MORTDECAI - DALLA PAGINA SCRITTA ALLA CELLULOIDE: ECCO A VOI CHARLES MORTDECAI, L'ANTIQUARIO PIU' BISLACCO E SFRONTATO DEL REGNO UNITO QUI RITRATTO CON SPICCATO UMORISMO DA JOHNNY DEPP. GWYNETH PALTROW E' SUA MOGLIE JOHANNA, ED EWAN MCGREGOR L'ISPETTORE MARTLAND. NEL CAST ANCHE PAUL BETTANY, JEFF GOLDBLUM, OLIVER PLATT E OLIVIA MUNN
RECENSIONE ITALIANA e PREVIEW in ENGLISH by GUY LODGE (www.variety.com) - Dal 19 FEBBRAIO
"Charlie Mortdecai ha ereditato una vasta magione in campagna, ma è a corto di fortuna e di quattrini. Per rimpinguare le proprie finanze, Charlie diventa un mercante dâarte truffaldino, che usa la sua arguzia per guadagnare denaro attraverso accordi sotterranei. Nel film, Mortdecai e il suo braccio destro Jock Strapp sbarcano in America per impossessarsi indebitamente di alcune opere dâarte. Charlie si dedica alla vendita di lavori di dubbia provenienza".
Lo sceneggiatore Eric Aronson
"(Mortdecai) Ă un individuo senza scrupoli, ma dal gusto impeccabile. Ă sul lastrico e deve riscaldare quella casa gigantesca, la Mortdecai Manor; per questo, escogita un piano per farlo. La sua area di competenza sono le Belle Arti. Il fatto che le opere dâarte non necessariamente appartengano alla persona che gliele cede o che forse siano dei falsi non lo tange minimamente".
Il regista David Koepp
Soggetto: Il film si ispira a The Great Mortdecay Moustache Mistery, capitolo conclusivo di una trilogia dedicata a un ricco mercante d'arte che non disdegna nÊ il crimine nÊ litri e litri di brandy, scritta da Kyril Bonfiglioli. La serie di Mortdecai, che ha avuto un grande riscontro di pubblico quando è stata pubblicata nel Regno Unito tra il 1972 ed il 1985, sarà editata anche in Italia nel 2015 da Edizioni Piemme.
Cupi, satirici e dallo stile decisamente British, i romanzi che vedono protagonisti Charlie ed il suo braccio destro Jock Strapp sono spesso paragonati alle folli creazioni di P.G. Wodehouse, le famose storie di Jeeves e Wooster.
Cast: Johnny Depp (Charlie Mortdecai) Gwyneth Paltrow (Johanna Mortdecai) Ewan McGregor (Ispettore Alistair Martland) Olivia Munn (Georgina Krampf) Paul Bettany (Jock Strapp) Jeff Goldblum (Milton Krampf) Jonny Pasvolsky (Emil Strago) Carly Steel (Mrs. Krampf) Alec Utgoff (Dmitri) Jamie Bernadette (Ragazza in bichini) Ulrich Thomsen (Romanov) Michael Culkin (Sir Graham Archer) Michael Byrne (Duca di Asherboroughdon)
Musica: Mark Ronson e Geoff Zanelli
Costumi: Ruth Myers
Scenografia: James Merifield
Fotografia: Florian Hoffmeister
Montaggio: Derek Ambrosi e Jill Savitt
Effetti Speciali: David Payne e Chris Reynolds (supervisori)
Makeup: Julie Dartnell (supervisore); Joel Harlow (per Mr. Depp)
Casting: Elaine Grainger e John Papsidera
Scheda film aggiornata al:
25 Marzo 2015
Sinossi:
IN BREVE:
Gestire un branco di russi inferociti, i servizi segreti inglesi, una moglie dalle gambe chilometriche ed un terrorista internazionale non sarĂ cosa facile. Ma Charlie Mortdecai (Johnny Depp) ci riuscirĂ . In giro per il mondo, armato solo del suo fascino e della sua bellezza, Charlie intraprenderĂ una corsa contro il tempo per riuscire a recuperare un dipinto rubato, che si dice contenga il codice per accedere ad un conto bancario in cui era stato depositato lâoro dei Nazisti.
