RECENSIONE - Dalla XIII. Festa del Cinema di Roma (18 ottobre-28 ottobre 2018) - Selezione Ufficiale - Il regista uruguaiano Fede Ãlvarez (Man in the Dark, La casa) che per il primo film Millennium – Uomini che odiano le donne (2011) aveva guadagnato 218 milioni di euro e che detiene oggi i diritti di tutti i volumi, è stato chiamato dalla Columbia Pictures - Dal 31 Ottobre
(The Girl in the Spider's Web; USA/SVEZIA/REGNO UNITO/CANADA/GERMANIA 2017; Noir; 110'; Produz.: The Cantillon Company/Metro-Goldwyn-Mayer (MGM)/Scott Rudin Productions/Sony Pictures Entertainment (SPE)/Yellow Bird; Distribuz.: Warner Bros. Enterteinment Italia)
Sceneggiatura:
Fede Alvarez, Jay Basu e Steven Knight
Soggetto: Dal romanzo The Girl in the Spider's Web (Quello che non uccide) di David Lagercrantz: è il primo romanzo del ciclo a non recare la firma del creatore Stieg Larsson.
PRELIMINARIA - Il passaggio di mano:
È noto che Larsson, l’autore svedese della saga, aveva in origine pianificato una serie di dieci libri, ma la morte, avvenuta a soli 50 anni, l’ha strappato alla scrittura prima che potesse ultimare il quarto capitolo. La trilogia - formata da Uomini che odiano le donne, La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta - ha venduto circa 80 milioni di copie e ha reso Larsson il primo scrittore ad aver superato la soglia del milione di copie vendute per e-book su amazon.com.
Interpretate da Michael Nyqvist nei panni del giornalista investigativo Mikael Blomkvist e da Noomi Rapace nelle vesti della hacker informatica Lisbeth Salander, le precedenti trasposizioni cinematografiche svedesi sono state dirette Arden Oplev e Daniel Alfredson (per gli ultimi due film). Nel 2010, il canale televisivo svedese SVT li ha trasmessi in sei episodi sotto forma di serie TV, con il titolo di Millennium. Il regista statunitense David Fincher ha invece realizzato le versioni americane, tra il 2011 e il 2013), con protagonisti Daniel Craig e Rooney Mara.
Beau Gadsdon (Lisbeth Salander bambina) Carlotta von Falkenhayn (Camilla Salander bambina) Alexander Yassin (Analista della NSA) Felix Quinton (Accolito) Johan Eriksson (Vigile del Fuoco)
Musica: Roque Baños
Costumi: Carlos Rosario
Scenografia: Eve Stewart
Fotografia: Pedro Luque
Montaggio: Tatiana S. Riegel
Effetti Speciali: Gerd Nefzer (supervisore)
Makeup: Heike Merker
Casting: Carmen Cuba
Scheda film aggiornata al:
16 Novembre 2018
Sinossi:
In breve:
Lisbeth Salander (Claire Foy), figura di culto e personaggio principale dell'acclamata serie di libri “Millennium†creata da Stieg Larsson, torna sul grande schermo in The Girl in the Spider's Web (Millennium - Quello che non uccide), il primo adattamento del recente bestseller mondiale scritto da David Lagercrantz.
Lisbeth Salander indaga ancora una volta al fianco del giornalista Mikael Blomkvist (Sverrir Gudnason). L'oggetto delle investigazioni questa volta è una rete di spie governative e criminali informatici che hanno come obiettivo l'assassinio.
Short Synopsis:
Young computer hacker Lisbeth Salander and journalist Mikael Blomkvist find themselves caught in a web of spies, cybercriminals and corrupt government officials
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Inutile dire. Della serie dei vari 'Millennium' passati e presenti, la spina dorsale di ogni storia è l'eroina cyber-punk Lisbeth Salander. Anche se ogni intreccio ha il suo sapore di thriller poliziesco integrale e più o meno ortodosso. C'è pure un certo corollario di personaggi satellite che ruota intorno alla Salander niente male: a cominciare da Mikael Blomkvist (non rimpiangeremo mai abbastanza il primo interprete dell'originale trilogia svedese, Michael Nykvist) forgiato peraltro dalla solida scrittura di Stieg Larsson. Ma chi non ha davvero rivali è proprio lei: la Lisbeth Salander di Noomi Rapace (di seguito alla prima trilogia Millennium, Prometheus, Child 44, Alien: Covenant, Seven Sisters), quella che l'ha incarnata fin nelle viscere, andando ben oltre il look dark di copertina fatto di piercing, tatuaggi diffusi a macchia d'olio, vestiario in pelle nera con annessi e connessi. Diciamo che pure la versione americana di David Fincher, Millennium: Uomini che odiano
le donne, fondata sul primo romanzo dello stesso Stieg Larsson e sull'ottima sceneggiatura di Steven Zaillian, con la Lisbeth di Rooney Mara, il Blomkvist di Daniel Craig, la Erika Berger di Robin Wright, ha porto il suo più che dignitoso contributo a storia e personaggio. La blasonata squadra del resto dava fiducia fin dagli albori della produzione.
Con questi precedenti, che dire dell'attuale Millennium: quello che non uccide? Beh, diciamo pure che la falla comincia dalle fondamenta. Trattasi della prima fuoriuscita dai binari letterari originali: l'odierno film è difatti tratto dal romanzo The Girl in the Spider's Web (Quello che non uccide) di David Lagercrantz. E la differenza di mano si sente eccome. Se poi qualcuno non ha letto il libro, potrebbe trovare il film lacunoso e a tratti confuso. Quello che non uccide è dunque il primo romanzo del ciclo a non recare la firma del creatore Stieg
Larsson. Forse è per questo che il regista Fede Alvarez (La casa, Man in the Dark) - d'altra parte con non troppa esperienza alle spalle - ne ha derivato un thriller nebuloso e soprattutto poco incisivo. Ma vi è almeno una concausa: neppure la scelta del cast è tra le più azzeccate. E non si dice dei cattivi di fronda, anonimi e stereotipati. Si dice soprattutto della piramide portante con il Blomkvist di Sverrir Gudnason (già Björn Borg in Borg McEnroe), la Erika Berger di Vicky Krieps (Il filo nascosto) e, dell'apice, cui si colloca di diritto, letterario e filmico, la leader hacker informatica - ma forse qui soprattutto 'action heroin' dal retrogusto bondiano - Lisbeth Salander, questa volta vestita a pelle, giusto quella, da Claire Foy, agghindata con il look giusto ma assolutamente priva della grinta necessaria a fare del personaggio una convincente ed intrigante anima vagante. E' una
Lisbeth 'ammorbidita' la sua, dai tratti smussati, senza spigoli, ben più consona alla determinata dolcezza dell'altro suo personaggio, quello della moglie Janet al fianco di Neil Armstrong (Ryan Gosling), nel First Man - Il primo uomo di Damien Chazelle, in contemporanea al cinema. E la si riscopre tale proprio in quei primissimi piani in cui troneggiano i suoi malinconici occhi cerulei.