|
MIDNIGHT IN PARIS: NUOVA COMMEDIA ROMANTICA A PARIGI PER WOODY ALLEN DOPO 'TUTTI DICONO I LOVE YOU'. MA LA MAGICA POESIA DI PARIGI DIVENTA QUASI UN PRETESTO, UNA CORNICE FANTASTICO-SURREALE PER PARLARE DI ALTRO, INTORNO A QUEL NEBULOSO PIANETA CHE E' L'ESSERE UMANO, PROIETTATO OLTRE LA DIMENSIONE DEL PRESENTE ALLA RICERCA DI UN SE' DECLINATO SU UN'ESPRESSIONE ARMONICA DELL'ESISTENZA POSSIBILE
VINCITORE ai GOLDEN GLOBES 2012 come 'MIGLIORE SCENEGGIATURA' (W. ALLEN) - Dal 64. Festival del Cinema di CANNES (11-22 Maggio 2011) e 29. Torino Film Festival (25 Novembre-3 Dicembre 2011) - RECENSIONE ITALIANA e PREVIEW in ENGLISH - Dal 2 DICEMBRE
"Naturalmente tifo New York perché sono nato e cresciuto lì, ma se non vivessi a New York, Parigi sarebbe la mia città d’adozione. Mi sono divertito moltissimo a presentare al pubblico cinematografico la mia personale visione di Parigi. Come capita con New York, che viene descritta in maniera sempre diversa dai vari registi, la mia Parigi è probabilmente assai differente da quella raccontata da altri. E infatti il mio desiderio era mostrarvi la mia Parigi e i sentimenti che provo per questa città ."
Il regista e sceneggiatore Woody Allen
(Midnight in Paris; USA 2011; commedia romantica; 100'; Produz.: Gravier Productions/Mediapro; Distribuz.: Medusa)
SEE SHORT SYNOPSIS
|
Titolo in italiano: Midnight in Paris
Titolo in lingua originale:
Midnight in Paris
Anno di produzione:
2011
Anno di uscita:
2011
Regia: Woody Allen
Sceneggiatura:
Woody Allen
Soggetto: PRELIMINARIA - PROTAGONISTA n. 1: PARIGI
Anche per coloro che non ci sono mai stati, il nome Parigi è sinonimo di magia. E indubbiamente Woody Allen non avrebbe potuto scegliere un luogo migliore per ambientare la sua nuova commedia romantica. Parigi è una città mitica, ricca di storia, famosa in tutto il mondo per la bellezza delle sue strade, i viali maestosi e suoi magnifici giardini, oltre che per gli inestimabili tesori artistici conservati negli splendidi musei cittadini. La presenza palpabile della sua straordinaria storia, gli eventi culturali e politici e i suoi leggendari 'café' e ristoranti fanno di Parigi una città dall’atmosfera ineguagliabile. Il passato resiste e rifulge a Parigi e questo la rende il luogo ideale per raccontare la storia di un uomo in cerca di se stesso che vuole trovare la forza per riflettere sulla propria vita.
MIDNIGHT IN PARIS è l’omaggio di Woody Allen alla Ville Lumière, che considera alla pari di New York in termini di grandezza.
