Seconde visioni - Cinema sotto le stelle: 'Summer 2017' - 6 NOMINATIONS agli OSCAR 2017 - RECENSIONE - 4 NOMINATIONS ai GOLDEN GLOBES 2017: ('Miglior Film Drammatico'; 'Miglior Attore non Protagonista' (Dev Patel); 'Miglior Attrice non Protagonista' (Nicole Kidman); 'Miglior Colonna sonora' - Dall'XI. Festa del cinema di Roma - Dal 22 DICEMBRE
“È una di quelle storie con cui è impossibile non creare commozione nelle persone a cui ne parli. È una storia incredibile, che fa venire a tutti i brividi. Si aggancia a qualcosa di primordiale in noi come esseri umani, il bisogno di trovare la propria origine e sapere chi siamo"
Il produttore Emile Sherman
"La storia di Saroo non si può inventare, è così incredibile. Ha tutte le caratteristiche del grande cinema – avventure, rischi, viaggi attraverso i continenti, viaggi nel tempo. E questo viaggio è profondamente emotivo. Ciò che la rende così incredibilmente cinematografica è che la storia, alla fine, è anche tanto soddisfacente. Dopo anni di ricerca, senza la sua famiglia biologica, alla fine, in maniera stupefacente, come se trovasse un ago in un pagliaio, lui trova casa".
La produttrice Angie Fielder
"Per me era importante mettermi il più possibile nei panni di Saroo e quindi ho letteralmente ripercorso il suo cammino. Ho passeggiato nel suo villaggio e mi sono immaginato come potesse essere crescere da bambino in quell’area. Mi sono seduto su una panchina della stazione di Burhanpur dove si svegliò da solo e poi a Calcutta, alla stazione centrale e a Howrah, dove sono stato colpito dalla forza piena della storia. Anch’io ho dei figli e immaginarne uno di cinque anni da solo lì, incapace di parlare la lingua… è lì che mi sono reso conto che sarebbe stato davvero un film potente".
Il regista Garth Davis
Soggetto: Dal romanzo autobiografico A Long Way Home di Saroo Brierley, in cui si narra della sua vita in povertà in India, dopo l'abbandono di suo padre negli anni Ottanta (In Italia il libro Lion - La strada verso casa è in uscita a fine Novembre 2016 edito da Rizzoli)
Cast: Rooney Mara (Lucy) Dev Patel (Saroo Brierley) Nicole Kidman (Sue Brierley) David Wenham (John Brierley) Sunny Pawar (Saroo giovane) Abhishek Bharate (Guddu) Khushi Solanki (Shekila giovane) Nawazuddin Siddiqui (Rawa) Pallavi Sharda (Prama) Eamon Farren (Luke) Tannishtha Chatterjee (Noor) Benjamin Rigby (Cameriere) Anna Samson (Cameriera carina nel bar) Menik Gooneratne (Swarmina) Priyanka Bose (Kamla) Cast completo
Saroo è un bambino di cinque anni. Da solo si ritrova confuso e senza speranza dopo un lungo viaggio in treno nella grandissima Calcutta, lontano un migliaio di miglia da casa. Fa di tutto per sopravvivere in strada e finisce per essere adottato da una coppia di australiani che lo cresce con amore a Hobart. Non volendo ferire i sentimenti dei genitori adottivi, Saroo seppellisce il suo passato e il desiderio di ritrovare la madre e il fratello biologici. L'incontro con una persona farà rinascere in lui il desiderio di cercare i suoi veri genitori e i fratelli.
A five-year-old Indian boy gets lost on the streets of Calcutta, thousands of kilometers from home. He survives many challenges before being adopted by a couple in Australia; 25 years later, he sets out to find his lost family
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
La vastità dei paesaggi degli inizi si presenta ai nostri occhi come la metafora della perdita e dello smarrimento di un piccolo essere umano. Troppo piccolo, e a un certo punto drammaticamente solo, per raccapezzarsi in una tale dimensione. Se non fosse una storia vera sarebbe una storia ideale per il libro Cuore. Ricordo il racconto Dagli Appennini alle Ande, un ricordo confuso, di cui mi è rimasta l'idea fossile dell'epopea di un ragazzo per ritrovare la propria madre. Ecco, l’incredibile storia vera di Saroo Brierley, raccontata nel libro autobiografico A Long Way Home, viene raccolta e plasmata per il cinema dall’australiano Garth Davis (regista della serie tv Top of the Lake). Poteva un australiano non avere nel proprio DNA il protagonismo di natura e paesaggi come parte attiva di una storia?! Per questo Lion - La strada verso casa assume tutte le sfumature veriste che lo allontanano vigorosamente da
a sua volta allontanarsi da casa per cercare lavori di fortuna, per contribuire come meglio può a rendere meno disastrosa la loro condizione.
