SELF/LESS: DIO CREO' L'UOMO, L'UOMO CREO' L'IMMORTALITA'. NELLA PROVOCAZIONE IN CELLULOIDE DI TARSEM SINGH PROTAGONISTI RYAN REYNOLDS E BEN KINGSLEY
RECENSIONE - Dal 10 SETTEMBRE
"A tutti, prima o poi, capita di pensare ‘Come vorrei avere più tempo da vivere!’ Con questo film, raccontiamo la storia di un uomo che, apparentemente, ha tutto dalla vita. A un certo punto, però, il suo corpo si ammala. Quell’uomo comprende, allora, che con i soldi può comprare tutto, tranne l’immortalità . Sebbene il mezzo per rinascere a nuova vita sia una tecnologia del tutto rivoluzionaria, abbiamo deciso di non indugiare in dettagli tecnici e di dare alla storia un tono quasi surreale. Il nostro obiettivo, infatti, era soffermarci sulle conseguenze morali delle sue scelte"
Il co-sceneggiatore David Pastor
Effetti Speciali: Adam Howard e Curt Miller (supervisori effetti visivi)
Makeup: Vivian Baker (per Ryan Reynolds), Jillian Erickson e Claire Rav
Casting: Mary Vernieu e Venus Kanani C.S.A
Scheda film aggiornata al:
08 Ottobre 2015
Sinossi:
Se solo potessi vivere più tempo… Chi di noi non l’ha mai detto o pensato? Ma se potessimo veramente avere più tempo, quale prezzo saremmo disposti a pagare? Nel thriller psicologico sci-fi Self/less, il regista Tarsem Singh porta alle estreme conseguenze il desiderio di immortalità .
L’industriale ultramilionario Damian Hale (Ben Kingsley) è sempre stato al centro del proprio universo, maestro nell’arte del potere dai suoi uffici di New York. Allontanato dalla figlia Claire, convinta attivista (Michelle Dockery), l’unica persona che tiene ancora Damian connesso al mondo reale è Martin O’Neil, suo amico di sempre e suo braccio destro (Victor Garber). Di fronte alla diagnosi di un tumore, però, Damian decide di sottoporsi a una terapia medica radicale di eliminazione del virus, lo “shedding†che porterà indietro le lancette della sua vita.
La terapia gli viene somministrata da Albright (Matthew Goode), brillante capo di un’organizzazione segreta al servizio dei più facoltosi. Damian coglie l’opportunità che gli viene offerta e mette in scena una finta morte per coprire quello che in realtà è solo uno “sheddingâ€. La sua coscienza si trasferisce nel corpo di un uomo in piena salute (Ryan Reynolds) e molto più giovane di lui. L’operazione è riuscita.
Adattatosi al nuovo corpo e alla nuova vita a New Orleans, Damian conosce Anton, un uomo del posto (Derek Luke). Cercando sempre di conservare la nuova identità e di difendere la sua salute, Damian diventa a tutti gli effetti “Edward.†Ma le prepotenti immagini che affollano la sua mente non si esauriscono nella riduttiva spiegazione di Albright sugli effetti collaterali dell’immortalità .
Quando incontra Madeline (Natalie Martinez), una madre single, Damian comincia a scoprire il mistero delle origini di Edward e di coloro che saranno pronti a uccidere per proteggere l’organizzazione. Lottando con forza e intraprendenza, Damian è deciso a difendere la sua vita e quella degli altri.
SYNOPSIS:
A dying real estate mogul transfers his consciousness into a healthy young body, but soon finds that neither the procedure nor the company that performed it are quite what they seem.
