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Tra i piĂš attesi!!! - Ed ecco il prequel/spin-off di BIANCANEVE E IL CACCIATORE (2012). Tornano protagonisti il cacciatore CHRIS HEMSWORTH e la regina cattiva CHARLIZE THERON, insieme ad EMILY BLUNT e JESSICA CHASTAIN - RECENSIONE ITALIANA e PREVIEW in ENGLISH by GUY LODGE (www.variety.com) - (Uscito al cinema il 6 APRILE)
"... Quando ho interpretato Ravenna per la prima volta ero consapevole che la regina cattiva in questa storia è un personaggio iconico. Non solo nel suo comportamento, ma anche nel suo aspetto. Mi sono informata tantissimo su ogni cosa e durante il primo film la prima cosa che sapevo che avrei dovuto fare era rappresentare lâopposto, per farla sembrare il piĂš possibile vera e realistica. Quindi sul piano visivo abbiamo rischiato proponendo un aspetto assolutamente diverso dallâiconografia della Regina Cattiva, nel film viene infatti rappresentata con la pelle molto bianca e con questi capelli biondo oro. E soprattutto è stato per me importante chiedermi: 'come è possibile rendere contemporaneo un ruolo cosĂŹ eterno e fare in modo che risuoni al pubblico moderno?' Poi per questo secondo film ho potuto esplorare ancora di piĂš la sua essenza grazie al rapporto con sua sorella Freya... Penso che in senso molto ampio in tutte le fiabe ci sia un elemento eterno. Quando le vedi rappresentate e cerchi di tradurle per il pubblico moderno, ti rendi conto che contengono una morale senza etĂ . La lotta eterna tra la luce e lâoscuritĂ e il bene e il male sono argomenti trattati costantemente anche nella mitologia, e quindi di riflesso il rapporto intrinseco con quanto accade nellâattualità è piĂš palese che mai. Nellâessenza noi, come essere umani, non siamo cambiati, siamo ancora assetati di potere. Io le fiabe le sto scoprendo oggi, da adulta, perchĂŠ da piccola nessuno me le leggeva. Le scopro leggendole ai miei figli... Le fiabe nascono come racconti per bambini ma si basano intorno ai miti. Ogni storia ha un filo diretto con un mito, con i racconti classici. Quello che è interessante e che noi consideriamo le fiabe per i bambini, in realtĂ non è cosĂŹ".
L'attrice Charlize Theron
(The Huntsman: Winter's War; USA 2015; Avventura; 114'; Produz.: Prime Focus World/Roth Films/Universal Pictures; Distribuz.: Universal Pictures International Italy)
Titolo in italiano: Il cacciatore e la Regina di Ghiaccio
Titolo in lingua originale:
The Huntsman: Winter's War
Anno di produzione:
2015
Anno di uscita:
2016
Regia: Cedric Nicolas-Troyan
Sceneggiatura:
Craig Mazin e Evan Spiliotopoulos
Soggetto: Soggetto di Evan Daugherty (personaggi).
Il film è un prequel/spin-off del film del 2012 Biancaneve e il cacciatore, entrambi basati sui personaggi della fiaba di Biancaneve dei fratelli Grimm.
Cast: Chris Hemsworth (Eric, il cacciatore) Charlize Theron (Ravenna, la regina cattiva) Emily Blunt (Freya, la regina di ghiaccio) Jessica Chastain (Sara, la guerriera) Sam Claflin (Principe William) Colin Morgan (Duca di Blackwood) Nick Frost (Nion) Sheridan Smith (Mrs. Bromwyn) Rob Brydon (Gryff) Alexandra Roach (Doreena) Sam Hazeldine (Leifr) Sophie Cookson (Pippa) Ralph Ineson (Proprietario della locanda) Jadey Duffield (Cacciatrice) Jonathan Buckhouse (Paesano) Cast completo
Il fantastico mondo di Biancaneve e il Cacciatore si espande per rivelare in che modo i destini del cacciatore Eric e della regina Ravenna siano ancora profondamente e pericolosamente legati.
