ADALINE - L'ETERNA GIOVINEZZA: UN INCIDENTE PER MORIRE, UN FULMINE PER RESUSCITARE. SOLA E IMMORTALE, L'ADALINE DI BLAKE LIVELY SCOPRIRA' COME PER AMORE SI POSSA DESIDERARE DI INVECCHIARE E MORIRE DI NUOVO. NEL CAST ANCHE HARRISON FORD ED ELLEN BURSTYN
N° 2 al Sondaggio 'CelluloidPortraits' ex aequo con 'Birdman' e 'Cenerentola' - THE BEST OF 'CINEMA SOTTO LE STELLE' (Cinema all'aperto - Estate 2015) - RECENSIONE ITALIANA e PREVIEW in ENGLISH by JUSTIN CHANG (www.variety.com) - Dal 23 APRILE
âLa sceneggiatura mi ha colpito subito. Ă una bellissima storia, di quelle che si vedono raramente. Ă un film che parla dâamore, e fa capire perchĂŠ sia giusto e importante invecchiare e, in fondo, morire. Senza questo, la stessa la vita perde tutto il suo senso"
Il produttore Tom Rosenberg
"Possiamo dire che appartiene alla categoria del realismo magico"
Il produttore Gary Lucchesi
"Il tema di fondo della storia è veramente affascinante; la storia di una donna che, a causa di un incidente, resta imprigionata in una non-etĂ . Lâunica persona a conoscere il suo segreto è la figlia, che ormai è alla soglia degli 80 anni. Lâincontro con un giovane uomo, a differenza delle altre persone incontrate nella sua vita, riesce a farla riemergere da unâesistenza condotta quasi totalmente in solitudine. Non avevo mai letto nulla, prima dâora, che raccontasse che invecchiare è bello. Il mondo in cui viviamo è ebbro di giovinezza e vanitĂ . Questa mi è sembrata unâidea molto particolare, invece"
Il regista Lee Toland Krieger
(The Age of Adaline; USA 2014; Commedia romantica; 109'; Produz.: Lakeshore Entertainment/Sidney Kimmel Entertainment/Sierra-Affinity; Distribuz.: Eagle Pictures)
Sceneggiatura:
J. Mills Goodloe e Salvador Paskowitz
Soggetto: Il film sarĂ incentrato su Adaline, una giovane madre che resta uccisa in un incidente dâauto. La donna viene miracolosamente resuscitata da un fulmine, che la rende immortale impedendo al suo corpo di invecchiare. Dopo lunghi anni trascorsi in solitudine, Adaline incontrerĂ un uomo per il quale può valere la pena perdere la propria immortalitĂ per diventare vecchi insieme.
Cast: Harrison Ford (William Jones) Blake Lively (Adaline Bowman) Michiel Huisman (Ellis Jones) Amanda Crew (Kiki) Ellen Burstyn (Flemming) Richard Harmon (Tony) Kathy Baker (Kathy Jones) Mark GhanimĂŠ (Caleb) Lynda Boyd (Regan) Anjali Jay (Cora) Chris William Martin (Dale Davenport) Barclay Hope (Stanley Chesterfield) Peter J. Gray (Clarence James Prescott) Lane Edwards (Dr. Larry Levyne) Serge Houde (Buon Samaritano) Cast completo
Anthony Ingruber (Giovane William)
Musica: Rob Simonsen
Costumi: Angus Strathie
Scenografia: Claude ParĂŠ
Fotografia: David Lanzenberg
Montaggio: Melissa Kent
Effetti Speciali: James McQuaide (supervisore effetti visivi)
Makeup: Monica Huppert (capo dipartimento makeup)
Casting: Deborah Aquila, Heike Brandstatter, Coreen Mayrs, Tricia Wood e Lisa Zagoria
Scheda film aggiornata al:
04 Settembre 2015
Sinossi:
IN BREVE:
Adaline (Blake Lively), nasce nel 1908 e smette di invecchiare all'etĂ di 29 anni, dopo un misterioso incidente d'auto. Condannata ad essere eternamente giovane, la protagonista, interpretata dalla seducente Blake Lively, (star di Hollywood e icona della moda mondiale) attraversa tutto il â900, vivendo in prima persona lâevoluzione delle mode e dello stile di vita delle varie decadi.
Dopo anni di vita solitaria, incontra un uomo per cui forse vale la pena perdere la propria immortalitĂ .
