"Volevo fare un nuovo film di rapine, un heist-movie, per rompere le convenzioni e le regole. Altrimenti si rivedrebbe sempre lo stesso film. Questo vale anche per Viola Davis come protagonista. Volevo riflettere il mondo in cui viviamo, quello che vedo quando apro la porta. Voglio che il pubblico, con la sua varietà, sia riflesso sullo schermo".
Il regista e co sceneggiatoreSteve McQueen
(Widows; REGNO UNITO/USA 2018; Thriller noir; 128'; Produz.: Regency Enterprises/See-Saw Films/Film4/New Regency Pictures; Distribuz.: 20th Century Fox)
Bailey Rhyse Walters (Gracie) James Vincent Meredith (John/Uomo di Mulligan) Brian Tyree Henry (Jamal Manning) Kevin J. O'Connor (Bobby Welsh) Ann Mitchell (Madre di Amanda) Michael Harney (Fuller) Jacki Weaver (Agnieska) Adepero Oduye (Breechelle) Deanna Reed-Foster (Cliente) Lukas Haas (David)
Musica: Hans Zimmer
Costumi: Jenny Eagan
Scenografia: Adam Stockhausen
Fotografia: Sean Bobbitt
Montaggio: Joe Walker
Effetti Speciali: Michael Gaspar (supervisore)
Makeup: Ma Kalaadevi Ananda (direzione e trucco per Viola Davis); Jacqueline Fernandez (per Michelle Rodriguez); Minnie Krishnan
Casting: Francine Maisler, Mickie Paskal e Jennifer Rudnicke
Scheda film aggiornata al:
02 Febbraio 2022
Sinossi:
In breve:
La storia inizia con tre rapinatori armati che vengono uccisi durante una rapina lasciando dietro di sé le proprie mogli.
Così, nella moderna Chicago, teatro di agitazioni e tumulti, quattro donne con nulla in comune decidono di dare una svolta alle loro esistenze. Prendendo in mano le redini dei propri destini, progettano di portare a termine il colpo criminale per cui i loro mariti hanno perso la vita. Con l'aiuto di una quarta donna le vedove portano a termine un colpo che i mariti non erano riusciti a compiere.
Synopsis:
Set in contemporary Chicago, amidst a time of turmoil, four women with nothing in common accept a debt left behind by their dead husbands' criminal activities, take fate into their own hands, and conspire to forge a future on their own terms.
"Widows" is the story of four women with nothing in common except a debt left behind by their dead husbands' criminal activities. Set in contemporary Chicago, amid a time of turmoil, tensions build when Veronica (Viola Davis), Alice (Elizabeth Debicki), Linda (Michelle Rodriguez) and Belle (Cynthia Erivo) take their fate into their own hands and conspire to forge a future on their own terms
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
In un 'heist movie' corale come il Widows di Steve McQueen (Hunger, Shame, 12 anni schiavo) - tratto da una miniserie televisiva inglese di Lynda La Plante del 1983 - non si fa mancare la parte del leone. E questa volta, in mezzo ad un cast pentastellato, se la accaparra una donna, ma soprattutto, una indiscussa, straordinaria interprete come Viola Davis (The Help, Il dubbio, Barriere). Colei che tradotta nella sua Veronica, si ritrova, suo malgrado, ad assumere un'imprevista 'eredità criminale', onorata dal titolo italiano del film. Una storia normalmente ad alto tasso di testosterone che gli eventi arretrano dietro le quinte, offrendo il primo, anzi, il primissimo piano, ad un nucleo femminile funestato dalla perdita dei rispettivi mariti, a loro insaputa dediti al servizio del crimine e, naturalmente, come lo è sempre, in nome del denaro. Alle vicende personali, però, si intreccia un'anima profondamente politica, fatta, come c'era
da aspettarsi, di manipolazione e corruzione, di reciproci colpi bassi a go-go, al fine di raggiungere il podio della vittoria alle elezioni presidenziali. E per colpi bassi si intendono non solo voci grosse, pure in campo - memorabile in tal senso Robert Duvall con il vegliardo politico Tom Mulligan, in perenne conflitto con l'ambizioso e cinico figlio Jack (Colin Farrell) - sotterfugi e ricatti più o meno aperti a vario titolo, ma azioni criminali a tutto tondo, con generoso spargimento di sangue, intense sparatorie e morti ammazzati. Con il grande pregio di sfuggire il più possibile dai cliché però, fuori dai denti di splatter o di vacue e prolungate spettacolarizzazioni, e dunque in vista solo il tempo strettamente necessario. Il tempo di lanciare uno ad uno, alternati tra loro, i dardi di vite private, e quelli delle operazioni criminali. Scorci che si intersecano tra loro, con matematica precisione e cristallina
chiarezza, così come ogni battuta della superba sceneggiatura.