SYNOPSIS:
Art dealer Charles Mortdecai searches for a stolen painting that's reportedly linked to a lost bank account filled with Nazi gold.
Juggling some angry Russians, the British Mi5, his impossibly leggy wife and an international terrorist, debonair art dealer and part time rogue Charlie Mortdecai must traverse the globe armed only with his good looks and special charm in a race to recover a stolen painting rumored to contain the code to a lost bank account filled with Nazi gold.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Tre bicchieri da cocktail alla fiamma trionfano su un vassoio portato in pompa magna nella sala di un locale in, di marca asiatica. Si direbbe. A giudicare dalle fisionomie che transitano o che siedono ai tavoli qua e là . Una suadente voce fuori campo, che nella versione italiana sfoggia un accento pronunciatamente british, intanto ci guida e ci accompagna - e lo farà anche in seguito per l'intero tour - in questo dedalo alcova di intrattenimento, tanto tranquillo e glamour quanto già in odore di rissa. Tant'è! Non prima che ci venga svelata l'identità della nostra guida però. Non certo in volto. Certo che no. Troppo banale! Una carrellata alle sue spalle tornite è d'obbligo prima di trovarci faccia a faccia con il piÚ spudorato e furfante mercante d'arte che la nostra fervida immaginazione possa dipingere sulla corteccia delle nostre sinapsi cerebrali. Ed eccolo finalmente lÏ: quel 'Mortdecai' del titolo
del film, tanto popolare in cartaceo, prima ancora che in celluloide. Charles Mortdecai esce difatti dalle pagine della fortunata trilogia (1972-1985) di Kyril Bonfiglioli prima di raggiungere il grande schermo con il Mortdecai di David Koepp (luminare sceneggiatore prima che regista), ispirato al capitolo conclusivo The Great Mortdecai Moustache Mistery. E questo Mortdecai in cui si cala straordinariamente come in una seconda pelle, Johnny Depp, che ha tutto il cotĂŠ naturale del carattere - certamente per talento ma (come non malignare dopo i recenti gossip?!) si direbbe anche per la sinergica condivisione con il personaggio nel segno della 'brillantezza' dell'essere, dell'essere brillo, intendo, ovvero sovente molto prossimo al bicchiere! - tutto mossette, moine, ammicchi, humour, ironia e irrisolvibili contraddizioni, ha sempre una spalla su cui appoggiarsi e scaricare le rogne piĂš grosse, schivare i dardi delle ire dei truffati o dei criminali, piĂš o meno da strapazzo, suo pari. Si
tratta di quell'inaffondabile quanto grottesco Jock, toccato in sorte a Paul Bettany che, per inciso, se non fa piÚ attenzione alla scelta dei suoi ruoli, rischia di inciampare nell'etichetta del 'poco raccomandabile', al di là delle varianti di stile di volta in volta, in cui è già incappato Gary Oldman nel corso della sua lunga carriera.
