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"Gli agenti rimasero sbalorditi quando scoprirono che l'uomo che avevano arrestato aveva 78 anni: secondo il capitano James Chinn, ‘aveva l'aria di un pensionato che ha appena finito di cenare all'ora delle galline...’" David Grann, The Old Man and the Gun "The New Yorker"
"Nella mia mente Bob (Robert Redford) e Forrest Tucker sono sempre stati intrinsecamente legati. Avevo già notato un sacco di parallelismi con i vari personaggi che Bob aveva interpretato nel corso degli anni, ma è stato soltanto quando ho lavorato con lui per 'Il drago invisibile' che sono riuscito a conoscerlo personalmente. È questo che mi ha permesso di adattare il ruolo apposta per lui. È stato un vero e proprio lusso passare un mese insieme in Nuova Zelanda, a lavorare e conoscerci... (Forrest Tucker) È una persona che fa ciò che ama e riesce a farla franca. Sono sicuro che anche Bob si è trovato in sintonia con lui per lo stesso motivo... È nella caccia che si sprigiona tutta l'energia. Nei film c'è sempre un po' di delusione quando la caccia finisce, non è vero? E io segretamente spero che il poliziotto lasci andare il rapinatore. Mentre scrivevo la sceneggiatura, il fatto che Hunt lasci andare Tucker quando ne ha la possibilità è probabilmente uno degli elementi più personali della storia. Sono proprio io che non voglio che Forrest venga catturato... Forrest aveva un'arma, ma per me era importante che non si vedesse mai. Se l'articolo non fosse stato intitolato 'The Old Man and The Gun' ('Il vecchio con la pistola'), probabilmente avrei escluso del tutto le armi"
Il regista e sceneggiatore David Lowery
"David voleva rendere omaggio non solo a Butch Cassidy e La stangata ma anche a Bonnie e Clyde e Nick mano fredda e a tutti i grandi film sugli antieroi. Ma ciò che rende
unica questa storia è che si tratta di un'allegoria dell'animo da artista che non scende a compromessi. Rapinare banche non sarà l'arte più nobile, ma è questo che faceva Forrest, mettendoci il cuore. E come tutte le persone che non accettano compromessi, Forrest ha sacrificato moltissimo in termini di rapporti, di rinunce e di rischi. Il film esplora questi aspetti profondi in modo giocoso"
Il produttore James D. Stern
"La sceneggiatura di David era una vera e propria esplorazione di come potevano evolversi i personaggi della prima parte della carriera di Bob, di come sarebbero invecchiati questi artisti della rapina con un talento naturale per ciò che facevano e una scintilla sempre accesa nello sguardo. Credo che Bob si sia identificato con quell'idea, e anche con il fatto che Forrest ha dedicato tutta la vita ad affinare la propria arte"
Il produttore Jeremy Teckler
"Si ispira a un tipo di cinema quasi alla James Cagney, con una sorta di innocenza. Forrest non voleva ammazzare la gente. David aveva spiegato molto chiaramente che voleva mettere in primo piano questo aspetto. E ciò vale anche per il personaggio di Forrest era. Era un gentiluomo, anche se un gentiluomo che rapinava le banche"
Il produttore esecutivo Patrick Newall
Soggetto: Basato su un articolo del "New Yorker" di David Grann.
Preliminaria - Il personaggio Forrest Tucker:
Il vero Forrest Silva Tucker è cresciuto in Florida durante la Depressione, tirato su dalla nonna e formatosi sui romanzi da quattro soldi su rapinatori cresciuti ai margini
della società . Ha iniziato la carriera nel crimine nella prima adolescenza, rubando una bicicletta (o almeno così racconta lui). Da allora ha trascorso tutta la vita adulta dentro e fuori dal carcere, riuscendo spesso a evadere da diverse prigioni, tra cui quella di San Quintino. Dopo essersi creato una versione personale delle leggende del
crimine che aveva letto, è diventato famoso come i suoi eroi per la propria calma, lo stile personalissimo nel mettere a segno i colpi e anche e soprattutto per essere
riuscito a fuggire 18 volte dal carcere. Forrest Tucker è morto nel 2004 all'età di 83 anni, dopo aver scontato solo
dei 13 anni di detenzione che gli erano stati comminati nel 2000 per una rapina a mano armata in Texas. Ma la sua storia continua a viaggiare, anche se Forrest non avrebbe mai potuto prevedere che sarebbe stato interpretato da un'altra leggenda, Robert Redford. Due caratteristiche sembrano accomunare Forrest e Redford: la dedizione al mestiere scelto e la capacità di provare un entusiasmo da ragazzini a qualunque età .