Molto tempo prima che la lama di Biancaneve trafiggesse la regina cattiva Ravenna (Theron), sua sorella Freya (Blunt) era stata vittima di un terribile tradimento e per questo aveva deciso di lasciare il Reame. Possedendo il dono di poter congelare ogni suo nemico, la giovane Regina dei Ghiacci aveva trascorso decenni in un lontano palazzo innevato, formando una legione di letali cacciatori, tra cui Eric (Hemsworth) e la guerriera Sara (Chastain), per scoprire infine che i suoi due prediletti avevano contravvenuto al suo unico dettame: chiudere per sempre il cuore ai sentimenti.
Venuta a conoscenza della scomparsa della sorella, Freya chiama a sĂŠ i soldati ancora al suo fianco per restituire lo Specchio delle Brame allâunica strega ancora in grado di gestirne il potere. Dopo aver scoperto di poter resuscitare Ravenna dagli abissi dorati, le due malvage sorelle con la loro forza oscura rappresentano una doppia minaccia per le Terre incantate. Le armate sembrano inarrestabili, ma ci penseranno i cacciatori esiliati per aver contravvenuto alla regola principale della loro Regina a capovolgere la situazione, unendo le forze.
IN ALTRE PAROLE:
Molto tempo prima che la malvagia regina Ravenna venisse sconfitta da Biancaneve, sua sorella, Freya, a causa di un doloroso tradimento aveva abbandonato il regno. Grazie al suo potere di congelare i nemici, la giovane regina aveva trascorso molti anni in un lontano palazzo, circondandosi di una legione di letali cacciatori, tra cui il cacciatore Eric e la guerriera Sara, scoprendo poi che i due valorosi combattenti finirono per infrangere il suo unico comando, indurire per sempre i sentimenti. Apprendendo in seguito della scomparsa della sorella, Freya decide di radunare i suoi soldati per recuperare lo specchio magico, essendo la sola strega rimasta in grado di controllarne i suoi poteri. Tuttavia, saputo infine che la sorella Ravenna può essere riportata in vita, le malvagie sorelle rischiano di minacciare quel magico regno col doppio della forza oscura che si sia mai vista. L'esercito di Freya si dovrà dimostrare imbattibile, a meno che i suoi banditi cacciatori non siano in grado di tornare ed opporvisi ad esso.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
"Che cosa vi mostra lo specchio? Cosa vedete? ... Una favola piÚ volte narrata..." E, allora, perchÊ non narrarne un'altra. Una nuova. Quale? Magari una senza Biancaneve? Beh, è normale che ci si chieda: che cos'è la favola di Biancaneve senza Biancaneve? La risposta poteva non essere cosÏ scontata. Eppure è cosÏ: altro non è che... un'altra bella favola. Anzi, avvincente, direi. E, soprattutto, piena zeppa di tutto il glamour e il fascino che scenografie ed effetti visivi e speciali di gran fascino estetico, possono regalare, alla luce di quel matrimonio combinato che, impensabilmente funziona, e alla grande, tra la natura antichizzante del mito da sempre incorporato nella 'fabula' e la rivisitazione post moderna punteggiata di citazioni di altre favole, di altre saghe, snocciolate strada facendo, come le molliche di pane da Pollicino. E' questa l'avventura di Amore e Odio, di Bene e Male, sempre all'opposizione, come da secolare
copione, che Biancaneve ha preceduto. Anzi, le ha preparato il terreno. Il cacciatore e la regina di ghiaccio di Cedric Nicolas-Troyan è difatti il prequel/spin off di Biancaneve e il cacciatore (2012) di Rupert Sanders. Ecco quel che dà senso e significato in punta di glamour, ad uno specchio molto simile ad uno scudo da guerrieri medievali, tutto in oro e cangiante di riflessi ondeggianti come la realtà : una sorta di piccolo schermo che trasmette alcuni fotogrammi cruciali della favola di Biancaneve già narrata con - immancabile in ogni favola che si rispetti - la voce fuori campo che solennemente commenta le immagini. Il dado del promemoria è tratto, che la nuova favola abbia inizio.
