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    LA FRODE: NUOVI 'AFFARI SPORCHI' PER RICHARD GERE IN QUEL DI NEW YORK

    RECENSIONE - Dal 60. Festival Internazionale del Cinema di San Sebastian e dal SUNDANCE FILM FESTIVAL 2012 - Dal 14 MARZO

    "Pensavo a un uomo che vive in una residenza come quella – che genere di persona è? Che cosa fa? Beh, se è lì che abita, allora certamente deve essere ricco. E con i soldi arrivano i problemi. Mettiamo che una volta era una brava persona, ma che diventando sempre più ricco la sua vita sia diventata più complicata e corrotta, perché il denaro gli consente di vivere al di là dei confini della morale comune. Ora, a chi ne dovrà rispondere quando le cose si mettono male e il mondo gli crolla intorno (come è successo a tutti nel 2009)? E cosa farà per proteggere se stesso e la sua famiglia? È così che è nato il personaggio di Robert Miller... Il business mi affascina. Ho avuto un’azienda mia e quindi ne ho le conoscenze tecniche, e dai miei genitori ho imparato molto sui mercati".
    Il regista e sceneggiatore Nicholas Jarecki

    (Arbitrage; USA/POLONIA 2012; Thriller drammatico; 107'; Produz.: Green Room Films/Alvernia Production/Artina Films/Treehouse Pictures; Distribuz.: M2 Pictures)

    Locandina italiana La frode

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    Celluloid Portraits:



    SEESHORT SYNOPSIS

    Titolo in italiano: La frode

    Titolo in lingua originale: Arbitrage

    Anno di produzione: 2012

    Anno di uscita: 2013

    Regia: Nicholas Jarecki

    Sceneggiatura: Nicholas Jarecki

    Soggetto: PRELIMINARIA - LA GENESI DEL FILM:

    Diplomato a diciannove anni alla NYU Film School, Nicholas Jarecki ha iniziato la sua carriera come scrittore, con la pubblicazione di Breaking In: How 20 Film Directors Got Their Start, un bestseller che ha preannunciato il tema del suo film d’esordio, un documentario dal titolo The Outsider, incentrato su uno dei leggendari registi/scrittori protagonisti del suo libro, James Toback. Cominciò quindi a pensare al possibile soggetto per il suo primo lungometraggio e un ambiente a cui venne naturale riferirsi fu il mondo finanziario. Lui stesso imprenditore di successo e figlio di genitori operanti nel mercato delle materie prime, Jarecki conosceva molto bene quel mondo, che cominciava nel 2009 ad essere sotto gli attenti riflettori dell’opinione pubblica. Iniziò così a leggere tutto quello che era reperibile sulla crisi finanziaria in atto. La lettura che suscitò il suo maggiore interesse fu The Great Hangover [La grande sbornia], raccolta di saggi che analizzavano il crollo economico apparsi su "Vanity Fair".

    Cast: Richard Gere (Robert Miller)
    Tim Roth (Ispettore Michael Bryer)
    Brit Marling (Brooke Miller)
    Susan Sarandon (Ellen Miller)
    Monica Raymund (Reina)
    Nate Parker (Jimmy Grant)
    Laetitia Casta (Julie Cote)
    Josh Pais (Aimes)
    Evelina Oboza (Emma)
    Graydon Carter (James Mayfield)

    Musica: J. Ralph

    Costumi: Joseph G. Aulisi

    Scenografia: Beth Mickle

    Fotografia: Yorick Le Saux

    Montaggio: Douglas Crise

    Makeup: Nicole Wodowski; Ma Kalaadevi Ananda (per Susan Sarandon)

    Casting: Laura Rosenthal

    Scheda film aggiornata al: 09 Aprile 2013

    Sinossi:

    IN BREVE:

    Il magnate Robert Miller (Richard Gere), alla vigilia del suo 60esimo compleanno, sembra il ritratto del successo sia negli affari che nella vita familiare. Ma dietro la facciata dorata, Miller sta in realtà cercando disperatamente di vendere il suo impero finanziario ad una grande banca prima che le frodi da lui perpetrate per anni vengano scoperte. Abile nel nascondere la sua reale situazione finanziaria alla moglie Ellen (Susan Sarandon) e alla brillante figlia ed erede Brooke (Brit Marling), Miller riesce anche a bilanciare la vita familiare con una relazione extraconiugale con la giovane e bellissima Julie (Laetitia Casta). Ma proprio mentre è a un passo dal chiudere la trattativa, un errore sanguinoso cattura l’attenzione del detective Michael Bryer (Tim Roth) della NYPD. In una disperata corsa contro il tempo, Miller dovrà cercare un modo per non perdere tutta la sua vita.

