VINCITORE di 2 Premi OSCAR: 'Miglior Fotografia' e 'Migliori Effetti Speciali' - Il più atteso!!! - RECENSIONE - Nel sequel del capolavoro di Ridley Scott diretto da Denis Villeneuve regista di Sicario e Arrival, ad affiancare il Rick Deckard di Harrison Ford, l'agente k di Ryan Gosling - Dal 5 Ottobre
"Sono sempre stato attratto dai film sci-fi con una forte impronta visiva in grado di trasportare lo spettatore in dei mondi paralleli unici e il primo Blade Runner è senza dubbio il miglior film del genere di tutti i tempi. Ridley Scott è stato geniale nel fondere lo sci-fi col noir per creare un viaggio irripetibile nella condizione umana. Il nuovo 'Blade Runner' segue la pellicola originale qualche decade dopo... Ricordo perfettamente la prima volta che ho visto 'Blade Runner' e di quanto rimasi stupefatto da quello che credo sia tra le uscite più potenti della storia del cinema, sorvolando la Los Angeles del 2019, sopra quel paesaggio di fabbriche di petrolio. Ridley Scott ha mostrato un’immagine molto forte di quello che sarebbe potuto essere il nostro futuro, in modo tanto seducente quanto spaventoso... Esteticamente 'Blade Runner' è stata una rivoluzione fondendo due generi che, a prima vista, non viaggiano insieme: fantascienza e film noir. Era qualcosa di mai visto prima, e mi ha profondamente influenzato. E’ stato parte della mia educazione cinematografica ancor prima di sapere di diventare regista... 'Blade Runner' è ambientato nel 2019, e se per alcuni versi è stato profetico, sappiamo già che il nostro 2019 sarà ben diverso. Così abbiamo deciso di creare un nostro 2049, per collocare il film in un futuro prossimo. Il mondo di 'Blade Runner 2049' è un'estensione di 'Blade Runner', non è un'estensione della vita reale".
Il regista Denis Villeneuve
"Anche chi non hai mai visto il primo film, non avrà alcun problema a capire la storia di quest’ultimo. Il modo in cui è scritto e presentato, può assolutamente intrattenere e coinvolgere lo spettatore nel dramma, senza necessariamente dover conoscere tutto ciò che è avvenuto prima".
La produttrice Cynthia Sikes Yorkin
Soggetto: Denis Villeneuve ha diretto il film da una sceneggiatura di Hampton Fancher e Michael Green, da una storia di Fancher, basata sui personaggi del romanzo Il cacciatore di androidi (Do Androids Dream of Electric Sheep) di Philip K. Dick.
PRELIMINARIA - L'ombra lunga di 'Blade Runner':
Sono passati trentacinque anni, da quando l’innovativo film futuristico Blade Runner, si è imposto sul grande schermo. Diretto dal leggendario Ridley Scott e basato sul romanzo di Philip K. Il cacciatore di androidi, il film ha trasportato il pubblico in un futuro distopico come mai avvenuto prima. Da allora, nessuno avrebbe mai potuto immaginare quanto Blade Runner continuasse a risuonare nella cultura moderna, facendo da pioniere a quel che poi è diventato un genere completamente nuovo: il neo-noir cyberpunk. Attualmente, il capolavoro visionario di Scott è considerato uno dei migliori e più importanti film di tutti i tempi, il cui impatto è andato oltre al cinema, e si è esteso alla televisione, alla musica, all'arte, alla moda e perfino ai corsi universitari.
Oggi, a distanza di più di trent’anni, Blade Runner 2049 ci riporta in quel mondo che ha affascinato generazioni di fan, con un film che è al contempo un attesissimo follow-up e un’esperienza unica tanto agognata dagli spettatori.
... è emerso che il film di Scott ha predetto una serie di problematiche sociali che sono diventate sempre più diffuse. Ed ora che il nostro pianeta è al culmine di quanto predetto in 'Blade Runner', sembra più rivelatorio e più rilevante che mai, avendo toccato temi come il decadimento urbano, i cambiamenti climatici, l’ingegneria genetica, la sovrappopolazione, i divari di strati sociali ed economici, e molto altro.
PRELIMINARIA i principali personaggi:
Ryan Gosling (Agente K della polizia di Los Angeles) si muove in cerca di risposte dopo aver scoperto un segreto sepolto da tempo che potrebbe far precipitare nel caos quello che è rimasto della società .
