RECENSIONE - Dal 35. Torino Film Festival - Commedia brillante e agrodolce sul "non è mai troppo tardi" diretta da Richard Loncraine (Riccardo III, Wimbledon) con Imelda Staunton, Timothy Spall e Celia Imrie - Dall'8 Marzo
"La storia ha un messaggio fantastico per tutti. Sebbene sia incentrata su un gruppo di persone di una certa età , va ben oltre. Racconta di come si debba dare sempre una seconda opportunità alla propria vita, e io ritengo che questo messaggio piacerà a tutto il pubblico"
La produttrice Charlotte Walls
(Finding Your Feet; REGNO UNITO 2016; Dramedy romantico; 111'; Produz.: Production Companies Eclipse Films/Catalyst Global Media/Powderkeg Pictures in associazione con Fred Films; Distribuz.: Cinema)
Soggetto: Gli sceneggiatori e produttori Nick Moorcroft e Meg Leonard si sono ispirati a un gruppo teatrale britannico per creare una storia fittizia incentrata su un corso di danza per persone attempate.
Cast: Imelda Staunton (Sandra) Timothy Spall (Charlie) Celia Imrie (Bif) Joanna Lumley (Jackie) David Hayman (Ted) Indra Ove (Corrina) Josie Lawrence (Pamela) John Sessions (Mike) Victoria Wicks (Pru) Richard Hope (Manager in assistenza domiciliare) Sian Thomas (Lilly) Marianne Oldham (Nicola) Fran Targ (Business) Paul Chan (Manager del ristorante) Karol Steele (Acquirente a Londra)
Musica: Michael J. McEvoy
Costumi: Jill Taylor
Scenografia: Jon Bunker
Fotografia: John Pardue
Montaggio: Alex Mackie
Effetti Speciali: Scott McIntyre e Chris Reynolds (supervisori)
Makeup: Paul Gooch (direttore); Sally Rose Davidson e Debbi Salmon
Casting: Irene Lamb
Scheda film aggiornata al:
25 Marzo 2018
Sinossi:
In breve:
Il titolo originale, Finding Your Feet, significa “ritrovare se stessi†ed è quanto deve fare Sandra (Imelda Staunton), una signora borghese che se ne va di casa quando scopre che il marito (con il quale è sposata da 40 anni) ha una relazione con la sua migliore amica. Sandra si rifugia da sua sorella Bif (Celia Imrie), una sessantenne "alternativa" che vive da sola in un quartiere popolare. Grazie a lei Sandra scoprirà una curiosa scuola di ballo e soprattutto conoscerà Charlie (Timothy Spall), un eccentrico restauratore di mobili che vive su una barca. Catapultata in un ambiente per lei insolito, Sandra inizierà una nuova vita.
In dettaglio:
Quando ‘Lady’ Sandra Abbott (Imelda Staunton) scopre che l'uomo con cui è sposata da quarant'anni la tradisce con la sua migliore amica, si rifugia da sua sorella maggiore Bif (Celia Imrie), con cui era in rotta da tempo. Le due donne non potrebbero essere più diverse l'una dall'altra: Sandra è un pesce fuor d'acqua se paragonata a sua sorella, una fricchettona schietta e con una vita sessuale piuttosto libera.
Ma Sandra ha proprio bisogno di qualcosa di diverso e così, con iniziale riluttanza, si lascia trascinare da Bif alle lezioni di danza del quartiere, dove pian piano trova il suo posto, oltre all'amore.
In questa commedia moderna, divertente e commovente, un vivace gruppo di energiche donne dimostra a Sandra che la pensione non è che l'inizio, e che il divorzio potrebbe regalarle un nuovo slancio e aiutarla a trovare l'amore.
