I âRECUPERATIâ di âCelluloidPortraitsâ - RECENSIONE ITALIANA e Preview in English by PETER DEBRUGE (www.variety.com) - Il regista di Notting HillRoger Michell gira My Cousin Rachel con Rachel Weisz e Sam Claflin - Dal 15 Marzo
"Tanti bei film sono stati tratti dalle opere di Daphne Du Maurier - 'A Venezia' ... 'Un Dicembre Rosso Shocking', 'Gli Uccelli', 'Rebecca La Prima Moglie' - ed ecco un altro dei suoi classici, che è al contempo dettagliato, cupo, sensuale, cinematografico e pieno di sorprese... Spero che il pubblico ami il mistero irrisolto tanto quanto è piaciuto a me e che si diverta in una sorta di corsa sulle montagne russe insieme a questa coppia mal assortita catapultata in un turbine emotivo che scombussola entrambi, mentre ciascuno tenta di capire le motivazioni, le convinzioni e i valori dellâaltro, e di coglierne il senso di autenticitĂ ".
Il regista Roger Michell
(My Cousin Rachel; REGNO UNITO/USA 2016; Commedia romantica; 106'; Produz.: Fox Searchlight Pictures/Free Range Films/Mestiere Cinema (servizio di produzione per l'Italia); Distribuz.: 20th Century Fox)
Soggetto: Adattamento del romanzo My Cousin Rachel di Daphne Du Maurier del 1951.
PRELIMINARIA - Le origini:
Mia Cugina Rachele è stato adattato per la prima volta per il grande schermo nel 1952 da Henry Koster e interpretato da Richard Burton e Olivia de Havilland. Una serie della BBC in quattro parti basata sul romanzo è stata trasmessa nel 1983 e ci sono stati anche adattamenti radiofonici e teatrali.
Trama del libro:
Rimasto orfano, Philip Ashley viene cresciuto con affetto filiale dal cugino Ambrose. Ma il loro legame è turbato dalla partenza di Ambrose per Firenze. La prolungata assenza preoccupa Philip, le cui paure sono confermate dalla notizia del matrimonio e della successiva morte del cugino. Philip sospetta della vedova, Rachele. Ma ogni certezza vacilla quando lei bussa alla sua porta: può una donna cosĂŹ affascinante e generosa essere implicata in un omicidio? La seduzione, lâamore avventato, il sospetto diventano i protagonisti di questo romanzo, in cui ciò che una pagina prima era certo diventa dubbio nella successiva, in un crescendo dâinquietudine.
Cast: Rachel Weisz (Rachel Ashley) Sam Claflin (Philip) Iain Glen (Nick Kendall) Holliday Grainger (Louise Kendall) Pierfrancesco Favino (Enrico Rainaldi) Andrew Knott (Joshua) Tim Barlow (Seecombe) Simon Russell Beale (Couch) Poppy Lee Friar (Mary Pascoe) Katherine Pearce (Belinda Pascoe) Tristram Davies (Wellington) Andrew Havill (Parson Pascoe) Vicki Pepperdine (Mrs. Pascoe) Bobby Scott Freeman (John) Harrie Hayes (Tess) Cast completo
Dorian Lough (Gabriel) Louis Suc (Philip a 12 anni) Austin Taylor (Philip a 9 anni) Stuart Davidson (Contadino) Attila G. Kerekes (Abitante del villaggio)
Musica: Rael Jones
Costumi: Dinah Collin
Scenografia: Alice Normington
Fotografia: Mike Eley
Montaggio: Kristina Hetherington
Effetti Speciali: Chris Reynolds (supervisore)
Makeup: Renata Gilbert
Casting: Fiona Weir
Scheda film aggiornata al:
06 Agosto 2022
Sinossi:
In breve:
L'orfano Philip Ashely (Sam Claflin) viene cresciuto in Cornovaglia dal ricco cugino Ambrose (Iain Glen), che in seguito sposa in Italia la misteriosa quanto affascinante Rachele (Rachel Weisz).
Dopo qualche mese, però, Philip inizia a ricevere alcune lettere in cui suo cugino gli accenna alcuni dubbi sulla giovane moglie, perciò parte per Firenze dove purtroppo scopre che Ambrose è morto e Rachele è già partita.
BenchÊ l'avvocato della donna gli provi che la causa della morte del cugino è stata un tumore, l'uomo continua a nutrire sospetti in proposito e rientrato nella sua villa vi trova Rachele... Tuttavia, i suoi sentimenti diventano sempre piÚ confusi quando si rende conto di cedere al fascino della seducente cugina...