Ne Il cacciatore e la regina di ghiaccio è dunque di scena il mondo in cui la famosa regina Ravenna che tanto amava interrogare lo specchio delle sue brame agiva incontrastata inanellando una efferata malvagitĂ
dietro l'altra: come ad esempio uccidere mariti per usurparne i regni, magari nel corso di una partita a scacchi. Quel che si dice, doppio scacco matto, della regina pedina del gioco e di quella reale. Torna dunque la malefica Ravenna di Charlize Theron, qui al top del suo fulgore da bucare specchio e schermo in un colpo solo, complici un make up scenico da sballo e costumi, protagonisti tanto quanto gli interpreti, assimilati da un condiviso trasformismo giocato spesso in fantasmagorici effetti di liquefazione. E complici delle trovate narrative, in cui i numerosi colpi di scena a sorpresa non rinunciano alla sdrammatizzazione confidando in una sottile pioggiarellina umoristica da mezza stagione. Quella che piace tanto allo statuario cacciatore nuovamente incorporato da Chris Hemsworth, qui al fianco della new entry Jessica Chastain, tradotta per l'occasione nella guerriera Sarah. Guerrieri raccolti in erba, rapiti dalle proprie case e ai rispettivi affetti familiari
- la finzione di favole e fantasy, Hunger Games e Divergent Series docent, non esorcizzano dall'equivalente, drammatica realtà , con gli odierni soldati-bambino - per essere iniziati all'addestramento militare alle dipendenze di Freja, la sorella di Ravenna, altra intrigante new entry incarnata con tutti i sacri e 'ghiacciati' crismi da Emily Blunt. Eppure, la 'regina di ghiaccio' Freja di Emily Blunt che, per copione, si è presa la maggior parte del tempo sul grande schermo, non riesce a rubare la scena al tempo ben piÚ ridotto, ma oltremodo rimarchevole, concesso alla Ravenna di Charlize Theron, ammaliante e camaleontica dall'alto della sua funerea malvagità : il nero e l'oro dominano in e per lei, e intorno a lei, come il bistro che vomita spettacolarmente dalla sua bocca lasciandone incisive tracce con un elegante make up dark nel fotogramma successivo. Tanta abbondanza di oro e nero mi ricorda Versailles, seppur depurata da barocchismi
e rococò. Che questo possa avere a che vedere o meno con i natali francesi della regia, poco importa. L'effetto serve i simboli e i significati di una favola che ha e tiene a sua volta ai suoi 'tesssooriii'. Ne Il signore degli anelli era per l'appunto l'anello, qui è lo specchio, principe dai grandi poteri sopra tutti i piccoli altri preziosi sparsi sul terreno dei Goblin, figurine umanoidi sullo sfondo, che sembrano parenti stretti dello stesso Gollum. Ma già che siamo in vena di citazioni, non manca neppure il ponte di legno barcollante sul fiume di Indiana Jones, solo che qui i coccodrilli hanno lasciato spazio libero oro liquido bollente. Il che sul piatto della bilancia del rischio e pericolo non fa poi una gran differenza.