Cast: Robert Redford (Forrest Tucker) Casey Affleck (Detective John Hunt) Sissy Spacek (Jewel) Danny Glover (Teddy Green) Tom Waits (Waller) Tika Sumpter (Maureen Hunt) Elisabeth Moss (Dorothy) Keith Carradine (Capitano Calder) John David Washington (Tenente Kelley) Isiah Whitlock Jr. (Detective Gene Dentler) Jordan Trovillion (Angela the narratrice) Augustine Frizzell (Sandra) Robert Longstreet (Stephen Beckley Jr., Esquire) Gene Jones (Mr. Owens) Barlow Jacobs (Detective Offerman)
Musica: Daniel Hart
Costumi: Annell Brodeur
Scenografia: Scott Kuzio
Fotografia: Joe Anderson
Montaggio: Lisa Zeno Churgin
Makeup: Leo Corey Castellano (direttore e make up per Robert Redford); Jodi Byrne
Scheda film aggiornata al:
15 Gennaio 2019
Sinossi:
In breve:
La vera storia di Forrest Tucker (Robert Redford), un rapinatore di banche per quasi tutta la vita, che ha trascorso gran parte della sua vita in carcere o a scappare dal carcere: dalla sua audace fuga da San Quentin all'età di settant'anni a una serie di rapine che hanno confuso e incantato l'opinione pubblica. Coinvolti a titoli diversi nella sua epopea sono il detective John Hunt (Casey Affleck), affascinato dai modi in cui Tucker agisce, e una donna, Jewel (Sissy Spacek), che lo ama nonostante la professione che si è scelto. L'articolo del "New Yorker" di David Grann cui si è ispirato il film, è incentrato su quando, a 78 anni, fu catturato dalla polizia dopo aver derubato una banca, dopo un inseguimento ad alta velocità . Fu condannato a 13 anni, ma morì 5 anni dopo.
Synopsis:
An elderly bank robber, who had managed to escape from prison over a dozen times in his life before moving to a retirement community, looks to spice things up with another heist.
Based on the true story of Forrest Tucker (Robert Redford), from his audacious escape from San Quentin at the age of 70 to an unprecedented string of heists that confounded authorities and enchanted the public. Wrapped up in the pursuit are detective John Hunt (Casey Affleck), who becomes captivated with Forrest's commitment to his craft, and a woman (Sissy Spacek), who loves him in spite of his chosen profession
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Normalmente ci saremmo sperticati in lodi di venerazione. E’ così che ci viene naturale nei riguardi di luminari dell’interpretazione e della cinematografia a tutto tondo come Robert Redford. Una carriera monumentale, la sua. Un premio Oscar di nome e di fatto. Tra i suoi personaggi i ribelli e i fuorilegge spuntano come acini in un grappolo d’uva: dal rapinatore di treni dalla mira perfetta in Butch Cassidy al mago delle truffe nell’altro colpo grosso assestato ne La stangata. Tanto per fare due esempi iconici. Il grande carisma è sempre stato il suo punto di forza. Ora, alla veneranda età di 82 anni, Robert Redford sceglie un altro personaggio truffaldino, questa volta rapinatore di banche, per professione e per piacere, con cui, a quanto pare, dice addio alla carriera di attore. Il suo Forrest Tucker è un personaggio che ha fatto storia fino a salire sugli scranni della leggenda e con
lui riprende vita nell’Old man and the Gun (l’uomo con la pistola) di David Lowery (il cineasta texano di Storia di un fantasma, Il drago invisibile, Senza santi in paradiso e St. Nick) che ha sempre avuto l’intenzione di farne un One Man Show. Un articolo di David Grann sulle colonne del “New Yorker" ha dato pane per i denti al regista e sceneggiatore Lowery per ricostrure una storia intinta nella ‘mitologia spensierata di un western moderno’. Una di quelle storie dal sapore antico da raccontarsi intorno ad un fuoco lento che narra con tutta calma uno squarcio aperto su quando una caccia al gatto e al topo gattonava sulle piastrelle della riflessione e dell’attesa.
