VINCITORE agli OSCAR 2019 del Premio alla 'Migliore Canzone' (Shallow, musica e testi di Lady Gaga, Mark Ronson, Anthony Rossomando e Andrew Wyatt) - font color='#FF0000'>OSCAR 2019: Nominations al 'Miglior Film'; 'Miglior Attrice Protagonista' (Lady Gaga); 'Miglior Attore Protagonista' (Bradley Cooper); 'Miglior Attore Non Protagonista' (Sam Elliott); 'Miglior Sonoro'; 'Migliore Fotografia'; 'Miglior Sceneggiatura Non originale'; 'Migliore Canzone' con ‘Shallow’ - VINCITORE del GOLDEN GLOBE 2019 alla 'Migliore Canzone Originale (Shallow) - RECENSIONE - Dalla 75. Mostra del Cinema di Venezia - Remake di È nata una stella di George Cukor (a sua volta remake del film di William A. Wellman), A Star Is Born segna il debutto dietro la macchina da presa di Bradley Cooper - Dall'11 Ottobre
"Tutto si riduce a questa impossibile storia d’amore. Non si può controllare ciò che ci commuove e io ho sempre voluto narrare una storia d’amore. La musica per me è il mezzo di comunicazione più puro... Quindi, a un certo punto, ho solo dovuto fare un salto. Mi ha sempre interessato il processo di realizzazione di un film. Sono stato fortunato ad aver lavorato con registi che mi hanno lasciato osservare come operano. Per questo progetto mi sono potuto permettere il lusso del tempo, un fattore che si è dimostrato fondamentale. Mi sono preso il tempo di scrivere, di lavorare con la musica e alla sceneggiatura, di fare le prove per tre anni. Sono sempre stato appassionato di musica. Aver potuto raccontare questa storia proprio attraverso la musica è un sogno diventato realtà "
Il regista, co-sceneggiatore e attore Bradley Cooper
(A Star is Born; USA 2018; Dramma musicale romantico; 135'; Produz.: Gerber Pictures/Joint Effort/Malpaso Productions/Thunder Road Pictures; Distribuz.: Warner Bros. Pictures Italia)
Sceneggiatura:
Bradley Cooper, Will Fetters, Irene Mecchi, Stephen J. Rivele e Christopher Wilkinson
Soggetto: Remake di È nata una stella (1937) di William A. Wellman, del successivo (1954) di George Cukor, e del successivo ancora (1977) di Frank Pierson.
Il progetto di Bradley Cooper si basa sul film del 1937 che schierava Janet Gaynor e Fredric March: la storia racconta di Norman Maine, una star consumata che aiuta un'attrice esordiente, la giovane Esther, a farsi strada nel mondo dello spettacolo. Il melodramma sfocia in tragedia quando l'uomo si innamora della ragazza, la sposa ma finisce per rimanere fagocitato dalla carriera di Esther (che ora si chiama Vicky), carriera che lui stesso ha favorito e che mette in ombra la propria, determinandone il viale del tramonto.
Nella famosa versione del 1954 di George Cukor i ruoli principali erano interpretati da James Mason e Judy Garland mentre in quella del 1976 i protagonisti erano Barbra Streisand e Kris Kristofferson.
Cast: Bradley Cooper (Jackson Maine) Lady Gaga (Ally) Sam Elliott (Bobby) Michael Harney (Wolfe) Bonnie Somerville (Sally Cummings) Dave Chappelle (Noodles) Eddie Griffin (Pastore) Andrew Dice Clay (Lorenzo) Willam Belli (Emerald) Rafi Gavron (Rez) Rebecca Field (Gail) Anthony Ramos (Ramon) Presley Cash (Se stessa) Michael D. Roberts (Matty)
Costumi: Erin Benach
Scenografia: Karen Murphy
Fotografia: Matthew Libatique
Montaggio: Jay Cassidy
Makeup: Ve Neill (direzione); April M. Chaney
Casting: Lindsay Graham e Mary Vernieu
Scheda film aggiornata al:
25 Febbraio 2019
Sinossi:
In breve:
La storia racconta di una star del cinema che aiuta una giovane cantante/attrice a trovare la fama, mentre l'età e l'alcolismo conducono la sua carriera in una spirale verso il basso. A interpretare la star in declino sarà lo stesso Cooper.
In altre parole:
Jackson Maine (Bradley Cooper) è una star della musica rock, che si esibisce tutte le sere in città diverse per platee di fan urlanti. Una sera, capitato per caso in un bar gay, conosce la squattrinata Ally (Lady Gaga), che canta spesso lì per dare sfogo alla sua passione per la musica, ed i due si innamorano. Jackson aiuterà quindi la ragazza a trovare il coraggio di cantare di fronte alle folle e la fama tanto desiderata, ma i suoi problemi legati all'alcol e alla droga invieranno inevitabilmente la sua vita in una spirale discendente.
Synopsis:
A movie star helps a young singer/actress find fame, even as age and alcoholism send his own career into a downward spiral.
