a cavallo di accuse micidiali e di una grettezza umana e morale senza pari, partorita da pregiudizi ed etichettamenti gratuiti. Là dove la 'diversità ' viene isolata prima di essere azzannata e annientata. Gente che non è mai entrata in contatto neppure con l'ombra di un pizzico di buon senso e di altruismo. E là ha un ubicazione ben precisa: una cittadina di provincia con catapecchie e negozietti a gestione familiare in stile western a valle e una sulla collina: ed eccoci arrivati a Dungatar, nello stato Victoria in Australia,
negli ottusi anni Cinquanta. E' quanto si leggeva, con tutte le lacune e le semplificazioni del caso, nell'opera prima The Dressmaker di Rosalie Ham, assurta agli scranni di best-seller prima che approdasse sul grande schermo diretto dalla regista australiana Jocelyn Moorhouse. L'Italia, che non possiede la stessa dote della sintesi anglosassone, come è ben noto, ha sempre bisogno di rimarcare - quando non di distorcere ma non è tanto questo il caso - il concetto, così il titolo si è amplificato nella formula The Dressmaker - Il diavolo è tornato. Volendo proprio rinvigorire il nervo di questa infausta vicenda, riassemblata nel film smussandone gli angoli letterari più affilati e scomodi (come ad esempio le frequenti molestie sessuali ai danni della protagonista in età scolare) sarebbe stato perfetto La vendetta è servita. Ad ogni modo, quel che importa è che, dettaglio più, dettaglio meno, The Dressmaker abbia mantenuto una sola
anima, e che nella rilettura per la celluloide non sia stata snaturata, solo un tantino rivisitata.
Di gran fascino l'inizio, con il campo lunghissimo in ripresa dall'alto di quel che solo più tardi riconosceremo come un autobus. Schegge di ricordi d'infanzia in bianco e nero accompagnano quel che per la protagonista non può classificarsi altrimenti se non nei termini di un vero e proprio evento: il ritorno a casa dopo anni di esilio. Che possa essersi trattato di un esilio forzato lo si potrà intuire dalla prima frase pronunciata in tono sprezzante dalla protagonista appena scesa dall'autobus dopo un breve silenzio: "Sono tornata, bastardi". Ora, tu metti a vestire i panni della protagonista Myrtle 'Tilly' Dunnage un'attrice del calibro di Kate Winslet e sei a cavallo. La Winslet ha 'confezionato' questa sua Tilly solo un pò più sfrontata e sicura di sè dell'originale e si è regalata una memoria scolorita della
incresciosa vicenda che le ha valso l'allontanamento in età infantile con l'accusa dell'omicidio di un suo coetaneo. Ma il suo ritorno a casa è desolato sulla pagina scritta tanto quanto sulla celluloide: una madre folle e abbandonata a se stessa tanto quanto la casa in cima alla collina in cui si è isolata, non dà segni di conoscerla e le darà del filo da torcere prima di recuperare gradualmente la ragione. Ma "la pazza Molly" ritratta in una sconvolgente eccellenza da Judy Davis, diventa l'ago della bilancia in e per la verità , in punta di quel sarcasmo umoristico che la dice lunga, mescolando tra loro le carte di follia, saggezza, bontà d'animo, amarezza per le infamie e i soprusi subiti nel passato e nel presente, fatte poche eccezioni.
Fantastica anche la trovata di presentare uno per uno i personaggi della cittadina, sull'onda del rimembrare per ritrovare la memoria esatta dell'accaduto,
chiedendo alla madre 'ti ricordi...'. Ce li troviamo così davanti, come sul palcoscenico di quel teatro che l'entourage culturale di marca anglosassone, e l'Australia non fa eccezione, non manca occasione di omaggiare come si deve, celebrandone la supremazia sulle arti. Fittissima la folla di concittadine sempre pronte a spiare ad ogni angolo, a spettegolare costruendo visionari castelli di menzogne in aria e a guardare di sbieco la pazza Molly e sua figlia Tilly, tornata nel fiore dello splendore, operatrice di design sartoriale 'le grand chic' acquisito in giro per l'Europa. Rari come i campanili gli alleati, tra cui il Sergente Farrat di Hugo Weaving, il Teddy di Liam Hemsworth e suo fratello Barney (Gyton Grantley), altra icona di diversità tenuta a distanza da questo manipolo di vipere, unica inconsapevole alcova della propria imminente maledizione. In questa selva piena di rovi, tra lo sbocciare di un amore stroncato sul nascere, quella
manciata di ricordi poi finalmente ritrovati, così come la offuscata verità , tanto lavoro ed altri dolori, tra orgogliose provocazioni e dimessi tentativi di ricucire rapporti impossibili, a cavallo di una farsa satirica intinta nel noir inquinata con sporadiche lungaggini un po' sciape, la più cinica e spietata vendetta sarà servita - eccome se sarà servita! - e avrà tutto il sapore pieno di una meritata giustizia.
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Eagle Pictures e l'Ufficio Stampa Echo.