Short Synopsis:
A young Englishman plots revenge against his mysterious, beautiful cousin, believing that she murdered his guardian. But his feelings become complicated as he finds himself falling under the beguiling spell of her charms
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
âLei era innocente? Era colpevole? Chi è colpevole? Ero un orfano, Ambrose si prese cura di me, era mio cugino ma lâho amato come un padre. Dicevano âil bambino ha bisogno di una madre', ma le uniche femmine in questa enorme casa erano le cagne. Avevo finito gli studi, che cosa avrei imparato? ⌠Mi piaceva solo stare qui, ma Ambrose si ammalò, i dottori lo mandarono a curarsi dove câera il sole! Quanto mi mancava!â
La voce fuori campo del protagonista Philip Ashley (Sam Claflin) avvia un racconto dâaltri tempi che è un classico nelle pagine della celebre scrittrice Daphne Du Maurier (My Cousin Rachel del 1951), nientemeno che lâautrice di Rebecca, la prima moglie. Un classico ampiamente celebrato da svariati adattamenti radiofonici e teatrali, nonchĂŠ al cinema, a ruota dallâuscita del libro, nel 1952, dal regista Henry Koster, che ne realizzò un film con la coppia Olivia de Havilland
e Richard Burton. Ora il compianto regista Roger Michell (Notting Hill, Il buongiorno del mattino, Royal Weekend, Il ritratto del duca) lo ha riesumato dalla polvere per un nuovo adattamento che, per lo piĂš fedele al romanzo cui si ispira, mostra dâaltra parte non pochi scricchiolii, a cominciare dalla mancanza di profonditĂ e di graduale evoluzione dei sentimenti di questi personaggi. La natura hitchicockiana del racconto, affiora qua e lĂ da lettere e appunti vari lasciati dal cugino Ambrose come indizi di una rivelazione di veritĂ mai del tutto emersa, nonchĂŠ dai supposti avvelenamenti con speciali, corroboranti tisane. La donna di cui Ambrose si è innamorato durante il suo soggiorno in Toscana, a Firenze, e che ha sposato, brilla di una bellezza abbagliante pari alla sua ambiguitĂ , quella che Rachel Weisz tornisce come una scultura, ma solo in bassorilievo.
Quanto al Philip di Claflin, appare sempre arrabbiato e quasi schizofrenico
fin dalle prime battute, e ancor piĂš quando, nel raggiungere il cugino in Toscana - che gli ha chiesto aiuto parlando malissimo della donna sposata - scopre che non è piĂš in vita. E cosĂŹ, tra tutori, avvocati - tra cui il Rainaldi di Pier Francesco Favino - ed ereditĂ pendenti, il nostro Philip/Claflin, dallâalto di tutte le velleitĂ di vendetta, capitola in un istante alla sola visione di questa donna di gran fascino, che finisce per baciare troppo presto e per la quale si adopererĂ in ogni modo, al punto da innescare tutta una serie di cose piĂš che avventate, mentre ignora sistematicamente la gentile e innamorata Louise (Holliday Grainger), messa da parte spesso pure in malo modo. FinchĂŠ non si giunge ad un epilogo, che, in un certo qual modo, sembra prendere le distanze dalla pagina scritta, per partorirne uno in grado di camminare con le proprie gambe,
senza peraltro giungere ad alcuna veritĂ certa.
âChi è il colpevole? Ero un orfano, Ambrose si prese cura di me, era mio cugino ma lâho amato come un padre. Ora sono un padre, che cosa dirò ai miei figli? ⌠Lei era colpevole? Era innocente? Rachel è il mio tormento!â
Secondo commento critico (a cura di PETER DEBRUGE, www.variety.com)
trailer ufficiale:
clip 'Estremamente femminile':
clip 'Un infuso misterioso':
featurette 'Amore e follia' (sub ITA):
Rachel Weisz steps into Olivia de Havilland's shoes, playing the elusive black widow of Daphne du Maurier's deliciously ambiguous novel
The words âyour reputation precedes youâ may as well have been coined with âMy Cousin Rachelâ in mind: From the title of Daphne du Maurierâs novel, which stirs an air of fevered
anticipation around a character that doesnât actually make her entrance until more than 20 minutes into the story, to the wild rumors swirling around her early on â that sheâs a sex fiend, a murderess and maybe even a witch â âMy Cousin Rachelâ encourages us to jump to conclusions before using its tricksy ways to call all of those hasty half-truths into question.