Jackson Maine (Cooper), a country music star on the brink of decline, discovers a talented unknown named Ally (Germanotta). As the two begin a passionate love affair, Jackson coaxes Ally into the spotlight, catapulting her to stardom. But as Ally's career quickly eclipses his own, Jack finds it increasingly hard to handle his fading glory
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Una sfida per due: quale verdetto?! Semaforo verde, anzi verdissimo! Con la benedizione del magico, fantastico, magnetico debutto alla regia di Bradley Cooper
Bradley Cooper arriva quarto in punta di regia. Dopo ben tre illustri precedenti di A Star is Born (È nata una stella) - (1937) di William A. Wellman; (1954) di George Cukor; (1977) di Frank Pierson - lo anticipano attraverso i decenni, e lui ha voluto misurare la sua cifra contemporanea portando nell'odierna versione, al suo fianco di attore consumato prima ancora che di regista, la versione acqua e sapone di una trasformista artistica per eccellenza come l'ugola d'oro della pop star stazza 'mezzosoprano' Lady Gaga. L'inedita coppia duetta sul grande schermo nei personaggi del musicista sul viale del tramonto Jackson Maine (Bradley Cooper) e la cameriera Ally (Lady Gaga), inconsapevole astro nascente della musica, country barra Rock. Così mentre Bradley Cooper abbraccia per la prima volta la
sfida della regia, dirigendo anche se stesso come attore, Lady Gaga raccoglie l'eredità attoriale dei suoi illustri precedenti femminili: Janet Gaynor, Judy Garland e Barbra Streisand. Una sfida per due dunque, pattinando sulle classiche note della commedia musicale a Hollywood: quale verdetto?! Da Oscar!!!
Interprete più che navigato, Bradley Cooper non si sarebbe mai esposto fino a tal punto, arrivando in quarta, per l'appunto. Dopo aver visto la sua versione di A Star is Born lo comprendiamo bene e si realizza quanta strada abbia ormai già percorso mangiando pane e cinema. Sapeva di poterlo fare e di raggiungere un ottimo risultato. Eccellente direi! Il Cooper regista ha la grande dote di una perfetta sintesi sincronizzata su fatti ed emozioni, coniugata con tutta l'eleganza figurativa che scarta da retorica e ridondanza per affidarsi all'essenza. Si rivela regista dell'incompiuto, per così dire, del non finito, che mantiene volentieri in sospensione, prima di iniettare
in piccole dosi l'elemento mancante. Il Cooper regista accenna le sue pennellate senza preoccuparsi di stendere sino in fondo il colore. Ed è qui la sua vera forza. E quando nella parte centrale della storia abbiamo l'impressione di un vago smarrimento, più tardi ci rendiamo conto di essere stati ostaggio di una complessa e ben articolata visione in soggettiva. Senza mai una caduta di stile, un eccesso, una sbavatura. Neanche sulle musiche, sulle canzoni, sul processo creativo in e fuori dal palcoscenico.
Ma la cosa più strabiliante è come Cooper sia riuscito a dirigere se stesso raggiungendo le corde più intime e profonde, quelle che gli hanno consentito di mettersi emotivamente a nudo, offrendo istantanee viscerali di uno status interiore in progress, sull'onda di un drammatico background che pesa enormemente anche sul presente. Dall'inizio alla fine, più che ad un filo narrativo che non manca di certo, Cooper si affida
perciò ad immagini simbolo, iconiche, per un tratteggio caratteriale, emotivo, del suo personaggio, nella sua complessa condizione. Riesce a condurre se stesso dietro e davanti alla macchina da presa presentando al pubblico il suo personaggio in una manciata di suoni e fotogrammi. Spesso e volentieri mossi e frammentari come la visione stessa del protagonista, di cui si fanno portavoce certi movimenti di macchina, avvolgenti o finanche scollegati. Ecco come siamo subito catturati da uno stropicciato cantautore, inesorabilmente 'bello e dannato'.
Sui titoli di testa il sonoro in progress del delirio dei fan, alcune pillole e una sorsata di alcool anticipano la sua entrata in scena e la sua musica. Che cosa riuscirà a fare con la dialettica delle sue immagini simbolo, chiamate a raccolta per spodestare la descrizione vera e propria, lo potrete respirare verso l'epilogo, quando la commozione avrà partita vinta, passando per un ermetico cifrario che basta a
se stesso per arrivare dritto al cuore. Una questione di stile, asciutto, essenziale, intrigante e magnetico con cui Cooper tesse la sua tela, anima e corpo, preparando il posto alla sua partner d'eccezione, una Lady Gaga alquanto dimessa e non solo nel look, inaspettatamente slavata ed incolore, ma dal talento artistico nascosto. Il contrapposto sicuramente cercato e voluto per ritrarre in profondità quel personaggio. Il loro incontro, la nascita di un amore con la complicità di un'intesa artistica in progress, sfociano nel tempo in quel genere di successo che arriva a raccogliere Grammy, ma non senza cambiare radicalmente le cose, snaturando le persone e non solo nell'immagine esteriore, mutando per sempre le carte in tavola, a dispetto delle volontà individuali e di un amore sempre vivo. E' seguendo tappe e incontro musicale della vecchia star già ben avviata sul viale del tramonto (Jack/Cooper) e la nuova star in ascesa (Ally/Gaga),
che incontriamo l'apice del momento di intesa con i loro duetti canori di concerto in concerto, pillole ammalianti e travolgenti fino alle lacrime. Il climax Shallow è un qualcosa che non si dimentica facilmente. Ma scopriamo anche che l'anima di questa 'edizione' di A star is Born ha molte anime pulsanti che affiorano qua e là , lasciando traccia di loro stesse - il 'fratello maggiore manager' di Sam Elliott in primis - mentre vanno ad incidere le note non ancora suonate dello stesso personaggio in primo piano. Personaggio che dopo un incontro ravvicinato di questo tipo non vorremmo più lasciar andare.
Secondo commento critico (a cura di )
clip 'Lady Gaga, Bradley Cooper - Shallow':
clip 'Lady Gaga, Bradley Cooper - I'll Never Love Again':