LA SPIA - A MOST WANTED MAN: NELLA SPY STORY TRATTA DAL ROMANZO DI JOHN LE CARRÈ 'YSSA IL BUONO' E DIRETTA DALL’AFFERMATO FOTOGRAFO E REGISTA ANTON CORBIJN ('CONTROL', 'THE AMERICAN') L'ULTIMA INTERPRETAZIONE DA PROTAGONISTA DEL COMPIANTO PHILIP SEYMOUR HOFFMAN
Dal IX. Festival Internazionale del Film di Roma - Evento Speciale - RECENSIONE - PHILIP SEYMOUR HOFFMAN in MEMORIAM - Dal 30 OTTOBRE
"Una delle cose interessanti di LA SPIA è che non ha un reale antagonista. Ci sono molte persone tutte convinte di fare la cosa giusta ma le loro motivazioni sono tutte diverse. Il conflitto tra loro nasce intorno ad un obiettivo centrale, che è il ricercato che tutti vedono da prospettive diverse e vogliono per differenti ragioni".
Il produttore Stephen Cornwell
"Non saprei da che parte iniziare quando penso a ciò che ci ha lasciato in eredità , che è immenso sia per portata che per profondità … Era il miglior caratterista che io riesca a immaginare. La sua forza consisteva in un'immersione totale nel ruolo ed in una completa assenza di vanità . Al contempo, odiava ciò che amava, che era la sua maledizione – si faceva a pezzi per le sue interpretazioni".
Il regista Anton Corbijn sull'attore Philip Seymour Hoffman
(A Most Wanted Man; REGNO UNITO/USA/GERMANIA 2013; Thriller; 121'; Produz.: Amusement Park Films/Demarest Films/Film4/The Ink Factory/Potboiler Productions/Senator Film Produktion/Senator Film; Distribuz.: Notorious)
Cast: Philip Seymour Hoffman (Günther Bachmann) Robin Wright (Martha Sullivan) Rachel McAdams (Annabel Richter) Willem Dafoe (Tommy Brue) Daniel Brühl (Max) Grigoriy Dobrygin (Issa Karpov) Nina Hoss (Erna Frey) Mehdi Dehbi (Jamal) Homayoun Ershadi (Dr. Faisal Abdullah) Vicky Krieps (Niki) Kostja Ullmann (Rasheed) Martin Wuttke (L'Ammiraglio) Rainer Bock (Dieter Mohr) Derya Alabora (Leyla Oktay) Neil Malik Abdullah (Guardia del corpo del Dr. Faisal Abdullah)
Musica: Herbert Grönemeyer
Costumi: Nicole Fischnaller
Scenografia: Sebastian T. Krawinkel
Fotografia: Benoît Delhomme
Montaggio: Claire Simpson
Makeup: Valeska Schitthelm e Jenna Smith
Casting: Jina Jay
Scheda film aggiornata al:
13 Novembre 2014
Sinossi:
IN BREVE:
Dopo essere stato torturato quasi a morte, Yssa (Grigory Dobrygin), immigrato clandestino metà ceceno e metà russo, arriva in Germania per rintracciare il ricco banchiere Tommy Brue (Willem Dafoe) e dare una svolta al destino sfortunato ereditato dal padre. Pur non conoscendo Brue, Yssa è in possesso di una parola d'ordine di cui il banchiere conosce il significato. Giunto ad Amburgo, conosce Mulik, un giovane musulmano di seconda generazione che vive sulla propria pelle i pregiudizi post attacco alle Torri Gemelle e che lo accoglie in casa. Dopo essersi rivolto all'avvocatessa Annabel Richter (Robin Wright) per contattare Brue, Yssa finisce però nel mirino dei servizi segreti tedeschi, sospettato di terrorismo, e di quelli russi per via di vecchi traffici del passato.
SYNOPSIS:
A Chechen Muslim illegally immigrates to Hamburg, where he gets caught up in the international war on terror.
When a half-Chechen, half-Russian, tortured half-to-death immigrant turns up in Hamburg's Islamic community, laying claim to his father's ill gotten fortune, both German and US security agencies take a close interest: as the clock ticks down and the stakes rise, the race is on to establish this most wanted man's true identity - oppressed victim or destruction-bent extremist?