Harrison Ford (Rick Deckard), l'ex Blade Runner della polizia di Los Angeles sparito nel nulla da 30 anni in grado di fornire risposte.
Ana de Armas (Joi) è la migliore amica di K, la sua confidente e interesse amoroso
Sylvia Hoeks (Luv) lavora per il creatore di replicanti Niander Wallace e gli è molto fedele
Robin Wright (Joshi) è il capo di K, il tenente della Polizia di Los Angeles
Mackenzie Davis (Mariette) è una misteriosa "doxie" a cui interessa K
Lennie James (Mr. Cotton) veglia su centinaia di bambini e giovani abbandonati e può dare delle risposte a K
Dave Bautista (Sapper Morton) è un agricoltore di colture proteiche
Jared Leto (Niander Wallace) è il brillante ingegnere genetico che considera necessari i replicanti per la sopravvivenza dell'umanità ... ma non può crearne di più.
Effetti Speciali: Gerd Nefzer (supervisore effetti speciali); Richard Clegg, Paul Lambert, Viktor Muller e John Nelson (supervisori effetti visivi); Seth Hill (supervisore effetti digitali); Bernd Rautenberg (supervisore sul set)
Casting: Zsolt Csutak, Francine Maisler e Lucinda Syson
Scheda film aggiornata al:
05 Maggio 2023
Sinossi:
In breve:
Ci troviamo trent'anni dopo la pellicola originale...
Nel primo Blade Runner (1982) eravamo in una Los Angeles distopica del 2019, adesso torneremo su eventi e personaggi (il Rick Deckard di Harrison Ford in primis) già noti, per aprire porte inedite e, soprattutto, trent’anni più tardi.
La prima vera SINOSSI in breve:
Trent'anni dopo gli eventi del primo film, un nuovo blade runner, l'Agente K della Polizia di Los Angeles (Ryan Gosling) scopre un segreto sepolto da tempo che ha il potenziale di far precipitare nel caos quello che è rimasto della società . La scoperta di K lo spinge verso la ricerca di Rick Deckard (Harrison Ford), un ex-blade runner della polizia di Los Angeles sparito nel nulla da 30 anni.
Short Synopsis:
The story will take place several decades after the conclusion of the original film 'Blade Runner' (1982)
Thirty years after the events of the first film, a new blade runner, LAPD Officer K (Ryan Gosling), unearths a long-buried secret that has the potential to plunge what's left of society into chaos. K's discovery leads him on a quest to find Rick Deckard (Harrison Ford), a former LAPD blade runner who has been missing for 30 years.
nuovo, ma la ritmica di respirazione non potrebbe essere più lontana.
Asciutto, elegante, incisivo e fluido come l'acqua di sorgente, il primo Blade Runner resta sovrano sul principe ereditario Blade Runner 2049, a tratti geniale, a suo modo innovativo con schegge di originalità proprie, carico di devozione verso il nobile predecessore e con l'ambizione di farsi portavoce di quanto non detto allora, pure narrativamente coerente, ma ci dispiace dirlo, privo della stessa emozione, per quanto non certo del tutto asettico. Non con la stessa continuità almeno. L'esasperazione tecnologica, cucinata in ogni salsa possibile - l'ologramma le sovrasta tutte - l'incalzare di troppi assi nella manica, l'incedere oltre misura nelle sequenze d'azione e in tratti che finiscono per dare la precedenza all'intuizione dello spettatore, sono tutti elementi che mancano il tratto distintivo del capolavoro e dell'opera d'autore. Non a tutto tondo almeno.
Nel nome del padre e di molto d'altro:
"Avevo bisogno della
benedizione di Ridley Scott. Questa era la mia unica condizione... Mi ha detto esattamente tutto ciò che poteva essermi utile, cioè mi ha dato la totale libertà creativa, e la sua piena disponibilità in caso di bisogno. E infatti, ogni volta che ho avuto bisogno di lui, c’era. Gli sarò grato per sempre".
