(The Vanishing (già 'Keepers'); REGNO UNITO 2017; Thriller; 101'; Produz.: Mad As Birds, Cross Creek Pictures, G-BASE in associazione con Head Gear Films, Kodiak Pictures e Metrol Technology; Distribuz.: Notorious Pictures)
Titolo in italiano: The Vanishing - Il mistero del faro
Titolo in lingua originale:
The Vanishing (già 'Keepers')
Anno di produzione:
2017
Anno di uscita:
2019
Regia: Kristoffer Nyholm
Sceneggiatura:
Joe Bone e Celyn Jones
Soggetto: PRELIMINARIA - Il mistero del faro delle isole Flannan:
La storia di The Vanishing – Il mistero del faro inizia oltre 100 anni fa, proprio con il vero mistero del faro delle isole Flannan. Nel dicembre del 1900, tre guardiani del faro su questo promontorio roccioso, che si trova al largo della costa delle Ebridi, nella Scozia occidentale, scomparvero senza lasciare traccia. Il destino di questi uomini, che vivevano in isolamento ai confini del mondo, rimane tutt'oggi un mistero. Quando le autorità si resero conto che la luce del faro non era in funzione, venne inviata una squadra al faro per indagare, e ciò che trovarono fu davvero sconcertante. Non c'era nessuna traccia degli uomini. Avventurarsi fuori dal faro e lasciare la luce incustodita non era permesso e andava contro le regole del Northern Lighthouse Board. All'interno del faro, tuttavia, tutto sembrava normale. Le lampade erano piene di olio ed erano state fatte anche le pulizie. C'era del carbone spento nel camino. Gli orologi erano tutti fermi. Alcuni dicono che c’era una singola sedia rovesciata in cucina, anche se questa potrebbe essere stata una successiva licenza letteraria. È importante sottolineare che mancavano solo due cerate, il che suggerisce che il terzo uomo debba essere uscito senza il suo impermeabile, una mossa molto insolita. Anche gli appunti sul registro ufficiale del faro sembravano piuttosto impressionanti. Forse non tutto andava bene. Sono state avanzate una moltitudine di teorie sul destino degli uomini - alcune riguardano persino il soprannaturale - e questo mistero ha ispirato scrittori e poeti nel corso degli anni. Di certo ha ispirato Joe Bone, uno dei due sceneggiatori di The Vanishing, quando ha iniziato a indagare sulla storia.
Cast: Gerard Butler (James Ducat) Peter Mullan (Thomas) Connor Swindells (Donald) Søren Malling (Locke) Ólafur Darri Ólafsson (Boor) Gary Lewis (Kenny) Emma King (Mary) Ken Drury (Duncan)
Musica: Benjamin Wallfisch
Costumi: Pam Downe
Scenografia: Jacqueline Abrahams
Fotografia: Jørgen Johansson
Montaggio: Morten Højbjerg
Makeup: Lily Beckett (supervisore); Jess Heath; Roz Gomersall e Kat Morgan (daily); Lynda Armstrong (per Gerard Butler)
Casting: Reg Poerscout-Edgerton
Scheda film aggiornata al:
27 Marzo 2019
Sinossi:
In breve:
A 20 miglia dalla costa scozzese, su un'isola disabitata arrivano tre guardiani del faro per il loro turno di sei settimane. Quando Thomas (Peter Mullan), James (Gerard Butler) e Donald (Connor Swindells) riescono ad abituarsi al loro lavoro e alla routine sull'isola, succede qualcosa di inaspettato e misterioso. Una barca che appare in lontananza potrebbe essere la risposta alle loro domande mentre la loro stabilità mentale comincia a vacillare.
Quando i tre scoprono un baule pieno d'oro, portato sull'isola da un naufrago in fuga. Saranno costretti a uccidere dapprima per difendersi, poi per trattenere l'oro e infine continueranno a farlo accecati dall’odio e dalle paranoie, fino a quando rimarrà un solo sopravvissuto.
In altre parole:
Tre guardiani di un faro si apprestano ad assumere servizio per le solite sei settimane su una piccola e remota isola al largo della Scozia. Tutto prosegue con normalità fino a quando i tre non scoprono un baule pieno d’oro, portato sull’isola da un naufrago in fuga. Saranno costretti a uccidere dapprima per difendersi, poi per trattenere l’oro e infine continueranno a farlo accecati dall’odio e dalle paranoie, fino a quando rimarrà un solo sopravvissuto.
Synopsis:
Inspired by the Flannan Isle mystery. A small relief boat approaches the Isle, a tiny isolated island no bigger than a football pitch, 20 miles off a rugged coast. Its aim is to routinely replace the three lighthouse keepers, after 6 weeks alone manning the light. It nears the dock and none of the men greet them. The winch is broken. A call. Nothing. Experienced keepers Thomas, James and Donald have vanished. The lamps are clean and refilled; the table is laid for dinner. There is an upturned chair. Two sets of yellow oilskins are missing...The men were never found
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Tra cronaca e fantasia il mistero affascina sempre:
Le scarne notizie didascaliche informano dei tratti essenziali di un lontano fatto di cronaca, tenendo a precisare che il film si ispira ad una storia vera. Ma la storia di The Vanishing – Il mistero del faro ha inizio oltre 100 anni fa, prima di trovare il suo epilogo sfociando nell’indefinito, nell’irrisolto. Storia che ha preso ad essere ricordata, per l’appunto, come il ‘mistero del faro delle isole Flannan’. Nel dicembre del 1900, tre guardiani del faro su un promontorio roccioso al largo della costa delle Ebridi, nella Scozia occidentale, scomparvero senza lasciare traccia. E del destino di questi uomini vissuti in isolamento ai confini del mondo, non se ne è mai saputo nulla. E’ ormai solo il mistero a sopravvivere. Ed ecco che compare all’orizzonte della celluloide un’ipotesi tanto fantasiosa quanto plausibile, declinata in una cifra meno avventurosa e più realisticamente ruvida,
si direbbe anche ben poco incline a smussare gli angoli più bui, scartando completamente non solo dall’happy ending, ma proprio dal finale in senso stretto. Ed ecco che The Vanishing - Il mistero del faro si trasforma in un incubo, scavando nelle profondità delle tenebrose pieghe dell’animo umano, a cavallo di un’imprevista ondata di cupidigia ed avidità , mosse da circostanze particolari. Una storia di perdite che finiscono per inghiottire speranze e persino la voglia di sopravvivere e di andare avanti.
