Isabelle (Juliette Binoche) è una donna che si sente sola e invece è tutte le donne. Soffre, si illude, spera, dubita, desidera, piange, ama. Con ardore e convinzione, con il cuore aperto ed esposto, con leggerezza e ironia, in un film in cui fanno da sfondo la vita e il respiro di Parigi, con i suoi rumori e le sue luci, e la Tour Eiffel che sembra illuminare la città e Isabelle come se fosse un set.
In dettaglio:
Isabelle (Juliette Binoche) è una bellissima cinquantenne madre e divorziata, alla continua ricerca del vero amore. Isabelle è una donna che si sente sola e invece è tutte le donne. Soffre, si illude, spera, dubita, desidera, piange, ama. Con ardore e convinzione, con il cuore aperto ed esposto, con leggerezza e ironia, in un film in cui fanno da sfondo la vita e il respiro di Parigi, con i suoi rumori e le sue luci, e la Tour Eiffel che sembra illuminare la città e Isabelle come se fosse un set.
Short Synopsis:
Isabelle, Parisian artist, divorced mother, is looking for love, true love at last
Blandine Lenoir, ma qui riproposte in tutt'altra espressività cinematografica.
Ci sono film che ondivagano sul tema prima di mostrare il loro vero volto, il loro spessore, la loro dimensione. Ed è questo il caso. Se l'apertura sembra non troppo naturale, studiata, quasi in cerca della posa migliore per un nudo integrale, come una scultura classicheggiante nel ritratto d'artista, nelle circostanze di preliminari per un atto d'amore ripreso per scorci e per sensazioni, il finale è invece da manuale. Esilarante e tragicomico in una seduta che fronteggia la Isabella di Juliette Binoche con il veggente Denis di Gerard Depardieu. Il climax di incertezze sulle relazioni d'amore che la protagonista, ormai alla disperazione, dopo aver inanellato rapporti compromessi in partenza (uomini sposati o con la moglie o con l'arte), cerca di capire meglio su che sponda buttarsi consultandosi con un veggente che odora di cartomante. Ma non è neppure quel tergiversare verbale
quasi surreale ad elevare sul piano autoriale l'epilogo, quanto il modo in cui compaiono i titoli di coda mentre la seduta si protrae ancora e ancora.
Nel mezzo ci sta l'altalena amorosa di Isabelle, in cui Juliette Binoche porta uno spicchio del personaggio artista già sondato in Words and Pictures di Fred Schepisi (ma anche in Copia conforme di Abbas Kiarostami la Binoche ha interpretato una gallerista d'arte). Ma in definitiva la Binoche porta buona parte di se stessa al cinema, visto che nella vita è a sua volta pittrice oltre che attrice. L'arte nell'arte. Anche le sequenze con il giovane artista di teatro sono argomentazioni a doppio taglio - sembra quasi un monologo teatrale la riflessione stessa del giovane - mentre intanto l'incertezza di Isabelle si eleva al quadrato, dietro le quinte di un umorismo sotteso. Ma, a giudicare da quel che salta fuori dall'epilogo, è del tutto probabile