Persino il finale aperto a possibili altri episodi se, come si dice, 'le favole non finiscono mai veramente', si tuffa in un'estetica di effetti
visuali che tradiscono la formazione artistica del regista Cedric Nicolas-Troyan, giĂ nominato agli Oscar nel 2012 per i Miglior Effetti visivi proprio per Biancaneve e il cacciatore (oltre che essere nella seconda unitĂ di regia di Maleficent). Le battute finali sui titoli di coda, interminabile pletora di veri e propri plotoni di tecnici, tra coach di dizione e, soprattutto di effetti visivi, tra gli altri, diventano una sorta di video cortometraggio nel film: quasi un frammento di video arte contemporanea in genuflesso omaggio all'antico. LĂ dove, a farsi largo tra la selva di frantumazioni, auree su fondo nero, naturalmente, quasi si ammiccasse all'idea del commiato su un palcoscenico di teatro, sono svariati oggetti e creature fantastiche (tra cui il mostruoso gorilla-ariete guardiano dello specchio) che volano sullo schermo come in uno spazio senza forza di gravitĂ . Il brano musicale post-moderno in accompagnamento ne fa un 'ritaglio' cinematografico di grande impatto
e spiccata sensibilitĂ artistica, tra antico e moderno, lĂ dove il mito strizza l'occhio alla realtĂ . Regni, aviditĂ e sete di potere? Tesori e risparmi di una vita che scompaiono come per magia? Allora in qualche tana boschiva, oggi nei caveau delle banche piĂš accreditate! Beh, ma non sono il climax della nostra favola quotidiana?
Secondo commento critico (a cura di GUY LODGE, www.variety.com)
THE ADDED STAR POWER OF JESSICA CHASTAIN AND EMILY BLUNT ISN'T ENOUGH TO ENLIVEN THIS DOUR PREQUEL-CUM-SEQUEL TO 'SNOW WHITE AND THE HUNTSMAN'
Spare a thought for Snow White: So casually has she been written out of âThe Huntsman: Winterâs Warâ that even Queen Ravennaâs all-knowing mirror, when called upon to name the fairest of them all, omits her as a contender. Vague excuses are made for her absence from a film that awkwardly positions itself as both prequel and sequel to the Goth-lite derring-do of 2012âs âSnow White and the Huntsman,â though perhaps Snow skimmed Evan Spiliotopoulos and Craig Mazinâs perfunctory script and reasonably decided she couldnât be bothered. In her (and Kristen Stewartâs) place, a Katniss Everdeen-styled Jessica Chastain steps into the breach, fighting for good alongside Chris Hemsworthâs eponymous hero â this time against two wicked-queen combatants in Charlize Theron and Emily Blunt, whose glittery sisterly
feud would have made for an adequate spinoff vehicle on its own. Even their doubled-up diva-tude, however, canât ignite a rhythmically flat, seemingly committee-helmed franchise outing that never decides on its dramatic center.
âThere is another story â one you have not yet seen,â a po-faced (and excessively employed) narrator informs viewers at the outset of âThe Huntsman: Winterâs War.â Heâs speaking somewhat optimistically, it turns out, since Spiliotopoulos and Mazinâs hastily cobbled-together mythos cribs liberally from existing fairy-tale lore, with a not-inconsiderable side scoop of Disneyâs ubiquitous smash âFrozen.â What the narrator doesnât tell us is precisely which story heâs referring to: At least two are jostling for space here, each one stepping conspicuously around the events of the previous film, though not maintaining complete continuity with it. (The intermediate backstory of Chastainâs virtuous warrior Sara, for example, appears to shift at least once in the course of the new
picâs screenplay alone.)
âThe Huntsmanâsâ opening act, chronologically preceding the timeline of âSnow Whiteâ by a couple of decades, is dedicated to matters of queenly corruption, reintroducing Theronâs vixenish Ravenna as she adds another royal scalp to her growing list of kills, via a black magic-abetted chess match. She assumes power as her pure-hearted younger sister, Freya (Blunt), looks on; professing to have no political or supernatural aspirations, Freya instead dreams of courtly bliss with the young Duke (Colin Morgan) whose child she is to bear. When her plan is foiled in grisly fashion, however, her witchy powers â chiefly, a touch of frost markedly similar to Queen Elsaâs â belatedly emerge. She defects to her own wintry Ice Queendom, fostering her own army and banning human affection from her domain: âLove is nothing more than a fairy tale,â she hisses, coolly oblivious to her own generic surroundings.