Ma questa storia incredibile che si assesta sui modi e sui tempi ‘meditati’ di un ‘fuorilegge-gentleman’ ormai anziano, sempre con il sorriso sulle labbra dopo aver assestato rapina una banca con tutta la calma e la
gentilezza possibili, non trova forse il coinvolgimento emotivo sperato. Neppure quando si tratteggia il percorso di una vita del personaggio in cui, dalla prima adolescenza in poi, scorrono, fino a coincidere, le varie età di personaggio ed interprete, tra didascalie e carrellate di foto cariche di un umore nostalgico, o quando si innesca una love story della terza età sostenuta con mielosa compiacenza dell’amante Jewel di Sissy Spacek. E non credo sia sufficiente la presenza di equini a far rievocare L’uomo che sussurrava ai cavalli: tutt’altra storia con tutt’altra anima. I colleghi di rapine di Forrest/Redford, la cosiddetta ‘banda dei vecchietti d’assalto’ (in originale la ‘Over-The-Hill Gang’), sono solo un contorno stantìo al servizio dei fatti rivisitati e corretti in punta di sottrazione: pare difatti che i componenti della cosiddetta banda fossero ben più numerosi nella realtà . Il poliziotto John Hunt di Casey Affleck poi, stropicciato e stanco di un
Ma il punto è: con tutta la sagacia di carattere e l’amore per una professione assolutamente illegale, con tutta la straordinarietà d’ingegno nelle numerosissime evasioni richiamate per rigor di cronaca sullo schermo, questo Forrest Tucker suscita solo una grande ed intensa malinconia. E i suoi reiterati colpi in banca, alla maniera del più nobile dei gentiluomini, ironico e contrario alla violenza, più che intrigare, sembrano piuttosto risentire di tutta la flemma e la stanchezza della stessa terza età del nostro protagonista. Quel sorrisetto compiaciuto ad ogni colpo assestato con cura, uscendo sempre dalla porta d’ingresso da dove è entrato, mostrando
la pistola di soppiatto senza mai sognarsi di usarla davvero, appare comunque spento. E questo Forrest può intenerire solo da vecchio e fino ad un certo punto. D’altra parte, gentiluomo non lo è poi più di tanto, a prescindere dalle rapine in banca: lo dimostra ad esempio l’intervista del nostro primo poliziotto sul campo (John/Affleck) alla figlia ormai adulta e a sua volta con un bambino, di cui forse Forrest non ha mai saputo neanche l’esistenza, avendo abbandonato la madre da una vita senza far più ritorno a casa. E’ dalla voce della figlia che si apprende dei temporanei ritorni a casa - di cui ha saputo dalla madre - in cui Forrest proclamava un pentimento poi prontamente rinnegato con un’altra rapina. Che dire? Una malattia? Una dipendenza? Non si capisce bene. Erano gli anni Ottanta, quando l’era digitale era di là da venire e i tempi della caccia al
ladro erano ben più dilatati. Ecco, è di questa esasperata dilatazione temporale, eviscerata della tipica adrenalina della caccia, con due primi protagonisti stanchi - il poliziotto di Casey Affleck per depressione del personaggio, il ladro di Robert Redford per effetto collaterale dell’età – di cui lo spettatore deve farsi carico ed adattarsi, sperando, in cuor suo, che Robert Redford possa ripensarci e che trovi un ruolo futuro degno di fargli rinnegare questo suo mesto saluto alle scene.
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)