L’anima nordica del film nella visione del regista danese Kristoffer Nyholm:
Non poteva essere migliore la scelta di un regista danese per una storia come questa: Kristoffer Nyholm ha diretto l'acclamata serie scandinava The Killing e gli è stata anche attribuita l'ascesa di ‘Nordic Noir’. Dopo i successi sul piccolo schermo con The Enfield Haunting e la serie di Tom Hardy, Taboo, si è detto entusiasta di avere l’opportunità di girare il
suo primo lungometraggio. E si è così messo al timone di The Vanishing - Il mistero del faro. L’anima nordica del film traspare fin dall’inizio, con l’entrata in scena dei tre personaggi protagonisti ai preparativi per la partenza: il vero tesoro del film stesso. Fotografia umbratile e scorci di paesaggi marini mozzafiato parlano da soli un linguaggio unico che una regia con una visione ben precisa sa come fondere con la sceneggiatura scritta, essenziale e minimalista che volentieri cede il passo a crepuscoli e notturni di ambienti e persone. Dai primissimi piani che qui abbondano, agli scorci marini, ai crepacci che riflettono le tenebre della notte, ai movimenti di quel faro mal ridotto, unica luce in un mare di nera solitudine - la radio fuori uso amplifica il senso di oggettivo isolamento - fino agli interni angusti e con una scala a chiocciola dall’umore hitchcockiano, tutto tende a scivolare naturalmente
verso l’oscurità dell’anima, virata in horror con la comparsa di estranei filibustieri in cerca di un compagno e di un bottino misteriosamente perduti. L’essenziale domina storia e personaggi, in una sospensione rarefatta che si fa sempre più snervante e dolorosa attesa in progress, prima della disfatta lapidaria e definitiva. Musiche e suoni stridenti particolarmente ricercati sanno poi farsi metafora di coscienza. Sopravvive quel filo di indefinito che si perde all’orizzonte lasciando nell’aria solo punti di domanda.
I tre monumentali protagonisti:
Raggiunge le vette di un ritratto monumentale Peter Mullan - già grande e versatile artista sia come attore che come regista - con il suo rustico e stropicciatissimo Thomas: personaggio dal pesante fardello di tutte le profonde ferite che la vita gli ha riservato, riflesse nel reticolo di rughe su un volto usurato, provato. Un’anima consunta che, pur nella determinazione coriacea da capobranco, non ha ancora perduto la sensibilità delle lacrime,
del rimpianto e della compassione. Gli fa eco un sorprendente Gerard Butler votato ad un personaggio estremamente drammatico e cupo da cui sprigiona contrastanti umori introspettivi come mai prima d’ora: il suo James, costretto ad aggregarsi all’altro guardiano lasciando moglie e figli per sbarcare il lunario, attraversa fasi diverse e contrapposte tra loro. Non dimenticheremo facilmente i suoi sguardi truci o vacui persi nel vuoto, a seguito di una concatenazione di funesti incidenti di percorso su quel promontorio! Due veterani con il sangue scozzese che scorre nelle loro vene - Mullan e Butler lo sono anche nella realtà - eccetto uno. A loro si unisce il giovane Donovald di Connor Swindells (l’attore, modello ed ex pugile inglese noto per la serie Sex Education), con i suoi buoni motivi per una scelta di lavoro come quella, ma di fatto assolutamente impreparato, persino sprovveduto, a cui gli altri due compagni più anziani
devono insegnare tutto. Tre protagonisti assoluti perfettamente tradotti in personaggi quasi predestinati per le fauci della follia. La normalità su quel promontorio avrà vita breve ed ogni cosa, o persona, resterà sospesa nel genere di attesa in progress che non presagisce nulla di buono.
L’esigenza umana di non rinunciare al bisogno della spiritualità :
Curioso come quasi alla fine del mondo si possa trovare una sorta di casotto contraddistinto da una croce e adibito a cappella o, per meglio dire, un rifugio dove accasciarsi in solitudine per ritrovare i brandelli di una spiritualità di cui l’umana natura dimostra di aver sempre e comunque bisogno. Nel caso di Thomas/Mullan, lo dicono quei tre mozziconi di candela, la memoria dei congiunti defunti, che valgono come preghiera e nutrimento per la disperazione interiore che non molla mai la presa. E lo dicono più tardi lo smarrimento, fino alla perdita del senno, di James/Butler, a seguito
della tragedia ad effetto domino scattata con il ritrovamento dell’uomo ammarato tra gli scogli di un crepaccio, in compagnia di una cassa di legno. Sulla ragionevole scelta di non aprire quella cassa vincerà la curiosità di scoprirne il contenuto: tale da muovere ad uccidere un proprio simile; tale da essere cercato; tale da non essere lasciato al caso; tale da valere una morte dopo l’altra, per difesa e/o per brutale avidità . Un territorio dove la spiritualità può fare ben poco per salvare l’umana natura, votata alla perdita di se stessa, prima ancora che dello stesso bottino, come quel premio corsa che non sarà mai.
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)