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SPECIAL FORCES - LIBERATE L'OSTAGGIO: DIANE KRUGER CORRISPONDENTE DI GUERRA PRESA IN OSTAGGIO DAI TALEBANI
RECENSIONE - Dall'11 MAGGIO
(Special Forces; FRANCIA 2011; drammatico; 107'; Produz.: Easy Company/Studio Canal/Canal+ con la partecipazione di TPS Star in associazione a Banque Postale Image 4/A Plus Image 2/Sofica Manon; Distribuz.: Eagle Pictures)
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Titolo in italiano: Special Forces - Liberate l'ostaggio
Titolo in lingua originale:
Special Forces
Anno di produzione:
2011
Anno di uscita:
2012
Regia: Stephane Rybojad
Sceneggiatura:
Michael Cooper e Stéphane Rybojad
Cast: Diane Kruger (Elsa) Djimon Hounsou (Kovax) Benoît Magimel (Tic-Tac) Denis Ménochet (Lucas) Raphaël Personnaz (Elias) Alain Figlarz (Victor) Alain Alivon (Marius) Mehdi Nebbou (Amen) Raz Degan (Ahmed Zaief) Tchéky Karyo (Amiral Guezennec) Morjana Alaoui (Maina) Didier Flamand (Jacques Beauregard) Jacques Gallo (Le Pacha) Bernard Allouf (il Presidente della Repubblica) Marine Faure (il Primo Ministro)
Musica: Xavier Berthelot
Costumi: Céline El Mazouzi
Fotografia: David Jankowski
Montaggio: Stéphane Rybojad e Erwan Pecher
Makeup: Marthe Faucouit e Chloé Van Lierde
Casting: Juliette Ménager
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
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Sinossi:
Afghanistan: la corrispondente di guerra Elsa Casanova viene presa in ostaggio dai talebani. Per evitare la sua imminente esecuzione, viene inviata un'unità delle forze speciali per liberarla.
In alcuni dei paesaggi più mozzafiato del mondo ma ancora pieni di ostilità , si dà inizio a una ricerca incessante tra i rapitori che non hanno alcuna intenzione di lasciarsi sfuggire la loro preda e un gruppo di soldati che rischiano la vita per raggiungere il loro unico scopo: portarla a casa viva. Una donna forte, indipendente e un gruppo di uomini d'onore messi insieme e costretti ad affrontare situazioni di grande pericolo, legati indissolubilmente in modo emotivo, violento e intimo...
SHORT SYNOPSIS:
A French journalist in Afghanistan is kidnapped by the Taliban
Commento critico (a cura di ENRICA MANES)
C’era una volta il cinema francese, quello fatto di tempi lunghi, lunghissimi, a tratti morti, densamente introspettivo e dalla suspense dilatata anche nei generi di azione, e c’è, ora, il cinema francese che strizza l’occhio da vicino a Hollywood, e non soltanto per lo stile ma anche profondamente mutato nei contenuti.
Dei contingenti francesi in territorio afghano la cronaca ne ha parlato ben poco, ed il pensiero degli attacchi inferti all’apertura della crisi del Nord Africa dall’ormai ex presidente Sarkozy, i toni di questo inno alle truppe speciali appaiono decisamente forzati. Non tocca a noi e nemmeno compete al film tracciare un panorama politico, tuttavia si nota come i connotati siano qui parte di un linguaggio eroico tipicamente americano, a cominciare dalle riprese in soggettiva ad alta quota, dagli abitacoli degli elicotteri e poi giù lanciati insieme ai membri della squadra, e quel ritmo serrato il cui motaggio è scandito da |
inserti di sonoro rock, dal volume sparato al ritmo dei proiettili, e quel cameratismo patriottico alla Salvate il soldato Ryan, ammesso anche che il comando e il governo, tramite il presidente in persona, con lo scopo di riportare in patria una giornalista scomoda per l’opinione pubblica immoli un intero battaglione scelto di forze speciali, decisamente appare riduttiva la figura destinata al rapitore, Ahmed Zaief, che si lascia sfuggire la sua ambita preda senza aver avuto il gusto di torturarla almeno un po’.
Talebani che brulicano sulle montagne fra territorio afghano e pakistano, paesaggi mutevoli e dagli orizzonti mozzafiato, esaltati da una splendida fotografia e dai movimenti di macchina, restano il solo segno di realismo insieme al sentito omaggio a quanti in scontri simili sono morti davvero. Patriottismo e tanta azione nelle belle scene costruite da Stephane Rybojad, ma non mancano accenti tragici da epopea fra il western – con le sue |
battaglie campali o immersi nei canyon- e cartoline da Il signore degli anelli con quella traversata sui crinali, i passi e i valichi e i ghiacci delle pendici himalayane.
E fa sorridere il modo in cui, ad almeno cinquemila metri di quota, ai piedi della catena più alta del mondo, ove centinaia di scalatori esperti hanno perso la vita, qui, sguarniti di tutto, i nostri eroi superino i ghiacci e sopravvivano a danni certi da ipotermia per morire poi miseramente in un attacco degli immancabili talebani in agguato.
Onore al merito agli eroi dunque, al cast della squadra speciale e a Diana Kruger in primis, convincenti ed entrati con realismo nei ruoli, ma decisamente qualcosa di più si poteva tentare. |
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Pressbook:
PRESSBOOK ITALIANO di SPECIAL FORCES - LIBERATE L'OSTAGGIO
Links:
Galleria Fotografica:
Galleria Video:
Special Forces-Liberate l'ostaggio - trailer
Special Forces-Liberate l'ostaggio - clip 1
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