Cast: Rachel McAdams (Inez ) Michael Sheen (Paul ) Marion Cotillard (Adriana) Owen Wilson (Gil) Kathy Bates (Gert) Adrien Brody (Salvador) Carla Bruni (Guida al Museo) Nina Arianda (Carol) Kurt Fuller (John) Tom Hiddleston (Sig. Fitzgerald) Mimi Kennedy (Helen) Alison Pill (Sig.na Fitzgerald) Léa Seydoux (Gabrielle ) Corey Stoll (Ernest ) Gad Elmaleh (Detective Tisserant)
Musica: Stephane Wrembel
Costumi: Sonia Grande
Scenografia: Anne Seibel
Fotografia: Darius Khondji
Montaggio: Alisa Lepselter
Effetti Speciali: Georges Demétrau
Makeup: Thi Thanh Tu Nguyen (supervisore) e Jean-Christophe Roger
Casting: Stéphane Foenkinos, Patricia Kerrigan DiCerto e Juliet Taylor
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
|
Sinossi:
IN BREVE:
MIDNIGHT IN PARIS è una storia romantica ambientata a Parigi, nella quale s’intrecciano le vicende di una famiglia, in Francia per affari, e di due giovani fidanzati prossimi alle nozze; tutti alle prese con esperienze che cambieranno per sempre le loro vite. Il film è anche la storia del grande amore di un giovane uomo per una città , Parigi e dell’illusione di tutti coloro che pensano che se avessero avuto una vita diversa sarebbero stati molto più felici. Tra gli interpreti del film Owen Wilson, Rachel McAdams, Marion Cotillard, Kathy Bates e Carla Bruni.
SHORT SYNOPSIS:
A romantic comedy about a family traveling to the French capital for business. The party includes a young engaged couple forced to confront the illusion that a life different from their own is better.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
ODE A PARIGI TRA TARANTELLE D'AMORE ESISTENZIALI IN SALSA ALLENIANA E GLORIE CULTURALI DI EPOCHE PASSATE CON VERE E PROPRIE ICONE IN OGNI BRANCA (ARTE, LETTERATURA, MUSICA...). UNA SORTA DI BIGNAMI DELLE PREDILEZIONI ALLENIANE, DAGLI ANNI VENTI ALLA 'BELLE EPOQUE', CON CITAZIONE D'ONORE RISERVATA AL RINASCIMENTO: SCORCI DI 'CULTURA CON LA C MAIUSCOLA', RIEVOCATI CON NOSTALGICO ROMANTICISMO DA UN WOODY ALLEN HOLLYWOODIANO SEMI RINNEGATO - ALMENO A PAROLE - SULL'ONDA DEL RIMPIANTO DI UN TRASFERIMENTO, MAI CONCRETIZZATO, NELLA MAGIA 'SURREALE' DI UNA PERLA EUROPEA COME PARIGI. CULTURA DI UN PASSATO CHE NON SOLO RESISTE MA SOPRAVVIVE ALL'INELUTTABILE FINE DI OGNI ESSERE, ATTRAVERSO PREZIOSE LEZIONI DI VITA CONSEGNATE AI POSTERI. QUEI POSTERI ALLA RICERCA DI SE STESSI, SEMPRE IN BALĺA DELL'INCERTEZZA E DI MILLE INTERROGATIVI. UN MESSAGGIO SOFISTICATO FILTRATO DALLA 'SURREALE METAFORA' DEI VIAGGI IN EPOCHE PASSATE ALLO SCOCCAR DELLA MEZZANOTTE, LA' DOVE ALLEN PREFERISCE CELARSI DIETRO LE SPOGLIE DI UN |
SIMBOLICO ALTER EGO, UNA SORTA DI 'NEO CENERENTOLO' (GIL/WILSON) CHE ANNASPA IN CERCA DI UNA NUOVA DIGNITA' PROFESSIONALE E UMANA
L'amore è dichiarato fin dai primi istanti, al punto da risultare banale: un fotogramma dietro l'altro, con la macchina da presa puntata sulle tappe d'obbligo per ogni turista che si rispetti così come per chi ama tornare sui luoghi dell'incanto: una carrellata in diurno per meglio farci assaporare in notturno la magia di angoli noti e meno noti, celebri monumenti, scorci sulla Senna, Cattedrali (Notre Dame) e Musei (Louvre in testa), Teatri, parchi e speciali luoghi di ritrovo, mercatini raccolti in intimissime rue, fino al climax, come da clichè, con la Tour Eiffel. Che Parigi sia magica e che emani olezzi di arte, letteratura, poesia e glamour da ogni poro non è una sensazione esclusiva ma può esserlo attraverso le varianti di sensibilità da individuo a individuo: così Woody Allen cerca |
di trasmettere in un'ode appassionata 'la sua Parigi', passando dall'incanto popolare di scatti da cartolina ad inquadrature che omaggiano scorci paesistici come Giverny, immortalato da Monet con Lo stagno delle ninfee, armonia verde, sentendo il bisogno di far lezione allo spettatore di quel che tutti sanno. Precisazioni ricalcate di lì a poco con lo sguardo da guida turistica di un'italiana naturalizzata 'premiere dame de Paris' come Carla Bruni, cameo talmente necessario che se fosse finito sul pavimento sul colpo netto di un taglio di forbici, la pellicola non ne avrebbe certo risentito. Come capisco Fiorello quando si diletta in vezzeggiamenti imitatori della dame in questione! Fama e popolarità si possono anche comprare, il talento no.