Comunque, fatte le obbligate presentazioni, si diceva, 'la quiete prima della tempesta'! Resta giusto il tempo di una conversazione paradossalmente gentile, tra uno scappellotto e l'altro, frecciatina piÚ, frecciatina meno, incollate sul puntale della provocazione, e il gioco è fatto: la scintilla accende un bel falò, nel reale senso del termine. E che il parapiglia abbia inizio! Curioso che fin dalle prime sequenze mi sia venuto in mente il secondo atto di Indiana Jones! Ricordate giustappunto la sequenza iniziale nel locale in cui si esibiva una (allora fantastica!) bionda cantante, la Wille Scott di
Kate Capshaw, tanto bella quanto svampita, prima che il fatidico Indy (mitico Harrison!) in candida mise smoking facesse il suo ingresso e ad un tavolo simile a quello in cui si siede oggi il macchiettistico, ed alquanto logorroico, Mortdecai di Depp? Le dinamiche della 'carica', piÚ o meno caricaturale, piÚ o meno dinamitarda, sembrano almeno sorellastre, se non proprio sorelle. E questo perchÊ? Perchè in effetti il Mortdecai di Koepp-Depp (sembra uno scioglilingua, mi si perdoni il bisticcio di parole!), si trova esattamente al confine tra commedia e spy story. L'odierno Mortdecai sembra aver sniffato un pò da Indiana Jones, un pò da James Bond, un pò dalla coppia - indubbiamente meno agitata di Mortdecai e Jock - di Sherlock Holmes e del Dr. John Watson, e cosÏ via. E come Indiana Jones e James Bond, anche Mortdecai ha al suo fianco una 'girl blond' avvenente - eccome! - ma
non certo svampita, anzi, piuttosto arguta e, luciferina, ops, intendevo, felina! E questa volta, inedita accoppiata, al fianco di Depp, si colloca Gwyneth Paltrow negli elegantissimi e sofisticati panni di Johanna, l'algida consorte leziosamente snob del nostro Mortdecai. Una coppia sempre sull'orlo del crac finanziario e del baratro fedifrago - il povero Ewan McGregor si sacrifica qui, scialbamente, nel terzo incomodo, spasimante di Johanna e ispettore di polizia, intrallazzato in una bizzarra collaborazione con Mortdecai - mai di fatto consumato, nel nome di una fedeltà che come unici rivali sembra avere - da non crederci! - un bel paio di baffi. Non una questione da poco, quasi un affare di stato... stato di sopravvivenza e ... buona salute. Per comprendere che cosa intendo, dovete andare a vedere il film - non c'è altra scelta! - e osservare bene il ritornello reattivo che si innesca intorno a questi baffi: da parte
di Johanna prima e da parte di Mortdecai dopo, per riflesso imitativo. Che sciocchezze direte voi! Beh, tutto il Mortdecai di Koepp-Depp, ben scritto devo dire - la sceneggiatura porta la firma di Eric Aronson ma certamente il timbro di un navigato del settore come Koepp, che qui ha preferito siglare solo la regia, occhieggia tra le righe - corre sul filo dell'assurdo che flirta qua e lĂ persino con una comicitĂ popolana - o se preferite 'populista' che va di moda! - volgarotta quando non demenziale, mentre insegue le varie tappe di un intreccio da pseudo-noir. E se non fosse per quella stucchevole leziositĂ che alla lunga rende scivolosa la pista di pattinaggio, dove le cadute - anche di stile! - non sono poche, questo Mortdecai in celluloide potrebbe anche sfangarla sulla spiaggia del divertente. Consigliato a chi piace la commedia leggera e surreale e a chi piace Johnny
Depp, qui assolutamente centrale, come del resto da copione e da trama narrativa. Il che, invece di essere imputato a difetto, potrebbe anche finire per far punto come pregio.
Secondo commento critico (a cura di GUY LODGE, www.variety.com)
ENERGETIC BUT OBSTINATELY UNFUNNY, DAVID KOEPP'S THROWBACK FARCE IS A SHOWCASE FOR JOHNNY DEPP AT HIS MOST SELF-AMUSED.
Should the recent surge in male facial hair as a fashion accessory stall in 2015, barbers would be within their rights to blame âMortdecai,â a perky but obstinately unfunny heist caper with a hero irksome enough to make any happily mustachioed man reconsider his life choices. Directed (but, unusually, not written) by an off-form David Koepp, the film shoots for the swinging insouciance of â60s farce, but this story of a caddish art dealer enlisted by MI5 to assist in a knotty theft case is longer on frippery than quippery: Thereâs a fatal shortage of zingers to supplement its exhausting zaniness. Only particularly dedicated devotees of Johnny Deppâs latter-day strain of mugging â here channeling Austin Powers by way of P.G. Wodehouse â will delight in this expensive-looking oddity.
Eric Aronsonâs script â
his first feature-length effort since 2001âs little-cherished Lance Bass starrer âOn the Lineâ â is based on Kyril Bonfiglioliâs 1973 novel âDonât Point That Thing at Me,â the first in a moderately popular comic series centered on the amoral trickster Charlie Mortdecai. Mortdecaiâs twitchy âstache was enough of a character trademark to feature in the title of the seriesâ final chapter; while it might be stretching a point to call Deppâs daintily upturned walrus whiskers the filmâs best joke, itâs certainly its hardest-working one, serving as the impetus for several long-running gags. (If auds arenât tickled the first time Mortdecaiâs upper-lip rug triggers a womanâs gag reflex, the film reasons, theyâll warm to the idea with repetition.)
