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    PINA: LA DANZA IN 3D SECONDO WIM WENDERS OMAGGIA LA DANZATRICE E COREOGRAFA TEDESCA PINA BAUSCH

    Dal 61. Festival del Cinema di Berlino - VI. Festival Internazionale del Film di Roma (27 Ottobre-4 Novembre 2011 (Eventi Speciali) - RECENSIONE IN ANTEPRIMA - Dal 4 NOVEMBRE

    "Pina aveva un modo suo di guardare le cose e questo mi affascinava molto, dava ampio spazio ai movimenti e all'espressione: non avevamo mai visto una cosa del genere. Nulla le si poteva nascondere, sapeva guardare attraverso le persone, con un'enorme accuratezza e un enorme amore. Le sue opere avevano in sé la sua emotività. Non sapevo come mostrarla".
    Il regista Wim Wenders

    (Pina 3D, GERMANIA/FRANCIA/REGNO UNITO 2011; musical; 106'; Produz.: Neue Road Movies GmbH/Eurowide Film Production in co-produz. con Zweites Deutsches Fernsehen (ZDF)/ZDFtheaterkanal/ARTE in associaz. con Tanztheater Wuppertal/Recorded Picture Company (RPC) e Pictorion_das Werk; Distribuz.: BIM)

    Locandina italiana Pina 3D

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    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Pina 3D

    Titolo in lingua originale: Pina

    Anno di produzione: 2011

    Anno di uscita: 2011

    Regia: Wim Wenders

    Sceneggiatura: Wim Wenders

    Soggetto: Primo lungometraggio d'essai in 3D e uno dei primi 3D prodotti in Europa, Pina è dichiaratamente un film "non su Pina Bausch ma dedicato a lei", pensato e preparato dal regista insieme alla danzatrice e coreografa tedesca, fino alla sua improvvisa scomparsa, il 30 Giugno 2009, a pochi giorni dall'inizio delle riprese in 3D. Ammiratore e amico della Bausch, Wenders ha per lungo tempo cercato di realizzare un film su di lei, ma solo con l'introduzione delle tecnologie 3D è riuscito a trovare un mezzo estetico in grado di portare sul grande schermo la plasticità e l'espressione emotiva delle innovative mise en scene del suo Tanztheatre ('Teatro danza').

    Cast: Regina Advento
    Malou Airaudo
    Ruth Amarante
    Jorge Puerta
    Pina Bausch
    Rainer Behr
    Andrey Berezin
    Damiano Ottavio Bigi
    Bénédicte Billet
    Ales Cucek
    Clementine Deluy
    Josephine Ann Endicott
    Lutz Förster
    Pablo Aran Gimeno
    Mechthild Grossmann

    Musica: Thom

    Costumi: Rolf Börzik e Marion Cito

    Fotografia: Hélène Louvart

    Montaggio: Toni Froschhammer

    Makeup: Astrid Weber

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    IN BREVE:

    La pellicola raccoglie ricordi personali dei danzatori, filmati della Bausch ed estratti, girati appositamente, di alcune delle sue coreografie più note, da Café Müller a Vollmond.

    Commento critico (a cura di ERMINIO FISCHETTI)

    Pina Bausch è morta nel 2009 quando insieme all’amico Wim Wenders, il grande regista de Il cielo sopra Berlino, stava realizzando un film sul suo lavoro. Pina Bausch è stata una delle grandi innovatrici della danza contemporanea. E alla sua morte Wenders ha dovuto stravolgere la sceneggiatura, che a conti fatti non è né un documentario sulla figura dell’artista tedesca, né sulle proprie coreografie, né un film di fiction. Va oltre i toni del documentario, non senza dimenticare la lezione di cinema di Michael Powell ed Emeric Pressburger, attraverso il loro capolavoro Scarpette rosse, meravigliosa opera di colori e immagini del 1948 che trascende il mondo del teatro, della danza e della fiaba, e della pittura astratta.