Buon sangue non mente e il figlio adottivo Denis in Blade Runner 2049 ha portato senz'altro sul grande schermo l'anima dell'estetica del Blade Runner di Ridley Scott, permettendosi di creare un'estensione, un'espansione anche sul piano filosofico esistenziale. Ci si aggira nel nuovo universo constatando l'affine sensibilità artistica che accomuna Scott a Villeneuve. Basta osservare il palcoscenico scenografico e il glossario iconografico su cui si erige l'imponente costruzione di Blade Runner 2049, per comprendere quanto feeling artistico condiviso ci sia dietro: dalle insegne pubblicitarie riviste e corrette lampeggianti in ogni dove, alla scannerizzazione tridimensionale nelle prove d'indagine, dalla ricercatezza
degli scorci architettonici, alla fotografia di interni saturi di quell'oscurità da cui spesso emergono i profili di certi personaggi, dall'impronta data alle ambientazioni cittadine o periferiche, al glamour asiatico di certi locali. Dall'immancabile pioggia Villeneuve si apre un varco all'insegna di nebulosità intense, cumuli di macerie, ceneri di una civiltà un tempo fiorente dove ora dilagano povertà e malattie. Esibisce poi in teche di vetro repliche di figure umane chieste in prestito alla scultura dell'antichità , floride in tutta la bellezza delle atletiche anatomie tipiche di opere greco-romane. Oggetti simbolo, chiave di memorie, come il pianoforte, le vecchie foto. E poi arriva la coppia di sculture gemelle che si fronteggiano ammiccando alla metafora della contrapposizione umano-replicante. L'elettivo biglietto d'ingresso per la memorabile sequenza ambientata nell'incantevole paesaggio apocalittico dominato da una polverosa desolazione desertica che da sfumature rossastre virano sull'ocra per andare a ritrarre uno spettrale relitto di imbarcazione. Metafora piuttosto
forte di quanto successo all'umanità ora a rischio di estinzione e luogo elettivo per un grande incontro, per analoghe domande e nuove, sconcertanti risposte. In linea con la pellicola madre, anche il sonoro (Jóhann Jóhannsson, Benjamin Wallfisch e Hans Zimmer) integra nobilmente la sceneggiatura con i celebri profondi rintocchi e una partitura musicale che, d'altra parte tende a disperdersi nel sottobosco tecnico, lasciando irraggiungibili le vette di Vangelis intessute nel montaggio del primo Blade Runner.
Dietro un'estetica curata ed ammaliante le stesse domande, il coraggio di fornire altre, sconvolgenti, geniali risposte:
L'estensione di Villeneuve abbraccia il cuore del noir esistenziale originale: stesse domande, sorprendenti risposte. Quelle cercate dal nuovo blade runner in carica, l'agente k di Ryan Gosling, che, mentre porta a compimento routinari incarichi di lavoro con replicanti da terminare, inciampa in una inaspettata scoperta. Esattamente quello da sottacere in ogni modo, scrigno di altre interessanti sorprese. Posso solo osservare che,
naturalmente per altri versi, la tematica era stata affrontata anche da Alfonso Cuaron ne I figli degli uomini e che in Blade Runner 2049 assume connotazioni immense. Tra ricordi reali o innesti di memoria, partner virtuali o fittizi, Villeneuve filosofeggia, imponendo al protagonista K di Gosling di fronteggiare gli innumerevoli, pesanti ed ingombranti ostacoli, che si frappongono sul suo percorso alla ricerca di risposte che potrebbero non essere solo universali. La giusta occasione per mischiare tra loro l'azione di colluttazioni a grappolo e un genere di introspezione compressa che qui, dopo La La Land, non fa che confermare le note elevatissime di interpretazione raggiunte oramai a questo punto della carriera da Ryan Gosling. Nei suoi incontri-scontro, l'agricoltore di colture proteiche Sapper Morton di Dave Bautista, e soprattutto la Luv di Sylvia Hoeks, la micidiale e un pò macchiettistica assistente del Niander Wallace di Jared Leto, l'ingegnere genetico che ha rilevato
Sulle tracce di un'identità perduta strada facendo, personaggi anche positivi fino al grande incontro, tra il K di Ryan Gosling e il Deckard di Harrison Ford:
Nel raggio d'azione positivo di K ruotano invece: la Joshi un pò scialbata di Robin Wright, tenente di polizia di Los Angeles e suo superiore decisa a mantenere il muro separatista tra replicanti e umani per mantenere l'ordine e preservare la possibilitÃ
