BIANCANEVE E IL CACCIATORE: ED ECCO UN'ALTRA RIVISITAZIONE IN CHIAVE MODERNA DI UNA DELLE PIU' BELLE FIABE DI TUTTI I TEMPI CON UN CAST ALL STAR, TRA CUI CHARLIZE THERON, KRISTEN STEWART, CHRIS HEMSWORTH E SAM CAFLIN
RECENSIONE ITALIANA e PREVIEW in ENGLISH by BRIAN LOWRY (www.variety.com) - Dall'11 LUGLIO
(Snow White and the Huntsman; USA 2012; Poema epico di avventura d'azione; 127'; Produz.: FilmEngine/Roth Films/Universal Pictures; Distribuz.: Universal Pictures International Italy)
Effetti Speciali: Neil Corbould e Michael Dawson (supervisori)
Makeup: Uxue Laguardia; Stacey Panepinto (per Kristen Stewart)
Casting: Lucy Bevan
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
Sinossi:
IN BREVE:
Biancaneve (Kristen Stewart) interpreta l’unica persona sulla terra ad essere più bella della regina del male (Charlize Theron) che è decisa per questo motivo ad ucciderla. Ma quello che non avrebbe mai immaginato la regina malvagia è che la ragazza che minaccia il suo regno è stata iniziata all’arte della guerra dal Cacciatore (Chris Hemsworth) che era stato inviato per ucciderla. Sullo sfondo un principe (Sam Caflin) stregato dalla potenza e dalla bellezza di Biancaneve.
SHORT SYNOPSIS:
In a twist to the fairy tale, the Huntsman ordered to take Snow White into the woods to be killed winds up becoming her protector and mentor in a quest to vanquish the Evil Queen.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
LA CRISTIANA BIANCANEVE (KRISTEN STEWART) VA ALLE CROCIATE CONTRO LA TEMIBILE 'SARACINA' (CHARLIZE THERON). CONDUCENDO UNA PLATEALE 'SARABANDA' RUPERT SANDERS PORTA I CLASSICI SIMBOLI E METAFORE DELL'INTRAMONTABILE FIABA SULLE TRACCE DI UNA FAIDA CONTEMPORANEA VENATA DI FEMMINISMO (I MOVENTI DELLA MALEFICA RAVENNA/THERON) MA STRADA FACENDO SEMBRA QUASI DIMENTICARSENE, LASCIANDOSI PRENDERE TROPPO LA MANO DA EFFETTI CHE ELABORA CITANDO DA ALTRI CELEBRI PRECEDENTI IN CELLULOIDE, RUMINATI A SUFFICIENZA PER TRADIRE OGNI VELLEITA' INNOVATIVA FINO AD AFFIEVOLIRE IL FUOCO DI QUELLA TEMPRA TANTO VENTILATA QUANTO SOSTANZIALMENTE MANCATA ALL'APPELLO
con Biancaneve e il cacciatore di Rupert Sanders, acclamato regista pubblicitario e 'visualist' all’avanguardia con al suo attivo numerosi 'commercial reel' (il videogame Halo 3, tanto per fare un esempio). Regista che non si è fatto mancare nulla sulla carta degli accordi, a cominciare dal produttore del miliardario bockbuster Alice in Wonderland Joe Roth, che lo ha sostenuto al suo esordio cinematografico, consentendogli di portare sul grande schermo una Biancaneve declinata sulle frequenze di un'avventura 'action' 'epico-plateale', per proseguire con la scelta di Charlize Theron come Regina del Male Ravenna. Dovremmo aggiungere Kristen Stewart (la Bella di Twilight) nelle vesti di Biancaneve e Chris Hemsworth (Thor) in quelle del cacciatore ma purtroppo, a mio avviso, questi non rientrano nell'elenco dei pregi, quanto piuttosto dei difetti, di questa nuova edizione in celluloide dell'intramontabile fiaba Grimm.
mai poi? - alla tentazione di sfoderare qui la sua cornucopia di meraviglie ad effetto: tra le più intriganti la frantumazione di cavalieri nella prima battaglia e le successive frantumazioni-dissolvenza della malefica regina Ravenna in uno stormo di corvi, con l'intermezzo del suo bagno di latte (regale Theron!) per la metafora del 'sepolcro imbiancato' (il candore apparente che simula il marcio interiore), fino alla successiva liquefazione e limacciosa ricostituzione della stessa regina, indebolita nel suo potere, inceneritore della vita in senso lato: la vita della natura ambientale, la vita degli umani animati di buoni propositi e quella dello stesso Regno usurpato con l'omicidio. Così, in Biancaneve e il cacciatore di Rupert Sanders, gli effetti speciali e i simboli classici si rincorrono e giocano tra loro al travestimento in veste contemporanea: e lo specchio diventa il McGuffin della nuova storia quando si presenta ai nostri occhi quale grande scudo, presenza chiave
gli artigli come un corvo', cantilenava il ritornello della celebre canzoncina, e in Biancaneve e il cacciatore sono proprio artigli metallici quelli che la regina Ravenna, per l'appunto in intima connessione con i corvi, usa come posate per i suoi macabri pasti. Giusto il genere di pasto che avrebbe potuto condividere Hannibal Lecter.