    L’operazione di Wim Wenders, realizzata in 3D per dare più profondità alla scena delle riprese teatrali e alla ricostruzione di alcune delle sue danze, risulta interessante proprio per questo aspetto, ovvero coniugare un’operazione

    così elitaria come quella di un film che ripercorre il lavoro di una danzatrice e coreografa, altrettanto lontana dagli schemi e dal grande pubblico, con lo strumento di più largo consumo commerciale degli ultimi anni al cinema, il 3D appunto. Il film più che definirsi tale è un omaggio alla Pina Bausch che molti hanno amato e ammirato, attraverso una visione criptica e non esplicativa del suo lavoro. Perciò il film, in tal senso rimane ancora più elitario, ancora più legato ad un pubblico di nicchia che già conosce la figura e le sperimentazioni dell’artista. Ma, chi è del tutto ignaro di questo potrebbe trovarsi spaesato in mezzo a tutte quelle performance, inframmezzate dalle testimonianze dei ballerini stessi che hanno collaborato con la Bausch e che ricalcano gli spettacoli messi in scena in tutta la carriera della protagonista del film. Senza mai spiegare nulla delle coreografie e dei movimenti, ma

    esprimendo le emozioni che esse trasmettono nel compierli.

    Una protagonista che in fondo non compare con la sua persona, ma solo attraverso il proprio esemplare lavoro diventa una figura misteriosa di cui si ode la propria tangibile presenza. Ciò non toglie che lo spettatore ignaro di questo mondo possa rimanere affascinato dallo splendido spettacolo dei vorticosi movimenti di danza. Una forma artistica che esprime e va al di là dei semplici movimenti regalando emozioni sensoriali di sicura espressione emotiva. E non ci vuole certo un genio, nonostante Wenders deliberatamente non ne faccia una lezione pedagogica sulla danza, a capire che Pina Bausch è stata una poetessa del movimento di grande valore e sensibilità. Matriarca nella contemporaneità della sua disciplina, un elemento che il regista tedesco di certo non lascia sottaciuto. Ma nonostante l’anomala operazione, il cinema di Wenders in qualche modo viene fuori attraverso un ritratto di personaggi che si

    esprimono in molteplici lingue (non solo quelle del parlato, ma anche quelle del corpo) e provengono da diversi Paesi, proprio come la geografia delle sue opere, che non si limita ad uno solo ed esplora anche mondi altri, pensiamo alla sua vastissima filmografia sul continente americano.

    Una Babele di umani sentimenti ed espressioni artistiche che viene fuori con forza e determinazione è forse il messaggio principale di un film che la Germania ha presentato agli Oscar a rappresentare il suo Paese. E secondo i buzz americani pare anche piuttosto papabile ad entrare nella cinquina. Magari lasciando a casa per una volta nella categoria dei film stranieri quelli sulla seconda guerra mondiale e scegliendo un prodotto che va al di là di qualsiasi schema se non quello di raccontare cos’è l’arte: pittura, danza, musica, cinema, scrittura. Linguaggio insomma.

    Perle di sceneggiatura

    Pressbook:

    PRESSBOOK ITALIANO di PINA 3D

    Links:

    • Wim Wenders (Regista)

    1 | 2

    Galleria Video:

    Pina 3D - trailer

    Pina 3D - trailer (versione originale)

    Pina 3D - clip 'Ragazzo' (versione originale sottotitolata)

    Pina 3D - clip 'Lillies of the Valley'

    Pina 3D - clip 'All Names' (versione originale sottotitolata)

    Pina 3D - clip 'Muscoli'

    Pina 3D - clip 'Ballo a 2' (versione originale sottotitolata)

    Pina 3D - clip 'Memoires du futur' (versione originale sottotitolata)

    Pina 3D - clip 'La Luna' (versione originale sottotitolata)

    Pina 3D - clip 'Senza peso' (versione originale sottotitolata)

    Pina 3D - Intervista video al regista Wim Wenders (versione originale sottotitolata)

    Pina 3D - Intervista video al regista Wim Wenders realizzata in occasione della presentazione del film a Roma (versione originale sottotitolata)

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