Tra i più attesi!!! - Dalla XIII. Festa del Cinema di Roma - RECENSIONE - Russell Crowe, Nicole Kidman in coppia per Joel Edgerton qui al contempo regista ed attore - Dal 14 Marzo
Soggetto: Dal libro autobiografico di Garrard Conley.
Preliminaria - Il soggetto:
Libro e film raccontano quanto accaduto allo scrittore Garrard Conley che entrò a far parte di "Love in action", una realtà che cercava di "curare" le persone omosessuali. Conley, figlio di un uomo religioso e cresciuto in una piccola cittadina dell'Arkansas, fu costretto dai genitori a partecipare a un programma di "conversione" sostenuto dalla chiesa a 19 anni. L'alternativa per il ragazzo era perdere la sua famiglia, i suoi amici e la propria religione. Al termine del programma non venne però "convertito" ma, al contrario, accettò con forza la propria identità .
David Ditmore (Phillip) Matt Burke (Simon) William Ngo (Carl) Lindsey Moser (Tina) David Joseph Craig (Michael) Victor McCay (Aaron)
Musica: Danny Bensi e Saunder Jurriaans
Costumi: Trish Summerville
Scenografia: Chad Keith
Fotografia: Eduard Grau
Montaggio: Jay Rabinowitz
Effetti Speciali: Brendan McHale (coordinatore)
Makeup: Kimberly Jones (capo dipartimento makeup); Kim Santantonio (capo dipartimento acconciature)
Casting: Carmen Cuba e Tara Feldstein
Scheda film aggiornata al:
29 Agosto 2024
Sinossi:
Boy Erased - Vite cancellate racconta la vera storia della crescita, della presa di coscienza e della dichiarazione della propria omosessualità di Jared Eamons (Lucas Hedges), figlio di un pastore battista di una piccola città dell'America rurale, che all'età di 19 anni ha deciso di aprirsi con i suoi genitori (Nicole Kidman e Russell Crowe), riguardo alle proprie preferenze sessuali. Temendo di perdere la famiglia, gli amici e la chiesa cui appartiene, Jared viene spinto a partecipare ad un programma di terapia di conversione. Mentre è lì, Jared entra in conflitto con il suo terapeuta (Joel Edgerton) e inizia per lui il viaggio alla ricerca della propria voce e per accettare il suo vero io.
Short Synopsis:
The son of a baptist preacher is forced to participate in a church-supported gay conversion program
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Una parabola sofferta, vera come la vita reale. Boy Erased - Vite cancellate, sceneggiato, diretto ed interpretato da Joel Edgerton (Regali da uno sconosciuto - The Gift) è per l’appunto ispirato alla vera vita di Garrard Conley, da lui stesso raccontata nel libro Boy Erased: A Memoir of Identity, Faith e Family. E per quanto questa storia non appartenga esattamente ad un brano di vita recente, il libro di memorie di Conley è stato pubblicato per la prima volta solo nel 2016 dalla casa editrice Penguin Random House. Il tema è scottante ancora oggi, per quanto gli angoli della diversità siano meno acuminati che in passato. Ma l’aspetto più inquietante di questa tristissima vicenda, e che ne fa un film di denuncia, si annida piuttosto nella cosiddetta ‘terapia di conversione’. Si, avete capito bene, una ‘terapia’ espressamente messa a punto per curare da qualsiasi tentazione omosessuale, come se l’omosessualità fosse
una vera e propria malattia. E che dire di insegnamenti e metodi della sedicente riabilitazione?! Da raccapriccio! Ma il vero miracolo del racconto è invece, paradossalmente, proprio il tratto delicato e discreto. Il racconto di episodi ed emozioni giocato più sulla sottrazione che sulla sovraesposizione. E questo è stato possibile per la presenza sul grande schermo, oltre che dello stesso Edgerton (nei panni del terapeuta), di un trittico di interpreti - Nicole Kidman con la madre Nancy, Russel Crowe con il padre pastore battista - letteralmente superbi nell’affiorare gradualmente, nel venir fuori poco a poco, lasciando il primo piano al giovane protagonista, vittima di questa vicenda e cuspide del trittico: il figlio Jared che Lucas Edges scolpisce magistralmente in una nobile pietra angolare. Sconvolgente la didascalia finale che informa sui numeri: a quanto pare almeno 700.000 americani sono entrati in contatto con realtà simili in nome di una ‘conversione’ fallimentare,
ingiusta e ignominiosa alla radice.