Short Synopsis:
On the eve of retirement a middle class, judgmental snob discovers her husband has been having an affair with her best friend and is forced into exile with her bohemian sister who lives on an impoverished inner-city council estate
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
"Ero morto da migliaia di anni prima di nascere e la cosa non mi ha distrutto minimamente" Mark Twain
Dire che Ricomincio da noi è un film sul 'non è mai troppo tardi' è una semplificazione. Una riduzione gratuita sulla sua vera portata. Certo, la terza età è protagonista, con tutti gli annessi & connessi, trattati per scelta con un tocco alla 'mordi e fuggi' che potrebbe essere, a torto, scambiato per leggerezza e superficialità , quando invece si ha l'impressione che sia stata più una scelta che una svista, tale da accordarsi volontariamente con il registro di tutta la delicatezza possibile. La sceneggiatura è una vera chicca con pillole di umoristica saggezza, centellinate a tempo debito, e la regia di Richard Loncraine (Riccardo III, Wimbledon, Firewall-Accesso negato) ha classe abbastanza per adoperarsi come si deve in sintesi ed incisività di montaggio sconosciute a certi, pur non certo disprezzabili, cineasti italiani (vedi
Paolo Virzì con il finale di Ella & John: The Leisure Seeker).
Charlie (un fantastico Timothy Spall), mentre deve e vuole sostenere le spese della casa di cura che ospita la moglie malata di Alzheimer. Nel trattare certi temi urticanti come i fallimenti personali che impongono di rimescolare le carte, la malattia e la morte, che fanno parte della vita, ci vuole destrezza, di scrittura e di ripresa. Una destrezza speciale che faccia svoltare l'angolo prima che arrivi il famigerato melò. E Richard Loncraine in Ricomincio da noi si dimostra armato di tutto punto al riguardo. E non è da tutti. Per questo Ricomincio da noi ci appare per lo più divertente. E non solo per battute del tipico humour british "il mio quinto matrimonio è finito per motivi religiosi (pausa) lui si credeva Dio (pausa). Non lo era". Un'ala alternativa ai 2 atti del Marigold Hotel, Ricomincio da noi prende maggiore distanza da film sulla terza età come ad esempio il
Quartet di Dustin Hoffman o persino da Youth - La giovinezza di Paolo Sorrentino, pur mantenendone alcuni spunti. La distanza si misura addirittura in anni luce, invece, da La famiglia Savage di Tamara Jenkins o dall'Amour di Michael Haneke che optano decisamente per il versante drammatico unilaterale.
Così Ricomincio da noi è prima di tutto un inno alla vita e al viverla fino in fondo sventando rimpianti tardivi, ma non solo. Un film sulla vita e sulla paura di viverla davvero, fuori dalle consuetudini e dalle convenzioni, come rimarcato in una battuta dalla Bif di Celia Imrie (nel film sorella di Sandra/Staunton): "una cosa è aver paura di morire e una cosa è aver paura di vivere". La scuola di danza di quartiere, la fortuna di uno spettacolo locale a scopo di beneficienza e solidarietà , sfociato in un video virale che porta la combriccola a Roma, città eterna fatta di panorami
mozzafiato, pizza e spaghetti sulle note della Tintarella di luna di quell'iconico monumento artistico mai datato che è la nostra Mina, non sono che gli iconici scorci di vita celebrati per lo scopo, più esplicito nel titolo originale Finding Your Feet (ritrovando i tuoi/vostri piedi, ovvero ritrovando se stessi) che in quello italiano, ben più superficiale e limitato (Ricomincio da noi).
C'è un'altra battuta, questa volta sputata con una certa veemenza da Sandra/Staunton contro il marito, verso l'epilogo di questo film delicato, divertente e drammatico, oltre che importante, come la vita stessa, che è la chiave di tutto e che più che rispondere alla nota del 'non è mai troppo tardi', suona quasi come atavico richiamo con l'antico corno rivolto a tutti gli umani del pianeta Terra, di qualsiasi età : "Sai, credevo non ci fosse niente di peggio del tuo tradimento, ma mi sbagliavo, in questi ultimi 35 anni ho tradito