    IN DETTAGLIO:

    Quando all’inizio del film facciamo la conoscenza del magnate newyorkese dei fondi di investimento Robert Miller (Richard Gere) alla vigilia del suo sessantesimo compleanno, ci sembra di vedere il ritratto stesso, tipicamente americano, del successo negli affari e nella vita familiare. Ma dietro le mura dorate della propria dimora, Miller si trova nei guai fino al collo nel disperato tentativo di portare a termine la vendita del suo impero commerciale ad una importante banca, prima che venga scoperto l’abisso delle sue truffe. Nel nascondere in ogni modo la propria doppiezza alla fedele moglie Ellen (Susan Sarandon) e alla figlia Brooke (Brit Marling), sua brillante erede, Miller deve anche gestire una relazione sentimentale extraconiugale con una mercante francese d’arte, Julie Côte (Laetitia Casta). Ma proprio quando sta per liberarsi dal peso del suo ingombrante impero, un imprevisto errore dalle conseguenze cruente lo costringe a destreggiarsi tra famiglia, affari e delitti, con l’aiuto di Jimmy Grant (Nate Parker), volto che affiora dal suo passato. Una mossa sbagliata accende però i sospetti dell’ispettore della polizia newyorchese Michael Bryer (Tim Roth), che non si fermerà davanti a nulla nella propria indagine. Miller ha ormai i giorni contati ed è costretto finalmente a confrontarsi con i limiti della propria doppiezza morale. Ce la farà prima che la bolla esploda?

    SHORT SYNOPSIS:

    A troubled hedge fund magnate desperate to complete the sale of his trading empire makes an error that forces him to turn to an unlikely person for help.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    BUON DEBUTTO ALLA REGIA PER NICHOLAS JARECKI CON UN THRILLER NOIR CHE, MENTRE CELEBRA IL 'ONE MAN SHOW' DI UN RICHARD GERE INAPPUNTABILMENTE SOPRA LE RIGHE, SFOGLIA LE TRISTI PAGINE DI UNA REALTA' IN CUI TUTTO E TUTTI POSSONO AVERE UN PREZZO

    Per il regista trentatreenne Nicholas Jarecki, con solo un documentario alle spalle (The Outsider) e interessanti lavori di scrittura (The Informers) La frode (Arbitrage) segna per lui un debutto alla regia di autentico rilievo. L'argomento non è nuovo, il film non è perfetto (qualche ingenuità tracima dalle righe del pentagramma), ma lo stile non è acqua e la buona stoffa la si può riconoscere solo quando c'è. Ed è questo il caso. Lo stile asciutto, essenziale, che va dritto al punto nelle poche mosse di un montaggio che non si perde per strada neppure un secondo di troppo, si fa largo persino prima che il film abbia inizio. A

    schermo ancora scuro, avanzano le prime battute di una sceneggiatura, per così dire, 'in carne', non tanto per l'abbondanza, quanto per la sostanza: le parole che di lì a poco scopriremo provenire dalla bocca del primo protagonista realmente a tutto campo - gli altri interpreti, pur di grosso calibro, sono di fatto suoi satelliti - in seno ad un'intervista televisiva - piccolo schermo nel grande schermo - non sono altro che un'autopresentazione del personaggio. Personaggio del quale nel giro di pochi minuti lo spettatore si è già fatto un'idea di base: il Robert Miller incarnato da un Richard Gere sempre più viscerale e carismatico in modo da tenerci letteralmente in pugno fino all'ultimo respiro di questo intenso thriller che si impenna presto verso il noir, è uno di quegli uomini egocentrici e pericolosi, proprio perché dotati di mille risorse, compresa quella di incantare, magari mentendo spudoratamente a moglie (Susan Sarandon),

    figlia (Brit Marling), amante (Laetitia Casta), polizia (Tim Roth) o il figlio di colore del suo ex autista personale. Una di quelle persone vincenti per natura, che non hanno mai messo nel conto l'eventualità della sconfitta, della perdita e per le quali il machiavellico diktat 'il fine giustifica i mezzi' diventa una dottrina, l'unica fede in cui credere, arrivando a convincere se stessi, prima che gli altri, che quello è l'unico modo di salvare la propria persona, con tutto il carnet di interessi in gioco, e la famiglia, per il bene comune.

    Ecco, il giovane Jarecki mantiene questo 'imprinting stilistico' di narratore di impatto, punteggiato da qualche primissimo piano minimalista appuntato sulla micro gestualità del primo personaggio, per tutta la durata di questo dramma nel dramma, in linea con i tempi di crisi economica e con i mezzi per fronteggiarla nelle alte sfere della finanza all'insegna del 'costi quel che costi'.

