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L'ARMA DELL'INGANNO - OPERAZIONE MINCEMEAT
RECENSIONE - Dal Bari Film Festival - Un'operazione pionieristica e cruciale per le sorti della Seconda guerra mondiale, un inganno nato nelle stanze dell'intelligence britannica, l'Operazione Mincemeat, raccontata ora da John Madden (Shakespeare in Love, la doppietta di Marigold Hotel) pone in primo piano due ufficiali, tra cui Colin Firth, alle prese con stratagemmi per sconfiggere i nazisti - Dal 12 Maggio
"Non avremmo mai immaginato che sarebbe uscito in questo periodo di guerra in Ucraina... Con Colin Firth siamo amici e, letteralmente, vicini. Dopo vari tentativi di tornare a lavorare insieme, dopo tanto tempo da 'Shakespeare in Love'. Questa storia era quella giusta. È un formidabile personaggio il suo, un consigliere del re che in realtà è un agente dell’intelligence, determinato a lasciarsi alle spalle le aule di tribunale per impegnarsi direttamente nella guerra, non potendo andare al fronte. Una vicenda complessa e interessante e Colin è un attore che si mette sempre al servizio del materiale, se si fida del regista. È stato un film molto divertente da realizzare, con Matthew Macfayden hanno lavorato in sintonia per costruire insieme il rapporto fra i loro due personaggi... Amo raccontare le storie che non sai dove ti portano, che ti sorprendono perché sono piene di sorprese. Sono uno strumento incredibile, le sorprese, se usate bene e, al contrario della vita, al cinema sono molto piacevoli da vivere. Ma è stato fatto due anni fa, in un contesto molto diverso da quello attuale. L’ultima cosa che volevo fare era promuoverlo sulla scia del conflitto ucraino, che ci paralizza tutti e rende difficile parlare di un film ambientato durante un’altra guerra. Era straordinario poter raccontare le dinamiche di quella che definisco la guerra nascosta, quando nelle stanze di una Londra oscurata si fumava e si decidevano trame sotterranee, con la paura di venire fregati dai nemici, provando a ingannarli. Una responsabilità gravosa per i personaggi coinvolti, oltre che per Churchill, visto che dalla resistenza allo sbarco in Europa sarebbero dipesi i destini dei soldati e di milioni di persone che vivevano l’occupazione nazifascista. Loro per vari motivi non sono al fronte e costruendo una finzione ci si perdono, è molto umano"
Il regista John Madden
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