La vicenda può riassumersi a grandi linee nel fatto che Jared Eamons (Lucas Edges), un adolescente, figlio di un pastore battista dell’Arkansas (l’opulento e manierato Marshall di Russell Crowe), ancora prima di iscriversi al college, scopre di provare una, ancora non ben definita, attrazione per i ragazzi del suo stesso sesso. Una sequenza con la sua prima fidanzata in auto anticipa il disagio del ragazzo. La sua confusione gli vale l’iscrizione da parte dei genitori al centro cristiano di recupero denominato ‘Love in Action’, e diventa praticante del programma ‘Rifugio’, specializzato per l’appunto nella terapia cosiddetta ‘di conversione’. 'Conversione' da ogni possibile tentazione omosessuale. Assistendo a qualche seduta di questo programma si ha l’impressione di trovarsi di fronte ad una sorta di ‘anonima omosessuali’, sulla scia dell’anonima alcolisti e così via, in cui ognuno confessa pubblicamente le proprie debolezze e, in questo caso, le ammette come
Ed è proprio sui tratti della chiarezza finalmente affiorata che il film decolla. Il carico più grosso è posto sulle spalle del protagonista, e Lucas Ledges - interprete raffinato anche per la scelta dei suoi personaggi difficili, o comunque alle prese con una realtà non facile da affrontare, vedi il Ben di Ben is Back - dimostra di saperlo reggere senza alcuna difficoltà tradotto nel suo Jared, altro ruolo intensamente introspettivo: la sua parabola sofferta, più dal di dentro che esternata a parole, assorbe completamente la nostra attenzione e lascia il segno. E lo lascia per depositarsi nella coscienza personale di ognuno di noi e far riflettere a fondo su questa vicenda e sulla questione in generale. Dal canto loro, impeccabili come solo i grandi interpreti sanno fare, lo spalleggiano con sfumature ombrose e delicate, la madre Nancy di Nicole Kidman, e il padre pastore battista di un immenso
Russell Crowe. La sequenza in prossimità dell’epilogo che vede figlio e padre alla resa dei conti, con la voglia del figlio di essere finalmente accettato per quello che è, e tutta la difficoltà del padre solo nel provarsi a farlo, guadagna un climax emozionale senza pari. Il figlio scrive articoli pubblicati sul “Times†sulla sua vicenda e già si parla di un libro ma il padre non riesce a leggerli. Un faccia a faccia intenso, autentico, in cui dolore e amore fanno coppia indissolubile. Non è da meno la sequenza che vede il confronto tra un medico donna ed il ragazzo a causa della specifica richiesta da parte del padre di analisi per un controllo sui livelli di testosterone nel sangue del figlio. Schiettezza, sincerità e sintesi del racconto, che non si perde in dettagli ed opera volontariamente per sottrazione, risultano la carta vincente. Persino gli interpreti usano una chiave
dimessa ed umile per entrare ognuno nel suo personaggio, e così facendo, mentre nobilitano la naturale grandezza intrinseca di attori immensi che sanno farsi piccoli, onorano al meglio tutta la forza di una denuncia non urlata per scelta, ma proprio per questo, inequivocabile. Un diritto alla propria libertà rivendicata sull’iconica immagine di quella mano in balia della brezza fuori dal finestrino dell’auto, già motivo di preoccupazione materna. Un simbolo apripista al rigor di cronaca e al rispetto per i reali protagonisti.