    Dopo le panoramiche psicoanalitiche sul tema, del tipo prodotto recentemente da J. C. Chandor con l'autorevole Margin Call (2012), non può non saltare alla memoria un'altra figura in celluloide ossessionata dal denaro e dalle sue regole fatte per essere infrante in nome del dio profitto. Una figura piuttosto celebre che risponde al nome di Gordon Gekko portato in vita sul grande schermo da Michael Douglas in Wall Street prima (1987) e Wall Street - il denaro non dorme mai (2011) dopo, entrambi di Oliver Stone. Ma mentre il già iconico Gekko/Douglas si guadagnava la maggior metratura di fotogrammi, condivisa con altri personaggi di spicco (Shia Labeouf ad esempio), il Robert Miller de La frode assurge ad icona pressoché incontrastata, sull'onda del campione esemplare nella nutrita squadra dei manager della finanza di alto bordo. Con Miller/Gere scopriamo che non è solo a Wall Street che 'il denaro non dorme mai'! Anche

    lui in effetti, per cercare di non scalfire quella sua patinata cesellatura d'immagine pubblica che si è costruito negli anni a dispetto di quella reale, e che intende mantenere con un'invidiabile abilità a mentire come nessuno mai, non dorme molto e le dinamiche causa-effetto delle sue azioni non sempre ponderate a dovere lo tengono sul filo di un rasoio pronto a sgozzarlo in una frazione di secondo. Ma per quanto a questo punto abbiamo già visto abbastanza sul suo conto da conoscerlo più a fondo, Gere alimenta in Miller quella consapevolezza che non nega il sentimento vero e che non lo rende mai disgustosamente abominevole. Paradossalmente Gere rende Miller un personaggio in qualche modo amabilmente comprensibile, cosciente di quel che fa così come di per che cosa lo fa, mentre lo guardiamo, quasi riluttante, ammetterne la validità in nome del risultato finale, in qualche modo positivo, o almeno risolutivo, su

    più fronti.

    Guardando al Robert Miller di Richard Gere ne La frode ci si chiede quel che probabilmente ci si è chiesti guardando il Gordon Gekko di Michael Douglas: "sarà mai disposto a rinunciare al suo amato potere pur di conservare un ultimo brandello di umanità?". Gere è straordinario nel mantenere sempre presente nel suo personaggio, al di là di frasi taglienti come lame, comportamenti o azioni deprecabili, quell'alone di umanità inzuppato in un ipocrita ordine di cose e persone cui guarda con ansia giorno dopo giorno. Così, mentre alcune sconcertanti sequenze de La frode sembrano accomunare i due diversi personaggi di Miller e Gekko, ad esempio sull'onda della dinamica padre-figlia interattiva con gli interessi finanziari, sul finale La frode di Jarecki sferraglia la sua lapidaria risposta, netta e cruda come la realtà a cui si richiama, e si guadagna la sua strada indipendente in piena autonomia. Stile e sostanza del

    finale assomigliano tanto ad un sostenuto schiaffo (la brusca interruzione su un plateale applauso ne richiama la sonorità) rivolto a chi ancora crede che non tutto sia in vendita e che tutto e/o tutti non abbiano un prezzo. E' solo a questo punto che si ha la piena comprensione del sottotitolo "sesso, potere e denaro sono il tuo migliore alibi." E per gli altri? La risposta che occhieggia da questa domanda potrebbe avere un sapore ancora più amaro.

    Perle di sceneggiatura

    Robert Miller (Richard Gere): "Quando le bolle speculative si scontrano con la realtà le bolle scoppiano"

    Bibliografia:

    Nota: Si ringraziano M2 Pictures e REGGI & SPIZZICHINO Communication

    Pressbook:

    PRESSBOOK in ITALIANO de LA FRODE

    Links:

    • Nicholas Jarecki (Regista)

    • Susan Sarandon

    • Richard Gere

    • Tim Roth

    • Brit Marling

    • Monica Raymund

    • Nate Parker

    • Laetitia Casta

    • DOPO AVER FATTO TAPPA AI FESTIVAL DI SAN SEBASTIAN E AL SUNDANCE, 'LA FRODE (ARBITRAGE)' DI NICHOLAS JARECKI CON RICHARD GERE, SUSAN SARANDON, TIM ROTH E BRIT MARLING E' IN ARRIVO AL CINEMA. Dal 14 MARZO (Anteprime)

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    Galleria Video:

    La frode - trailer

    La frode - trailer (versione originale) - Arbitrage

    La frode - spot

    La frode - clip 'Per me è finita'

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