IN DETTAGLIO:
Nata intorno allâinizio del ventesimo secolo, Adaline Bowman [Blake Lively] non avrebbe mai pensato di poter essere ancora viva nel ventunesimo; ma un momento magico della sua vita la salva dalla morte e le regala lâeterna giovinezza. CosĂŹ, a 29 anni, Adaline smette di invecchiare e comincia unâavventura unica, che mai essere umano ha vissuto. Questo destino incredibile le consente di vivere, per molti decenni, la storia delle trasformazioni del mondo, che fanno da sfondo alle sue vicende personali e sentimentali: dalle due Guerre Mondiali alle lotte degli anni â60 per la libertĂ , fino ai nostri eventi piĂš recenti. Nascondendo abilmente il proprio segreto a tutti, tranne alla propria figlia, Adaline riesce a vivere con delicatezza e riserbo la sua vita, finchĂŠ un giorno la donna incontra lâaffascinante e carismatico filantropo Ellis Jones [Michiel Huisman] che riaccende il lei la passione per la vita e per lâamore. Dopo un weekend con i genitori di lui [Harrison Ford and Kathy Baker], che rischia di portare alla luce lâincredibile veritĂ , Adaline prende una decisione che cambierĂ per sempre la sua vita.
SYNOPSIS:
A young woman, born at the turn of 20th century, is rendered ageless after an accident. After years of a solitary life, she meets a man who might be worth losing her immortality.
After miraculously remaining 29 years old for almost eight decades, Adaline Bowman has lived a solitary existence, never allowing herself to get close to anyone who might reveal her secret. But a chance encounter with charismatic philanthropist Ellis Jones reignites her passion for life and romance. When a weekend with his parents threatens to uncover the truth, Adaline makes a decision that will change her life forever.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Il 'realismo magico' è la sua cornice ideale. Quel genere di poetica che si trova a metĂ strada, per cosĂŹ dire, tra l'elemento magico, surrealista e la rappresentazione realistica. Suona simbolico il fatto che il termine ârealismo magicoâ sia stato coniato per la prima volta dal critico tedesco Franz Roh negli anni â20 per designare il realismo insolito del movimento pittorico post-espressionista tedesco. Gli anni Venti rientrano difatti nel corollario temporale che abbraccia l'insolita parabola vitale di 107 anni in una donna che non può invecchiare e che conserva dunque l'aspetto giovanile fermo all'etĂ di 29 anni. Galeotto un incidente d'auto mortale e un fulmine che la riporta in vita 'geneticamente modificata', per cosĂŹ dire. L'idea dell'eterna giovinezza, in un modo o in un altro, era giĂ venuta in mente allo scrittore e sceneggiatore Sci-Fi Charles Beaumont, tradotta poi sulla celluloide nella Serie 'Ai Confini della realtĂ ' da Anton Leader
in Long Live Walter Jameson (Lunga vita a Walter Jameson, 1960). Anche in questo caso le foto confermano il sospetto e tradiscono l'identitĂ nascosta dal protagonista. E che dire de Il miglio verde che Frank Darabont ha raccolto dalle pagine di Stephen King? Un affascinante caso cinematografico di 'realismo magico'. L'idea per altri versi era maturata poi con Il curioso caso di Benjamin Button di David Fincher, apportando peraltro riflessioni piĂš profonde e argomentazioni altre sul processo inverso di una vita che dalla vecchiaia raggiunge la giovinezza.
Chi torna oggi sull'argomento è invece il giovane regista Lee Toland Krieger (The Vicious Kind e Separati innamorati), con Adaline - L'eterna giovinezza, un'esperienza cinematografica non certo all'altezza dei precedenti, davvero carichi di un attraente glamour 'magico'. Il suo tratteggio 'acerbo' dipinge una favola romantica d'altri tempi, una sorta di feuilleton, di 'cover magazine' patinata che si gloria della ghiotta occasione per far
sfoggio di tutto il 'trucco e parrucco' che l'attraversamento delle varie epoche consente, lasciando quel necessario fil rouge tra loro perchè tutto si possa plausibilmente ricondurre all'unica immutabile persona protagonista. Anche se protagonista assoluta sulla carta non equivale automaticamente a star che buca lo schermo. Mi dispiace dirlo, ed è un'opinione del tutto personale, s'intende bene, ma Blake Lively, non è, per cosÏ dire, esattamente il tipo di attrice dal potere magnetico insostituibile. Ci sono personaggi per i quali non riusciamo a vedere alternative migliori degli interpreti scelti a rappresentarli. Beh, non è il caso di Blake Lively, qui tradotta in Adeline, personaggio dallo stesso sapore asprigno, acerbo, della regia. Sarà dunque per questo che la sua Adeline non ci travolge, non sconvolge emotivamente, non appassiona: perchè si nutre solo di una buona tecnica, un bell'aspetto, e un intrigante soggetto del quale la regia ha d'altra parte preferito rinnegare l'intrinseca
natura Sci-Fi a vantaggio del racconto di marca novellistica.