Ma torniamo a Parigi che è meglio! Allen non è certo il solo ad essersi innamorato di Parigi, fin dall'epoca durante le riprese di Ciao Pussycat, suo debutto come sceneggiatore e attore cinematografico, poi ribadito più |
tardi sul set di Tutti dicono I Love You e ora sottoscritto in un''ode su celluloide' con Midnight in Paris. Allen esibisce così tutta la magia di Parigi, scatto per scatto, attraverso l'occhio traslucido di chi è in procinto di proclamare il rimpianto di non aver lasciato per sempre gli States ed essersi trasferito in quel 'franco' conglomerato calamita di trasognate pulsioni. Anzi, con Midnight in Paris Allen si direbbe aver voluto aprire una finestra da biopic trasverso, inzuppato com'è nelle fiabesche, surreali, trasmigrazioni nel passato: una sorta di pretesto per parlare di sè, dei suoi ideali culturali, di certe aspirazioni ad elevarsi dalla riduttiva ritmica del mercato della scrittura, dettato da Hollywood sul piano di mediocri sceneggiature 'a go-go', risalendo la china per inerpicarsi fino a raggiungere la nobile dignità assumibile con il romanzo, l'unico con cui poter ambire a scalare l'accesso alla sfera luminescente che compete alla grande |
letteratura.
Difficile scindere la scrittura di livello, espressione dell' io più profondo di un autore tradotto nel vissuto personale, dalla vita appunto, con le sue contraddizioni, i suoi compromessi, l'anelito all'amore (quale amore e/o quali amori?) e la costante, ossessiva, paura, o per meglio dire, terrore, della morte, della fine ineluttabile (almeno sul piano fisico) cui è predestinato ogni essere vivente. Ma per dire tutto questo, senza nulla togliere alla consueta ritmica, sia di partitura musicale che strutturale, questa volta Woody Allen rinuncia a farsi avanti in prima persona preferendo un portavoce: Gil (Owen Wilson che si sforza, come meglio può, di tradurre allenianamente il concetto sull'onda di meraviglia e stupore ridondanti e talora anche un pò imbambolati). Personaggio a disagio sotto ogni punto di vista, sul piano professionale, per l'appunto sceneggiatore hollywoodiano alle prese con il suo primo romanzo, a Parigi con la promessa sposa Inez (Rachel Mc Adams |
nel ruolo più insignificante e odioso di tutta la sua promettente carriera) sulla scia (pagata) di un tour di affari degli ultra facoltosi suoceri, sempre pronti a ferirlo nell'orgoglio o a denigrarlo fosse anche solo con lo sguardo. Un giovane uomo il nostro Gil/Wilson innamorato dei grandi talenti del passato che una città come Parigi sa letteralmente resuscitare. Si, avete capito bene, resuscitare.