di una guerra; la consorte virtuale Joi di Ana de Armas, trasformista alla maniera del gigolò Joe di Jude Law nell'A. I. - Intelligenza Artificiale di Steven Spielberg; la misteriosa 'doxie' Mariette di Mackenzie Davis, alquanto assimilabile alla Pris di Daryl Hannah nel primo Blade Runner; la giovane fabbricante di ricordi. Mentre sul triste scenario di un orfanotrofio si profila un'altra pista da seguire per l'agente K in cerca delle sue risposte: l'incontro con l'ambiguo Mr Cotton di Lennie James, sembra sottendere una sorta di sfruttamento minorile vecchia maniera mentre ostenta protezione a centinaia di bambini abbandonati. Una scacchiera percorsa in lungo e in largo dal nostro K fino allo scacco matto dell'incontro tanto agognato con chi può dare le risposte più importanti: il Deckard ormai vetusto quanto l'inossidabile suo interprete. Harrison Ford non solo tiene alta la guardia ma conferma ancora una volta quell'inequivocabile e distintivo tocco di stile
già rilevato dalla sottoscritta a suo tempo (nel volume biografico sull'attore Harrison Ford L'uomo dei contrapposti) indicato come 'psycho action'. Se quello tra K/Gosling e Deckard/Ford è prima di tutto uno scontro, e ci vorrà un pò di tempo perchè i due si assestino sulla stessa lunghezza d'onda, nel frattempo Ford, che ha già fatto piangere gran parte dei suoi personaggi sul grande schermo, trova qui il modo, oltre che di rilegare in cornice splendidi brani di pura introspezione con i suoi intensi silenzi e parole espresse dal profondo dell'oscurità , di far commuovere fino alle lacrime anche il suo Deckard. Così l'ombra lunga della Rachel di Sean Young - qui in visita a più riprese e in diversi modi - molti ricordi e nuove, incredibili rivelazioni ed inedite riflessioni sul quesito chiave Che cosa definisce un essere umano? vanno a comporre il nuovo puzzle esistenziale targato Villeneuve. E mentre
nei data base della memoria storica dell'umanità Villeneuve ha amato servirsi di inserti iconici come Elvis e Sinatra, lascia sul campo qualcuno ossessionato dalla natura dei suoi ricordi, per andare a sfidare le nozioni di chi siamo e dove siamo diretti.
Replicanti e umani, come si gioca ora la partita?
Non è la prima volta che ci si interroga sul valore, e sui valori, dell'umanità . Philip Dick, il padre letterario per eccellenza, cui fa capo il tutto, nato dal mitico Do Androids Dream of Electric Sheep - all'epoca del primo Blade Runner non sempre concorde sulle scelte effettuate per la trasposizione del suo lavoro sul grande schermo - avrebbe senz'altro gradito. Si sarebbe indubbiamente compiaciuto nel vedere ripescato dalla cornucopia del non detto o appena sbozzato, aspetti tutt'altro che trascurabili, appartenenti di diritto alla riflessione filosofico esistenziale.
Il co-sceneggiatore - con Hampton Fancher - Michael Green ci tiene a precisare il
ulteriormente il raggio di apertura della riflessione.
In conclusione
Se riuscite a farvi largo nella complessità dei gineprai filosofico-esistenziali, nella fitta selva delle intricate 'battute di caccia', godendovi lo splendore noir in coppia fissa con le meraviglie del digitale che dipinge imponenti scenografie e trovate collocate nel cuore di un vero e proprio labirinto tecnologico. E se riuscite a sorvolare sull'eccessiva permanenza nei cunicoli di un braccio di ferro ad oltranza tra i contrapposti interessi sul campo, guadagnerete, non tanto presto ma ci arriverete, un finale indubbiamente più cerebrale che emotivo. Dove le lacrime nella pioggia questa volta cedono il passo ai fiocchi di neve. E non aggiungo altro. In conclusione, se dopo essere sopravvissuti a questo torrenziale Blade Runner 2049, con tutti i pregi e difetti del caso, vi capitasse di provare un impulso nostalgico per il primo Blade Runner tornando a rivederlo a stretto giro di posta, vi potrebbe anche
succedere - come alla sottoscritta - di rivivere tutta la potenza emotiva ad arte di un inizio che tutt'oggi pochi film possono davvero vantare. Pura emozione da togliere il fiato. Ogni volta. Non posso dire di aver provato la stessa cosa per questo, sia pure lodevole, sequel. Vorrà dire qualcosa?
Perle di sceneggiatura
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Warner Bros. Pictures Italia, Cristiana Caimmi e SwService