Quel che domina, soprattutto nella prima parte del film, in cui il piccolo protagonista Sunny Pawar - che rivedremo presto al fianco di Demi Moore e Freida Pinto in Love Sonia di Tabrez Noorani, un'altra drammatica storia sul traffico del sesso a danno di minori - ruba la scena a Dev Patel, chiamato ad interpretare Saroo venticinquenne, sono lo smarrimento, ma anche la forza e la determinazione di chi, per quanto piccolo in un mondo tanto grande, è abituato a non aspettarsi niente al di fuori di se stesso e per questo già abbastanza navigato nell'arte dell'arrangio. Ed imperiosi, da far paura, sono anche i molti volti della fame e della solitudine privata all'improvviso degli affetti più cari, sempre presenti nella mente di Saroo bambino. Un bambino
che ha difficoltà a comprendere come sua madre o suo fratello non abbiano risposto all'appello emesso via stampa sulla sua scomparsa. E fanno addirittura tremare i pericoli che si annidano dietro l'accoglienza in orfanotrofio, accennati, sfumati, ma chiaramente ben delineati, anche senza la necessità di appellarsi ad espliciti didascalismi narrativi. E questo è un notevole pregio del film. Così, un fatale difetto di pronuncia sulla località da dove viene, costituisce per il piccolo Saroo la sentenza per un altro, imprevisto destino: quello che lo porterà ad una distanza ciclopica da villaggio e Paese di origine, l'India, verso l'Australia, dove è atteso da nuovi genitori e Paese di adozione. Momento in cui entrano in scena Nicole Kidman (Sue) e David Wenham (John).
Dopo l'accoglienza nella nuova famiglia, il salto temporale ai 25 anni di Saroo passa il testimone del primo piano a Dev Patel, mentre si relega in seconda il protagonismo di
Sunny Pawar, sullo sfondo dei rigurgiti di memoria in scorci di flashback, frammentari quanto il lontano ricordo. Ma anche relegato in quelle schegge di ricostruzione mentale del personaggio, domina le nuove scene e la nuova realtà il piccolo neo attore, dallo sguardo così naturalmente profondo da aprire una vera e propria voragine visiva sull'incubo. E' incredibile come la comparsa di un dettaglio come un piatto di jalebi in occasione di una cena indiana tra amici - che poi per chi ha sofferto la vera fame e ha desiderato qualcosa sopra ogni altra diventa molto più che un semplice dettaglio! - sia in grado di riaprire ferite ricucite negli anni, e di squarciare finestre ormai chiuse, riaperte su spiragli di ricordi, quasi come sospiri, nelle confuse nebbie della memoria. E la memoria del cuore è più forte di quella della mente. La serenità apparente di Saroo comincia ad incrinarsi e i
fili della matassa della vita, riavvolti con cura fino a quel momento, si intricano in un nuovo bozzolo come se vi si fosse avventato sopra un gatto randagio. L'idea della strada intrapresa sia sul piano professionale che affettivo (la girfriend Lucy di Rooney Mara) inizia a perdere di definizione, mentre serpeggia la voglia di cercare di nuovo. Google Earth compare all'orizzonte come una possibilità . Beata tecnologia con tutti i difetti annessi & connessi! Ma la paura di quel che si può trovare a distanza di tanto tempo disseppellendo il proprio passato dalle ceneri di un fuoco arso venticinque anni prima, è davvero tanta.
Il film di Garth non intende tradire la verità e anche rischiando di perdere il fuoco del campo visivo del protagonista, decide di affrontare il suo complicato percorso nella dimensione integrale. Un percorso lastricato da nuove titubanze, tra esplosioni di rabbia repressa nei confronti della propria ragazza