If thatâs not much to build a comedy on, itâs an even flimsier basis for a character: As presented here, at least, Mortdecai is certainly daft, but not in the singularly absurd way that
makes Wodehouseâs Bertie Wooster, say, a distinctly human figure of fun. Rather, heâs an amalgam of easy-target toff characteristics â a preening, lily-livered aristocrat of indeterminate provenance, forced to live by his unreliable wits as his fortune supposedly runs dry.
Not that thereâs any evidence of financial strain in his immaculate country pile or his equally polished trophy wife, Johanna (Gwyneth Paltrow, game but under-challenged), whose plainly superior intellect hasnât yet inspired her to leave this dolt and head up a posh adventure franchise of her own. If push came to shove, meanwhile, it seems Mortdecai would sooner lose Johanna than his quietly hulking Cockney manservant, Jock Strapp (these are the jokes, people), played by a creatively if unhappily cast Paul Bettany; our man remains too self-absorbed, however, for any upstairs-downstairs bromance to take root.
Mortdecaiâs usual subsistence strategy of art-related con jobs â passing off tat as treasure, in much the
same way he passes himself off as a gentleman â is taken up a notch when Security Service agent Martland (Ewan McGregor) comes knocking. A former college frenemy who still carries a torch for Johanna, Martland reluctantly recruits the rogue to assist in their search for a missing Goya masterwork of eye-watering value. No prizes for guessing the decoys and double-crossings that ensue as the action zooms â literally so, with bouncy 3D atlas graphics â from London to Moscow to Los Angeles and back again, with a hammy side of thickly accented heavies in tow. The outcome is neither surprising nor especially smart; Koepp, whose last directorial outing, âPremium Rush,â demonstrated his occasional knack for unabashed gee-whiz silliness, is more concerned with keeping the story at an active simmer.
In that respect, âMortdecaiâ succeeds; even at its emptiest, itâs hardly inert. But rather like Michael Hoffmanâs ill-fated, Coens-scripted âGambitâ â
a slightly more disarming attempt at comparable genre-throwback territory â the film is only frenzied, never fizzy. Its arch, abstract character relationships keep even the most superficial emotional stakes at bay; Depp and Paltrow make a sleek screen couple, but their marital banter is too low on venom, and too heavily enshrouded in quote marks, to read as sexy. McGregor, not ordinarily an actor who has to work especially hard to charm, is stymied by a role that amounts to little more than a makeweight romantic foil for two mutually dispassionate spouses; the dynamic between them is less a love triangle than it is a sexless detente cordiale.
Then again, Depp has entered a realm of performance so self-amused, one imagines most co-stars would struggle to forge chemistry with him. (As a margarine-slick Yank billionaire also in the hunt for the Goya, the redoubtable Jeff Goldblum goes largest and comes closest.)
Resplendent with eccentric, Peter Sellers-indebted vocal tics and spasms, his Mortdecai is neither a careless nor an artless creation. But it is, for all its energy, a somewhat airless one â an experiment fostered by a film thatâs in thrall to little else. (Tellingly, Depp also produced.)
At least, in line with its eponymous protagonistâs aesthetic sensibility, the film isnât afraid to splash its money around: James Merifieldâs production design and Ruth Myersâ costumes both hit the right note of gauche grandeur, gleaming under the bright, color-intensive glare of Florian Hoffmeisterâs camera. And pop-funk producer extraordinaire Mark Ronson, making his first foray into film scoring, was an appropriate choice to assist composer Geoff Zanelli: His cluttered horn arrangements are in keeping with the picâs retro leanings and manic disposition. Editors Jill Savitt and Derek Ambrosi can take equal credit for the latter, though at 106 busy minutes, âMortdecaiâ could use a
shave. Mortdecai himself, of course, wouldnât dream of it.