An extremely wealthy man, dying from cancer, undergoes a radical medical procedure that transfers his consciousness into the body of a healthy young man. But all is not as it seems when he starts to uncover the mystery of the body's origin and the organization that will kill to protect its cause.
laboratori sperimentali - Immortals, Biancaneve) con questo suo mediocre Self/Less è: quante menti illuminate che hanno attraversato varie epoche della Storia, da Einstein a Steve Jobs, tanto per fare un paio di esempi che rendono l'idea, estrapolate dai rispettivi corpi malati e reintegrate in involucri sani, avrebbero potuto fare ancora che il limitato tempo a disposizione non gli ha invece consentito? La questione ha radici antiche tanto quanto il mito di Prometeo (lo stesso Singh in Immortals si è imbarcato nella sfera del mitologico per pretrattare mortalità e immortalità ) che la Mary Shelley del Frankenstein letterario ha ripreso alludendo all'aspirazione degli scienziati di poter fare qualsiasi cosa senza alcun limite. E lo ha ripreso cercando di unificare il percorso binato che si lega a Prometeo: quello che la mitologia greca ci dipinge come un titano ribelle che ruba il fuoco dall'Olimpo per salvare l'umanità , che pone in primo piano la
ribellione contro il destino; e quello restituito dalla rielaborazione romana della leggenda di Ovidio (Metamorfosi), in cui Prometeo plasma gli esseri umani dalla creta. E non è quello che fece Dio? L'uomo che aspira all'immortalità , alla sconfitta del limite. Secolare questione, ma per quale libertà ?! Se poi si trova di fronte altre barriere, altri limiti o effetti collaterali, per non parlare dei risvolti etici? Il tema dunque, si può dire sia nato quando è nato l'uomo.
Wilder tradotto nel Dr. Frankenstein, nel Frankestein Jr. di Mel Brooks, quando, sia pur inconsapevolmente, mise nel corpo nerboruto e possente di un uomo ormai defunto, la mente abnorme di un altro, così come più tardi lo ha sperimentato tramite teletrasbordo Jeff Goldblum, ne La mosca di David Cronenberg, e per altri versi paralleli, nel tentativo di potenziare le capacità intellettive e la resistenza fisica, Bradley Cooper nel Limitless di Neil Burger. Ma potremmo anche passare per i sentieri del ben più complesso, coerente ed illuminato Source Code di Duncan Jones, giocato in altro modo sulla stessa scacchiera dissociata nei suoi elementi primari di tempo, corpo e mente, con Jake Gyllenhaal in primo piano, o persino di Surrogates - Il mondo dei replicanti di Jonathan Mostow, là dove, a sbucciare la patata bollente di turno è Bruce Willis. Quel che è certo è che troveremmo sicuramente più carisma e maggior
coerenza tematica di quel che è riuscito a fare Tarsem Singh in Self/Less, lanciato sul naviglio di un palpitante montaggio abilmente condotto tra le schegge residue di vita del protagonista, che una malattia avanzata sta rapidamente portando alla morte, così come tra la fitta selva di quei frammentari ricordi propri di un'altra persona, un'altra vita annullata in favore della sua. All'incrocio ci si imbatte in un ineccepibile Ben Kingsley prima, in un monocorde Ryan Reynolds, nebuloso e appannato come l'identità del suo stesso personaggio poi. Ma già al termine della prima parte del film si avverte sentore di naufragio. E il sentore diventa certezza quando Self/Less converte la sua rotta verso le improprie sponde di un dozzinale thriller d'azione, condito con le stesse, reiterate sparatorie, forsennati inseguimenti e fughe in odore di autoscontro fin dalla partenza. Il tutto insaporito con una melassa che cola in abbondanza intorno ad una bambina
piagnucolosa e tanto amorevole verso il padre da causare picchi di glicemia dannosi alla salute.
di imbarcarsi nel viaggio, con le colorate pillole dell'oblio. Oblio sia dei ricordi di un altro, sia dei rimorsi di coscienza e dei sensi di colpa che derivano dalla consapevolezza. Ma se si annulla la consapevolezza, la scelta, la responsabilità morale, di quale vita stiamo parlando? Questo è il dilemma parashakespeariano riportato alla ribalta in Self/Less, ahimè in modo alquanto grossolano, da Tarsem Singh, che senza preoccuparsi troppo per gli approfondimenti scientifici del caso, si affretta a guadagnare l'happy ending alla maniera hollywoodiana che ci è più familiare.