Il tratto marcatamente favolistico è voluto, naturalmente. La prima voce ad entrare in scena è difatti quella fuori campo che introduce il personaggio già palesando l'intento di precisarne i tratti insoliti. E ben presto ci si accorge che quasi fosse una radiocronaca, quella voce suadente e insistente, si insinua di continuo nella narrazione, traducendosi in una sorta di presenza pedante, fermamente decisa a spiegare a parole e nei dettagli quel che avrebbero potuto e dovuto fare le immagini. E' forse anche per questo se Adeline traspira tutta la levità di una 'soup opera' invece di risultare un appassionato viaggio nel tempo. Una romanza per lo piÚ monocorde in cui si intrecciano varie storie d'amore: tra madre e figlia; tra la donna condannata alla solitudine, costretta a continui trasferimenti, e tutti i cani che ha potuto contenere oltre un secolo di vita
- l'unica sequenza davvero commovente in tutto il film è quella con il cane dal veterinario - e ancora, tra la donna e un uomo, un grande amore del passato, lasciato volutamente per strada, sull'onda della perenne fuga a causa della sua anomala condizione, e un grande amore del presente che, come vedremo, dopo varie peripezie e una spruzzata di magico surrealismo, sarà in grado di cambiarle la vita. L'onore e l'onere di innescare questo cambiamento spettano all'altro giovane interprete, Michiel Huisman, sulla scena Ellis, il figlio di William/Ford, che si sforza in ogni modo, con barlumi di tiepido umorismo, di rendere interessante una relazione altalenante su molti tempi vuoti e tediosi.
Ad altri personaggi satellite, che ruotano attorno al pianeta Adeline, sono consentiti camei allargati di ben poco spessore: Ellen Burstyn, nei panni della figlia di Adeline, serve quel tanto che basta a sottolineare lo stridente contrasto del suo
naturale invecchiamento di contro all'immutabile giovinezza della madre Adeline, mentre Harrison Ford nelle vesti di William Jones, il padre del nuovo innamorato di Adeline, per l'appunto suo figlio, recupera il suo spazio pretendendo primissimi piani a raffica, cercando di tornire da solo in altorilievo un ruolo di per sè pensato come 'stiacciato', risibile sul piano della sceneggiatura, soprattutto nelle scialbate e imbarazzanti dinamiche matrimoniali con la consorte (Kathy Baker). Davvero curiosa è invece la somiglianza di Anthony Ingruber, l'attore scelto per rappresentare William Jones da giovane, con Harrison Ford nei suoi anni piÚ verdi. E Ingruber ci gioca sopra imitandone persino il fatidico sorrisetto sbieco. Ma a conferma del fatto di quanto i ruoli satellite siano considerati di serie B in Adeline e mal tratteggiati sulla carta, è che non facciamo in tempo a farcene un'idea prima che li vediamo scomparire nel nulla. E non certo per magia. Il
che lascia interdetti sul piano di questioni lasciate in sospeso o liquidate in fretta e furia con nonchalance. Non per tutto però. Anche quando l'immagine avrà già espresso con un semplice segno quel che c'era di importante da segnalare, ecco che la voce fuori campo tornerà protagonista, sgomitando tra gli ultimi brandelli di celluloide. E per che cosa? Per dire, con arrogante ridondanza, quel che era già stato ampiamente detto.
Secondo commento critico (a cura di JUSTIN CHANG, www.variety.com)
BLAKE LIVELY'S SUBTLE, EXPRESSIVE PERFORMANCE SETS THE TONE FOR THIS THOROUGHLY LUDICROUS, THOROUGHLY ENJOYABLE ROMANTIC DRAMA
Daisy Miller meets Dorian Gray â or perhaps âThe Curious Case of Benjamin Buttonâ meets Nicholas Sparks â in âThe Age of Adaline,â a sensitively directed slab of romantic hokum that wrings an impressive amount of emotional conviction from a thoroughly ludicrous premise. A dab hand at invigorating conventional material with storytelling smarts and strong performances (âCeleste & Jesse Forever,â âThe Vicious Kindâ), helmer Lee Toland Krieger elicits a moving central turn from Blake Lively as a woman for whom eternal youth turns out to be a decidedly mixed blessing â one that plays out in ways both poignant and preposterous, sometimes simultaneously, over the course of her 100-plus years on Earth. Viewers seeking a pleasant alternative to the early-summer blockbuster barrage could do far worse than this genial high-concept romance, a
likely modest theatrical performer for Lionsgate whose commercial stature should only improve with age.
The sort of time-skipping, tear-milking supernatural romance that would seem to have been adapted from some indifferent piece of three-hankie airport fiction, âThe Age of Adalineâ was in fact written for the screen by J. Mills Goodloe and Salvador Paskowitz, who are shrewd enough to introduce their narrative hook early in the game while still retaining a sly sense of mystery. When we first meet Adaline Bowman (Lively), sheâs making her way across present-day San Francisco, carefully procuring a fake driverâs license that identifies her as a 29-year-old named Jennifer Larson. Sweet but guarded, and much sharper and more observant than she appears initially, this woman could be a stealth superhero or an undercover CIA operative, for all we know; certainly neither possibility is ruled out by Livelyâs withholding yet strangely compelling reserve.