Senza veli il piano sequenza d'inizio con il primissimo piano del passionale bacio prolungato tra Veronica/Davis ed il consorte Harry Rowlings (bravissimo e camaleontico Liam Neeson in questo sconcertante ruolo a doppio fondo), tra le candide lenzuola del loro letto. Dalle battute private ad un violento scorcio di azione del crimine culminato di lì a poco in un'esplosione che rende vedova Veronica così come le mogli di altre coppie presentate una ad una poco prima. Curioso il modo in cui le vedove si ritrovino a diverso titolo finanziariamente rovinate e dunque costrette a far corpo unico per agganciare l'unica chance disponibile onde evitare l'affossamento. Al cuore dell'intricata trama, alcuni memorabili colpi di scena mostrati con tutto il talento di regia che riesce ad essere graffiante usando il guanto di seta. Basta vedere il discreto ed incisivo inserto del grave lutto che si intuisce
vissuto in precedenza in casa Rowlings, da Veronica/Davis ed Harry/Neeson, secondo dinamiche che sembrano perfette per lasciarsi dietro sensi di colpa e rimpianti senza pari, mentre si scopre e si ammira l'imperante 'cinematografia del dolore', protagonista in modi differenti e per le più svariate ragioni, essudata da ogni singolo poro dell'intero corpo della storia. Di 'cinematografia del dolore' trasuda quell'attesa rappresa davanti ad porta chiusa davanti alla quale Veronica resta a lungo in silenzio mentre la sua cagnolina abbaia stranamente con insistenza. La casa è quella della più giovane vedova Amanda (Carry Coon) con un figlio di appena quattro mesi, cui Veronica era andata a far visita pochi istanti prima. Così come di 'cinematografia del dolore' trasudano certi vibranti scorci minimalisti: la bocca di Veronica/Davis che fuma per tentare di ritrovare almeno un brandello di equilibrio interiore mentre l'universo personale sembra andare in pezzi da ogni lato, è un esemplare
brano in cui la tensione a pelle scavalca la finzione per farsi realtà piena. Il passaggio dell'incontro imprevisto in piena azione che subisce una raggelante battuta d'arresto però, con quel minimalista brano di sceneggiatura che si limita ad un semplice "Già!" è uno di quei 'colpi da Maestro' che non si dimenticano e che finisce per diventare, fondamentalmente, il respiro di tutto il film.
I tasselli di un puzzle destinato ad espandersi a macchia d'olio per poi restringersi alla solo goccia che doveva restare in campo alla fine, esala i fumi arroventati di una rivendicazione tutta al femminile. Un riscatto di marca 'verista' che frappone distanze siderali con lo stuolo di eroine da fumetto che ultimamente hanno invaso il grande schermo. Questa è una storia di 'donne veraci' che, con tutte le realistiche perplessità del caso, dal dolore e dalle difficoltà, avendo perso tutto, traggono forza e coraggio, giocandosi il tutto
per tutto per sventare lo spauracchio dell'annientamento. Con in mano un 'quaderno di appunti' mai consegnato al legittimo destinatario, scrigno segreto di un piano tutto da decifrare per un nuovo colpo, Veronica (Viola Davis), Linda (Michelle Rodriguez), Alice (Elizabeth Debicki) e Belle (Cynthia Erivo) riusciranno a rivoltare le sorti del proprio funesto destino, oltretutto, senza dimenticare la solidarietà, anzi direi piuttosto, ricollocandola al primo posto nella scala delle priorità personali. Quel genere di solidarietà che, mentre punta a restituire dignità, cancella ogni sorta di sudditanza o debito, per un regolamento di conti onesto e paritario... al femminile.
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)