(*) Trama di Rischio calcolato:
Il mondo nel XXIV secolo è stato devastato da una guerra nucleare. L'Inghilterra è governata dai militari che hanno isolato le zone maggiormente contaminate del paese uccidendo tutti coloro i quali tentano di fuggire dalle radiazioni. Philip Calland era uno scienziato specializzato nella "psiconeutronica" ossia nella fisica applicata ai processi mentali e con la sua ex collaboratrice e compagna
è rinchiuso all'interno di una delle aree segregate. Di nascosto riesce a portare avanti gli esperimenti condotti da un famoso studioso, Loetze, e ad applicare le sue teorie ai viaggi nel tempo, riuscendo a realizzare con successo la cosiddetta "trasformazione Loetze", ossia il trasporto della coscienza di una persona all'interno di un'altra mente umana. Durante la trasposizione, che può avvenire anche indietro nel tempo, la mente dell'ospitante viene però cancellata. Philip realizza l'apparecchiatura ipotizzata da Loetze e a usa con Kay per rifugiarsi nella Londra del passato. I due, dopo essersi dati appuntamento a Piccadilly Circus, abbandonano il XXIV secolo lasciando sul posto i loro corpi senza vita. Le loro menti viaggiano indietro nel tempo fino al 1961; Philip si trova padrone del corpo del giovane e bello Nick Brent, fidanzato e prossimo al matrimonio con l'altrettanto avvenente Sheila. L'uomo, spaesato e senza nessun ricordo di quanto fino allora vissuto
dal suo "ospite" Nick, finge di essere stato vittima di un incidente e di essere colpito da amnesia. Key era nel frattempo giunta a Londra tre mesi prima, si ritrova nel corpo della sciatta e anziana Mary Marney. Una volta che i due viaggiatori del tempo si sono ricongiunti, pianificano di ricostruire l'apparecchiatura di Loetze per trasferire la mente di Key dal corpo dell'anziana Mary in quello della giovane Sheila. Per fare ciò Philip, forte delle sua conoscenze scientifiche superiori, trova il modo di farsi assumere nell'industria farmaceutica Biochemix capitanata da un amico di Richard Wetherby Grant, il padre di Sheila. La macchinazione tuttavia ha molti intoppi: l'assemblamento dell'apparecchiatura subisce ritardi dovuti al matrimonio tra Philip e Sheila e al successivo viaggio di nozze. La strana frequentazione tra Philip e Key e lo strano comportamento di Philip accende i sospetti di Sheila e di suo padre che vieta ai due
di continuare a frequentarsi, imponendo una separazione forzata alla giovane coppia di sposi. Philip e Key, vedendo sfumare la possibilità di realizzare il piano, mettono fuori combattimento Richard e rapiscono Sheila per attuare su di lei il trasferimento mentale. Durante la notte i due complici e la svenuta Sheila si recano presso la Biochemix dove la macchina di Loetze è pronta per il trasferimento; durante la procedura la polizia irrompe nel laboratorio, avvertita da un investigatore privato che, su incarico di Richard stava da tempo alle costole dei due. La corretta attuazione della procedura viene ostacolata durante la confusione e, al termine del trasferimento, si scopre con orrore che il corpo di Sheila è diventato cadavere e con esso si è spenta anche la mente di Key mentre, contrariamente a quanto programmato, la coscienza di Sheila è sopravvissuta all'interno del corpo della vecchia Mary. Nell'epilogo si apprende come nel XXIV
secolo la macchina approntata da Philip è stata rinvenuta dai militari e il suo utilizzo pianificato per scopi bellici. A tale proposito si oppone il Dottor Hoff che, a scapito della sua carriera e incolumità , distrugge la macchina e gli appunti di Loetze.
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Eagle Pictures e Valentina Calabrese (WaytoBlue)