E' proprio questo che difatti Woody Allen mette in scena in una delle sue pellicole più 'seriose' - si concede solo qualche debole frecciatina sul piano politico alla 'mordi e fuggi' e poco più - e virtuosistiche, talora fino allo stucchevole: note melliflue assume anche Marion Cotillard con il suo personaggio Adriana, musa-amante interscambiabile per innumerevoli artisti, poeti e letterati (tra cui Modigliani, Braque, Picasso, Heminguay ...). Ed è così che, allo scoccar della mezzanotte, un'auto d'epoca sopraggiunge nella Parigi contemporanea per portare indietro le lancette dell'orologio |
agli anni Venti, trasformando il nostro Gil, normalmente sottomesso alle tirannìe di promessa sposa e suoceri, lontani mille miglia dalle sue trasognate aspirazioni culturali, in un giovane letterato di belle speranze in grado di interloquire ora direttamente con Ernest Heminguay, di consultarsi con Gertrude Stein (Kathy Bates sempre più sprecata in miseri ruoli spalla) e di fare conoscenza con altri illuminati d'epoca come i coniugi Fitzgerald, Cocteau, Salvador Dalì (altro cameo per Adrien Brody) e persino Buñuel, su cui Allen sfuma frettolosamente con vezzo umoristico l'idea per un film su consiglio di Gil (un pò sulle note di come Marty nella mitica trilogia di Ritorno al futuro, si concede qualche avvertimento tra i denti per Doc o per i suoi futuri genitori).
Si direbbe tuttavia che qui, sul registro dei surreali, reiterati viaggi nel tempo - occasione impagabile per una fedele trascrizione su celluloide di musiche, costumi e scenografie in |
cui non potevano mancare charleston e can can - dei numerosi incontri con autentiche immortali icone del passato nel poliedrico mondo della vera cultura, Allen non sappia evitarsi di persistere un tantino di troppo, tanto da rasentare il 'macchiettistismo': per esempio, ma non è questo il solo caso, quando, sull'onda dei desideri di Adriana/Cotillard, a sua volta insoddisfatta del proprio presente, il viaggio surreale di Gil negli anni Venti non indietreggia ancora fino a raggiungere la Belle Epoque, là dove i due incontreranno nientemeno che Tolouse Lautrec, Degas e Gauguin, a loro volta con un occhio rivolto a quello spicchio di passato che, dal loro punto di vista, rispetto al loro presente, esprime il climax aureo dello scibile, vale a dire il Rinascimento. Percorso multiplo a ritroso nel tempo, tanto quanto si è reso evidentemente necessario per Allen, a far maturare l'equazione iniziale di disagio e di inadeguatezza esistenziali del |
suo alter ego Gil/Wilson, in un processo dimostrativo in grado di approdare ad un risultato conclusivo, romantico e plausibile: là dove il surreale cede il passo al ritorno ad un presente più consapevole e più autentico, degno di essere vissuto con un certo grado di appagamento, magari persino vicino alla felicità . Gil/Wilson/Allen hanno raccolto un'importante lezione dal passato, su sugerimento di Ernest Hemingway: "L'amore autentico concede una tregua dalla paura della morte..." e con Midnight in Paris hanno voluto trasmetterla a noi. |
|
|
|
|
|
|
Secondo commento critico (a cura di PETER DEBRUGE, www.variety.com)
Woody Allen's latest travelogue-cum-arthouse-truffle takes a jaunty turn down memory lane as a frustrated writer's premarital trip to Paris whisks him away to headier times, when the likes of Fitzgerald, Faulkner and Picasso drank, smoked and danced the Charleston in the City of Lights. Like a swoony lost chapter from "Paris, je t'aime" agreeably extended to feature length, "Midnight in Paris" is so baldly smitten with its rain-slicked environs you half expect to see Paris' tourism office listed among its backers. Yet and still, there's an undeniably populist appeal, light as meringue and twice as sweet, in the pic's arm's-reach sophistication.