Among the child soldiers
she rears are prodigious huntspeople Eric and Sara, who eventually take the strapping, mutually amorous forms of Hemsworth and Chastain. Their romance prompts an arctic intervention from Freya; Eric is banished, believing Sara dead. Itâs here that the tale of âSnow White and the Huntsmanâ slots in in its entirety, necessitating an ungainly timeline leap of seven years: War is indistinctly looming, reigning monarch Snow White is indistinctly indisposed, and the vanquished Ravennaâs missing mirror is now a vital quarry sought by Snow Whiteâs and Freyaâs palaces alike. Huntsman Eric is enlisted to retrieve it for the former, as faces from the past are resurrected along the way.
Itâs a straightforward enough quest, though the doom-laden stakes attached to it arenât most urgently felt. As if anticipating audsâ lack of investment in Ericâs rather colorless presence, much of his ostensible screen time is given over to the âLord of the Ringsâ-aping
comic relief of sidekick dwarves Nion (Nick Frost, returning from the previous film) and Gryff (Rob Brydon, providing his patented Welsh-neurotic shtick). Itâs a dynamic that itself doesnât quite click until Sheridan Smith, as assertive she-dwarf Bromwyn, arrives on the scene. Regrettably dispensable to the larger narrative, Smith (whose firecracker skills are already familiar to British TV auds) nonetheless proves the liveliest element in these dour proceedings. She certainly has more voluble chemistry with Hemsworth than a muted, uncertainly Scots-accented Chastain â formidable in medieval archery chic, but otherwise (not unlike Stewart before her) finding little to grapple with in a character strictly shaped with the Hollywood screenwriterâs favored tough-cookie cutter. The silly-stern sportsmanship she brought to last yearâs âCrimson Peakâ would have been most welcome here.
Also opting not to camp things up â at least minimally so, relative to Theronâs gilded bitchery, is Blunt, who maintains a shrill, brittle
sense of vulnerability in Freya even as she crosses over to the dark side, though the film is considerably less interested in such character detailing than in giving her the glitziest brand of digital sorcery money can buy. No prizes for guessing that first-time feature helmer Cedric Nicolas-Troyan, taking the reins from Rupert Sanders, was the Oscar-nominated visual effects supervisor on âSnow White and the Huntsmanâ: Every frame here is expensively embellished with racing icicle formations, arbitrary light beams or glistening synthetic sprites, though he seems to have a less decisive hold on the filmâs lurching to-and-fro storytelling.
If, then, the pic seems to rush through the murkier adventures of the Huntsman to hasten a palace-set finale that may as well be subtitled âSlay, Queen,â itâs because the posher of its twin story arcs simply affords more fabulous spectacle â in the effects department, certainly, but also in the slinky form
of Colleen Atwoodâs unapologetically over-designed royal gowns, veritably cantilevered constructions of metal, feathers and flesh. (Even Hemsworthâs fetching leather work garb has taken on a slightly impractical showiness; itâs barely a few rips away from fetish gear.)
The sheer abundance of on-screen ornamentation isnât quite enough to make âThe Huntsman: Winterâs Warâ a beautiful film â in contrast to the Indian-ink-and-gold contrasts of Greig Fraserâs work on its predecessor, thereâs a milky glare to Phedon Papamichaelâs lensing that isnât quite seductive. Still, itâs one that has been exhaustively designed by many hands â which only further shows up its inelegant patchwork in the writing department. âWhile fairy tales do come true, none ever truly ends,â that same tireless narrator intones before the credits roll â inevitably threatening a further contortion of this heavily stretched story material, but inadvertently copping to the shapelessness of what weâve just seen.
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Universal Pictures International Italy e Xister Pressplay.