Così, tra più o meno inopportuni 'mostrilli' in qualche modo memori di Jurassic Park e Godzilla, corse su spiagge di mari nordici, scogliere che ci hanno regalato più volte tuffi da altezze vertiginose, nebbiose foreste incantate, mirabolanti fughe da improbabili passaggi di fortuna (Indiana Jones docet), ostacoli vari che l'eroina di turno deve incontrare sul suo cammino come immancabile prova da superare (vedi lo studio sulle fiabe di magia del linguista e antropologo russo Vladimir Propp) - ma c'era proprio bisogno del supporto della voce fuori campo? - a un certo punto, si ha come l'impressione che,
inoltrandosi nei labirinti dell'oscura foresta, Sanders abbia finito per restarne stregato a sua volta, magari restando impigliato nei rami-tentacolo di quegli alberi secolari, talora con più anima dei protagonisti umani - Stewart e Hemsworth, per non dire del principe William/Sam Caflin - troppo spesso sorpresi in un tedioso tergiversare.
Secondo commento critico (a cura di BRIAN LOWRY, www.variety.com)
Handsome but hollow, "Snow White & the Huntsman" is easily among the stranger additions to a roster of rebooted fairy tales that has already seen two versions of this one, "Mirror Mirror" and the ABC series "Once Upon a Time," awaken in the last nine months. Owing more to "The Lord of the Rings" than anything else, but borrowing freely from a half-dozen sources, Universal faces the formidable challenge of marketing a gritty, muscular and (except for the CGI) old-fashioned, guy-oriented action yarn that's based on a property closely associated with children and young girls' fondness for princesses.
That's not to say the result doesn't have some satisfying moments, but Universal might have to settle for the somewhat faint praise that its latest summer entry is at least more seaworthy than "Battleship." And while "Snow White" promoters trumpeted the producer's ties to "Alice in Wonderland," Tim Burton's madcap reimagining is nowhere
to be found here.
Instead, working from a script credited to Evan Daugherty, John Lee Hancock and Hossein Amini, commercial director Rupert Sanders' maiden film opens with a fairly lengthy and dark prologue, explaining how the evil Queen Ravenna (Charlize Theron), as much succubus as sorceress, used her feminine wiles and magic to seize the kingdom, kill the king and imprison his beautiful young daughter.
Years pass, and Snow White (now Kristen Stewart) has grown to adulthood in captivity, but seizes an opportunity to escape, Shawshank-style, into the Dark Forest. Since the Queen's magic won't work there, she enlists a simple Huntsman ("Thor's" Chris Hemsworth), who's become a bit of a drunkard since losing his wife, to go and fetch the wayward girl.
After that, the movie gives way to a series of episodic battles and escapes, the best of which visually includes a too-brief encounter with a massive troll.
Grudgingly, the Huntsman assumes the responsibility of protecting Snow White, who wants to reunite with those loyal to her father, a band that includes a noble boy, William (Sam Claflin), with whom she cavorted as a youth.
Handy with a bow, William is a sterling hero in his own right, once again giving a Stewart character the privilege of being surrounded by two hunky potential suitors. It's a dynamic that hardly smacks of chance, any more than the sweeping vistas virtually plucked from the "Rings" trilogy; the magic mirror that morphs into an oozing mass seemingly culled from "Terminator 2;" or portentous dialogue in which it is pronounced, "She is the one," in reverent "Matrix"-like tones, regarding Snow's ability to end the Queen's evil reign.
Precious little here really pops, unfortunately, including an only slightly familiar septet of dwarves -- played by the likes of Bob Hoskins, Ian McShane and
Ray Winstone, with an assist from the visual-effects maestros -- who prove extremely handy in a scrape but don't provide as much comic relief as might have been intended.
The cast does what it can -- especially Theron, whose frequent fits add "drama" and "raging" to her regal title -- but can't overcome a degree of flatness to the middle section or lack of consistent excitement at the end. Nor does Hemsworth's roguish charm come across as effortlessly as it did in "Thor."
In years past, all this might have made for a perfectly acceptable Saturday matinee -- something like "The Magic Sword" comes to mind -- but the current requirements of theatrical tentpoles don't allow for such modestly scaled ambitions.
By that measure, the movie and its villain share a common bond: Conjuring a touch of magic is one thing, but sustaining great helpings of it is something else