Though the film's time-traveling secret was kept under wraps pre-Cannes, Sony Pictures Classics would do well to embrace it before releasing the pic on May 20 in the U.S. The device itself kicks in just as the second reel is picking up speed, injecting the right dash of magic |
into what might otherwise have been another of Allen's flouncy Euro-chic getaways. The plot itself has the simplicity of fable, with nostalgia-stricken scribbler Gil Pender (Owen Wilson) getting a unique chance to pal around with his '20s-era idols at the expense of being able to embrace the promise of his own era.
Like many an Allen protag, Gil doubts his own intellect. Part stuttering stand-in for the director, part shallow West Coast caricature, Gil specializes in screenplays, but aspires to putting his name on a novel. He's written one about a fellow who yearns for an earlier time -- that ever-elusive "Golden Age" that always seems a generation or two before. For Allen, it dates back to the Jazz Age, finally allowing him to use his favorite tunes in their original context.
Showing neither affection nor support, Gil's insufferable fiancee, Inez (a disappointingly flat Rachel McAdams), humors her husband-to-be, but |
spends most of their Paris vacation fawning over a former crush (Michael Sheen), who smugly schools anyone within earshot. "He's so knowledgeable," Inez coos, while unpretentious Gil squirms with discomfort.
Gil would clearly rather be exploring the city solo, and that evening finds him wandering Montmartre when the clock strikes midnight and a classic Peugeot pulls up full of insistent young strangers. The retro-dressed revelers beckon, inviting Gil along for an evening of carousing with yesterday's heroes -- the A-list of literary, music and art stars who rubbed elbows in 1920s Paris.
Rather than reveal the identities of his newfound friends further, suffice to say that Gil enjoys a rare audience with the era's intellectual heavyweights, whose low-key entrances become something of a running joke (as does the mix of lookalikes and Oscar-winning stars Allen enlists to play them). Returning night after night, Gil relishes his spot among this chummy |
fraternity of cultural giants, growing increasingly dissatisfied with the shrill realities of his future wife and in-laws (Kurt Fuller and Mimi Kennedy, giving their best Alan Alda and Diane Keaton impersonations).
But as New York writer Luc Sante once warned, "Nostalgia can be generally defined as a state of inarticulate contempt for the present and fear of the future." Gil wrestles with just this frustration, until the script's pat epiphany sets in, with the character disowning the present as he wallows in the insecurity of his own talent.
While Inez ignores him, a fetching French dame (Marion Cotillard, once again capitalizing on her classic good looks) worships Gil immediately, recognizing his genius from the first line of his manuscript. Such is the ego-stroking role Allen expects of his women, with special respect shown Zelda Fitzgerald (Alison Pill) for propping up her man. No doubt Inez would be a worthier character |
if only he'd written her to be more combative, though the less time the story spends in the present, the more fun the picture proves.
If "Midnight in Paris" feels like another of Allen's one-way fantasies, it ultimately manages to get off easy thanks to Wilson's unassuming charm. In one or two uncanny moments, the actor looks enough like Allen to trigger a quick double-take, but mostly, Wilson makes the role endearingly his own, grinning and nodding his shaggy head until you fear it might fall off. He's more re-actor than actor here, which works fine in a context where he is surrounded by the era's most famous faces (Corey Stoll proves especially commanding as Hemingway at his most earnest).
In essence, the director worries about death so the rest of us don't have to, spinning such concerns in such a way that the rest of us can sleep easy |
- and enjoy a laugh in the process. Comparing oneself to the titans who came before can be crippling on creativity, though Allen soldiers on, and time will no doubt prove that even these later, lighter pretty-city escapes will outlive the attempts of lesser talents. |
Pressbook:
PRESSBOOK ITALIANO di MIDNIGHT IN PARIS
Links:
• 64. Festival del Cinema di CANNES (11-22 Maggio 2011) - 'MIDNIGHT IN PARIS', IL NUOVO FILM DI WOODY ALLEN SARA' IL FILM D'APERTURA (Speciali)
Galleria Fotografica:
Galleria Video:
Midnight in Paris - trailer
Midnight in Paris - trailer (versione originale)
<- torna alla pagina Movies & DVD
|
|
|