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
IN UN CAPOLAVORO DI PURA ARTE CINEMATOGRAFICA COME QUESTO 'LA SPIA' DI ANTON CORBIJN UN PHILIP SEYMOUR HOFFMAN IMMENSO, MONUMENTALE, INCONTENIBILE, DECLINATO SULL'INFINITO
Per questo action thriller politico La spia - A Most Wanted Man tratto da un altro romanzo ad alta tensione dello scrittore britannico John Le Carrè (La talpa), mi piace iniziare con una considerazione espressa dallo stesso regista Anton Corbijn (Control, The American) nei riguardi di Philip Seymour Hoffman, che qui prende commiato dal suo affezionatissimo pubblico planetario con quella che purtroppo si classifica quale sua ultima performance. Ruolo semplicemente 'monumentale' in ogni senso: nel senso della scrittura che lo vuole al centro di ogni scena, e ovviamente nel senso del suo potere unico al mondo, di radicare sul grande schermo in ogni fotogramma, con l'immensità introspettiva di una potenza irradiante, come un rampicante sul muro caricato con l'humus di un fertilizzante magico in grado di stimolare la
crescita miracolosa. Quel che si dice il nocciolo di un frutto tutto polpa e succo, da bollino Gold per qualità e perfezione.
"Era un gigante sotto ogni aspetto e la sua scomparsa non è solo una gigantesca perdita per il mondo intero e per tutti gli amanti dell'arte, ma anche ad un livello umano. Era un essere umano al 200%, con tutti i difetti e le lotte interiori che ne conseguono – e da questo deriva la grande arte, mi piace pensare".
E' questo un passaggio che, fuor dai denti dell'ampollosa retorica post-mortem, coglie l'anima dell'Arte in generale e in particolare di quella del nostro caro Seymour, cui il film è doverosamente dedicato. Se fino ad oggi lo abbiamo idolatrato per il peso genuino, schietto e sincero con cui sapeva calibrare i suoi svariati personaggi in celluloide, questa sua ultima, davvero 'incontenibile', performance, ne La spia, ce lo farà rimpiangere
amaramente rendendoci ancor più cara e preziosa, come una reliquia, la sua memoria.
'spy story' ad altissimo tasso cerebrale, fatto di silenzi, di pause e di elucubrazioni mentali che mentre tallonano 'l'uomo più ricercato' si soffermano su morale e legittimità del modo di operare nel corso di indagini e spionaggio, cedendo generosamente il passo del protagonismo agli scrupoli di coscienza che qui prendono anima e corpo con un certo peso. Un tocco fatto di originalità e di tutta quella naturale genialità artistica che emerge dall'intrigante inizio, dalla stessa 'indiretta' e 'minimalista' entrata in scena di Philip Seymour Hoffman, dallo spettacolare finale in cui si annida un'involontaria metafora dell'addio che colpisce al cuore, ma anche di tutto il caleidoscopio di palpitanti scorci chiaroscurati in primissimo piano, delle numerose riprese da tergo o di sofisticati sotto in su, e di tutto ciò che ci parla con elegante discrezione da ogni angolo di ogni singolo fotogramma. Il tocco impeccabile che affiora da fotografia e musica (con
E' questo il tocco che porta La spia di Corbijn, Hoffman & Co. nei nobili ranghi di quel genere di perfezione che caratterizza un capolavoro. E quando
il cinema incontra l'Arte con la A maiuscola, come in questo caso - e di questi tempi non è cosa di tutti i giorni - è qualcosa che lascia davvero il segno. L'ARTE, quella vera, così come i veri grandi ARTISTI, sono per sempre!
Perle di sceneggiatura
(In una bettola):
ROBIN WRIGHT (Martha): "Dovevamo venire proprio in un posto come questo?" PHILIP SEYMOUR HOFFMAN (Günther): "Io sono un cavernicolo, le camere con vista le lascio a voi"
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Notorious Distribuzione, Ornato Comunicazione e Laura Poleggi (QuattroZeroQuattro)
Fatal error: Uncaught Error: Call to undefined function str_starts_with() in /web/htdocs/www.celluloidportraits.com/home/util.php:223
Stack trace:
#0 /web/htdocs/www.celluloidportraits.com/home/schedamovie.php(775): makeLinkVideo()
#1 {main}
thrown in /web/htdocs/www.celluloidportraits.com/home/util.php on line 223