Du Maurierâs novel was adapted for the big screen once before, with Olivia de Havilland in the title role, though the enigmatic antiheroine has never been as seductive, cunning or deliciously ambiguous as she is in the hands of Rachel Weisz, who steps into a character practically overshadowed by othersâ idea of her and unlocks more hidden dimensions than we might have thought possible. Whereas it was Richard Burtonâs Philip whom Rachel seduced in the 1952 version, the update offers a shirtless, stubble-bearded Sam Claflin (Finnick OâDair
in the âHunger Gamesâ franchise) in his place, all but ensuring that Weisz dominates the picture.
Female characters are seldom allowed to loom so large, and âMy Cousin Rachelâ reminds what a delight it can be when they do â which surely explains why Fox thought to revive this classic title, whose overripe 1952 sensibility (with its gothic sets, silvery cinematography and wall-to-wall score) leaves the novel open for an update. Even if this Searchlight-backed refresh is bound to have a relatively short shelf life, in âNotting Hillâ director Roger Michellâs hands, it makes for a smart summer counter-programmer: While âWonder Womanâ wows the fanboys, art-house crowds have their own mysterious lady to marvel over.
Until Rachelâs arrival, the Ashley estate â an atmospheric stretch of green-grey marshes and moors along the coast of Cornwall, England, given texture through Rael Jonesâ hypnotically repetitive piano score â is a nearly all-male domain. As
a boy, Claflinâs orphaned Philip was raised there by his considerably older cousin Ambrose, who falls ill at one point and ships off to warmer climes to mend his health. While Ambrose is recovering in Florence, Italy, Philip starts to feel like the man of the manor, which heâs positioned to inherit when Ambrose dies. But then a series of strange letters start to arrive, first announcing how Ambrose has fallen in love and plans to get married, and then, referring to his wife as âRachel, my tormentâ and insisting that Philip come quickly to his aid.
At this point, the only love young Philip has ever known is the one he feels toward his guardian, and now, flushed with concern, he travels to the sunshine of Florence (which stands in stark contrast with the overcast and shadowy Cornwall) to find Ambrose dead and Rachel gone. In her place is a
strange Italian man, Guido Rainaldi (Pierfrancesco Favino), who could conceivably be another of Rachelâs lovers. Philip is outraged, vowing revenge upon the black widow: âWhatever it cost him in pain and suffering before he died, I will return in full measure upon the woman who caused it.â
In Philipâs youthful naĂŻvetĂŠ, his hatred of Rachel manifests itself as a kind of misogyny, in which he holds womankind responsible for Ambroseâs death (when, in fact, the condition seems to have originated at Cornwall). Apart from tomboyish family friend Louise Kendall (Holliday Grainger), who clearly dotes upon the young bachelor, Philip has had so little experience with the fairer sex that heâs entirely unprepared for the effect Rachel herself will have on him â but, of course, sheâs not at all the monster he had imagined, and in fact, he starts to fall for her from the moment they finally meet.
Itâs pure pleasure
to watch Weisz as Rachel, who is also an actress of sorts, adapting to suit the needs and desires of whoever sheâs seducing. Her manipulations feel more intuitive than conniving and need not be explicitly sexual per se. In Philipâs case, when she assumes a nurturing dynamic, as if trying to provide him with the mother he has always lacked. (Yet things take a carnal turn after a point, when he can no longer control his physical urges.) In return, she receives an allowance and a measure of stability, without forcing her to remarry.
Since Ambrose never got around to including her in his will, Rachel is doing what society requires of her, and before long, she has convinced Philip to sign over the entire estate as only the best con artists can, in such a way that he thinks itâs his idea. To everyone else â whether Louise and her
skeptical father (Iain Glen) or the audience itself â Philipâs obsession seems a cause for alarm, as Claflin transforms the character from a rational, level-headed young gentleman to a wild-eyed dope fiend, where Rachel is his drug. When he doesnât get what he wants, Philip first throws tantrums (as when heâs forced to take back his motherâs pearls, which heâd given to Rachel as a Christmas gift) and later falls dangerously and deliriously ill.
As written, weâre meant to wonder whether Rachel may be directly responsible for Philipâs rapidly declining health, which could be the product of her home-brewed tisana recipe (the very mention of the exotic tea sounds poisonous on Weiszâs tongue). By this point, Philipâs paranoia is starting to get the better of him, and yet, Michell cheats, trying to create ambiguity by depriving the audience of information that the characters themselves have access to in the final stretch.
By
contrast with du Maurierâs âRebecca,â in which the title character haunts the novel even though she never appears, on screen, itâs hard to maintain the aura of mystery that surrounds Rachelâs motives. The more explaining the script does, the less weâre allowed to lose ourselves in the dark shadows of Weiszâs performance, which is where the characterâs sense of dimension comes from in the first place.