But as we see her
rifle through her possessions (among them an antique typewriter and a collection of sepia-toned photographs), or watch a vintage early-20th-century newsreel, the characterâs backstory swiftly comes into focus through a series of flashbacks. Born in 1908, Adaline was an ordinary if remarkably beautiful woman of her era who married a handsome young engineer and gave birth to a daughter, Flemming. But not long after her husbandâs untimely death, a grief-stricken Adaline crashed her car into a freezing cold river on an uncharacteristically snowy California night â only to be rescued by a stray bolt of lightning that not only jumpstarted her heart, but also permanently stopped her aging process, rendering her âimmune to the ravages of time.â
Those words are spoken by a stately, slightly unctuous narrator (voiced by Hugh Ross), who also notes that the precise thermonuclear law in question will not be discovered until the year 2035, injecting a
welcome dose of humor into the proceedings: Clearly, scientific plausibility, let alone accuracy, could not be more beside the point here. Indeed, by acknowledging the silliness of the premise upfront, Krieger grants himself license to dramatize the fallout with a surprising degree of emotional logic, keeping us at Adalineâs side as she realizes that her condition â which begins to arouse suspicion around the time of her 45th birthday â has effectively condemned her to a life of transience and solitude. Unable to share the truth with anyone except Flemming, who soon visibly surpasses her in age (sheâs soon played by a typically fine Ellen Burstyn), Adaline moves around and switches identities often, spending most of her private eternity reading and soaking up new languages.
Aware that she and her lover will never grow old together, Adaline largely steers clear of romantic relationships â that is, until a fateful New Yearâs
Eve party where she meets the dashing Ellis Jones (Michiel Huisman), who pursues her with such ardent sincerity that she canât help but reciprocate. No sooner does she choose to pursue her feelings, however, than the film drops the sort of brazen, startling twist that immediately causes her to doubt her decision, even as it prompts the viewer to question the peculiarly sadistic machinations of fate that have brought Adaline to this particular point. Yet despite or perhaps because of this blatant contrivance, which might have stopped a less committed movie dead in its tracks, âThe Age of Adalineâ somehow becomes an even more weirdly captivating experience, capturing a sort of slow-dawning collective epiphany as all involved struggle to make sense of a truly impossible situation.
Those characters include Ellisâ mother (Kathy Baker) and father (Harrison Ford), who enter the picture relatively late in the game yet add a crucial measure
of dramatic heft; Ford, in particular, does some of his finest, most restrained yet passionate acting in quite some time, taking advantage of just a few sharply written scenes to distill the emotional essence of an old man who has known great joy as well as deep regret. Ellisâ father, as it happens, is an astronomer by trade â a fitting enough detail for a movie that, in its most Sparksian moments, frequently directs our gaze heavenward, straining a bit too insistently to lend a cosmic dimension to what weâre seeing. Thatâs particularly true of the final voiceover, which, together with some rather ill-advised comet imagery and a predictably contrived climax, brings this lovely, gently haunting movie to a more bluntly literal-minded close than it deserves.
Ultimately, âThe Age of Adalineâ offers a soothing reminder that one of lifeâs chief frustrations â we never have as much time as we would
like â might in fact be one of its truest mercies. The film also serves as a corrective to prevailing standards of beauty, particularly in an industry where actresses are encouraged to smooth away every line and wrinkle. Most of all, though, itâs a vehicle for Livelyâs expressive yet underplayed performance, the sort of quietly commanding star turn that makes you wonder why this performer (still best known for âGossip Girlâ) hasnât received more bigscreen opportunities over the past decade. At her subtlest, Lively sensitizes us to her characterâs thoughts as she processes the incomprehension of those around her, nimbly working out the best way to answer everyoneâs questions without revealing whatâs really going on. For all the deception, however, the truth of Adalineâs feelings is never hidden from the viewer, least of all in one crucial scene where she gazes into a mirror and responds to what she sees
with both sorrow and elation.
Brief, judicious flashbacks to the earlier chapters of Adalineâs life are rendered with unfussy professionalism, with Claude Pareâs production design and Angus Strathieâs costumes offering precise, effective visual markers for different eras; for the most part, the movie unfolds resolutely in the present day and the present tense. Still, thereâs a dark cast and a vivid cinematic texture to David Lanzenbergâs digital lensing (on the Red camera) that conveys a certain timeless quality, extended almost to a fault by Rob Simonsonâs omnipresent score.
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Eagle Pictures e Valentina Calabrese (WaytoBlue)