Nel sequel del musical in commedia Mamma Mia! del 2008, tornano Meryl Streep, Amanda Seyfried, Pierce Brosnan e Colin Firth - Dieci anni dopo Mamma Mia! siete dunque invitati a ritornare sulla magica Isola greca di Kalokairi per un musical originale e tutto nuovo basato sulle canzoni degli Abba. Con gli attori del primo film e new entry che includono Lily James, Andy Garcia e Cher - RECENSIONE - dal 6 Settembre
(Mamma Mia: Here We Go Again!; USA 2018; Musical; 114'; Produz.: Legendary Entertainment/Universal; Distribuz.: Universal Pictures International Italy)
Titolo in lingua originale:
Mamma Mia: Here We Go Again!
Anno di produzione:
2018
Anno di uscita:
2018
Regia: Ol Parker
Sceneggiatura:
Ol Parker
Soggetto: Preliminaria - Mamma mia! dieci anni dopo
Dieci anni dopo Mamma Mia! il film che ha incassato oltre 600 milioni di dollari in tutto il mondo, siete invitati a tornare nella magica isola greca di Kalokairi in un nuovo ed originale musical basato sulle canzoni degli ABBA. Il film segna il ritorno del cast originale affiancato da nuovi membri tra cui Lily James (L’Ora Più Buia; Cenerentola; Baby Driver – Il genio della fuga).
Effetti Speciali: Luke Murphy (supervisore effetti speciali); Simon Hughes (supervisore effetti visivi)
Makeup: Kat Ali
Casting: Kathleen Chopin e Nina Gold
Scheda film aggiornata al:
20 Maggio 2024
Sinossi:
In breve:
In questo sequel del musical Mamma Mia! del 2008, Sophie scopre qualcosa riguardo al passato di sua madre quando era incinta.
In altre parole:
Riprendono i loro ruoli di Mamma Mia! Il film l’attrice premio Oscar® Meryl Streep nella parte di Donna; Julie Walters in quella di Rosie, e Christine Baranski in quella di Tanya. Amanda Seyfried e Dominic Cooper interpretano nuovamente Sophie e Sky, mentre Pierce Brosnan, Stellan Skarsgård e il premio Oscar® Colin Firth tornano nei ruoli dei tre possibili padri di Sophie: Sam, Bill e Harry.
Il film, andando avanti e indietro nel tempo per mostrare come le relazioni forgiate nel passato risuonano nel presente, vede Lili James interpretare il ruolo di Donna da giovane. Rosie e Tanya da giovani invece sono ritratte rispettivamente da Alexa Davies (X+Y - A Brilliant Young Mind), e Jessica Keenan Wynn (Beautiful a Broadway). Il giovane Sam è interpretato da Jeremy Irvine (War Horse), mentre il giovane Bill è Josh Dylan (Allied: Un’ombra nascosta) e il giovane Harry è Hugh Skinner (Kill Your Friends).
In dettaglio:
Nel 1979, le energiche, coraggiose e giovani Donna Sheridan (James), Tanya (Wynn) e Rosie (Davies) — alias Donna e le Dynamos — si laureano all’Università di Oxford e Donna si avventura allegramente in giro per l’Europa per realizzare il suo destino nell’isola greca di Kalokairi. Nel corso del viaggio conosce tre giovani uomini attraenti: il giovane Harry (Skinner), che è stato spedito a Parigi per ripassare i “modi europeiâ€, e il giovane Bill (Dylan) che si offre di portare Donna sull’isola con la sua barca a vela; una volta arrivata, Donna conosce il giovane Sam (Irvine), che sembra tanto eroico quando bello, e se ne innamora immediatamente e perdutamente. La felicità di Donna è palpabile e contagiosa. La sua mente progetta di fare di quest’isola magica la sua nuova casa, trova lavoro come cantante nella taverna locale e dimora in una malandata fattoria. Quando però scopre che Sam è fidanzato con un’altra donna, il cuore di Donna è infranto. Tanya e Rosie si piombano a salvare la loro amica per scoprire che non ha bisogno di alcun aiuto. Donna le saluta con un ritrovato ottimismo
dato dal fatto che aspetta un bambino.
In this sequel toMamma Mia! Sophie learns about her mother's past while pregnant. Mamma Mia Here We Go Again is going through Donna's (played by Meryl Streep and Lily James) young life, experiencing the fun she had with the three possible Dad's of Sophie (played by Amanda Seyfriend). Sophie is now pregnant. Like Donna, she will be young when she has her baby. This is where she realizes she will need to take risks like her mother did
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
La familiare isola greca sui titoli di testa e una targa in primo piano che dà un senso al tutto: Hotel Bella Donna. La cadente struttura di un tempo è stata ristrutturata e le è stata dedicata. A lei. Si, proprio a lei, la grande assente di questo secondo atto del mitico Mamma mia!, che rappresenta un prequel e sequel al contempo, mentre aderisce alla struttura ossea del precedente non discostandosi troppo neppure dal titolo originale. Mamma Mia: Here We Go Again, snaturato nel titolo italiano Mamma mia! Ci risiamo - 'siamo di nuovo qui' è quel che più propriamente si intende - passa d'altra parte di mano la regia: da Phillida Lloyd del primo a Ol Parker - lo sceneggiatore dei due Marigold Hotel oltre che di Now Is Good che ha pure diretto - del secondo. Ovvio che si senta la mancanza della 'graffiante' presenza nel primo Mamma
mia!. Al confronto, soprattutto la prima parte del secondo atto, potrebbe essere percepita come un tiepido prequel-sequel, senza troppe scosse. Eppure, man mano che ci si addentra nella storia, saltando dal presente al passato, per raggiungere le origini, ci si rende conto che tutto è stato pensato e calibrato con una logica impeccabile, oltre che con particolare attenzione formale in punta di raffinatezza. E ancora una volta si lascia che il cinema si inchini al teatro, al punto da fare in modo che il grande schermo assuma le sembianze di un grande e variegato palcoscenico. Ma dalle cortine di Mamma mia! Ci risiamo occhieggia uno sguardo pronunciatamente 'visionario', espressione cangiante del sognatore, oltre che la veste privilegiata del 'rimpianto': la Donna di Meryl Streep è morta da un anno e nessuno riesce a pronunciare il suo nome senza commuoversi. La figlia Sophie (la sempre struggente e romantica cucciolona Amanda Seyfried)
in primo luogo, con il marito Sky (Dominic Cooper) lontano da lei - a New York per un corso specialistico alberghiero - mentre al suo fianco è uno dei tre padri, il Sam di Pierce Brosnan, insieme a quel Fernando (la new entry di Andy Garcia) cui è stata affidata la direzione del rinnovato hotel. La visionarietà e il rimpianto sono dunque ingredienti del presente, e si traducono nel tocco artistico che condensa le distanze fisiche e temporali: magari con una parete o con una riflessione davanti al medesimo specchio, dipingendo così la metafora del pensiero che spazza via le reali separazioni. Elegante chiave formale che esploderà letteralmente in un finale - tentacolare - di grande glamour artistico ed intensità emotiva. Di quelli che non si possono perdere, insomma.
Dunque nel passato di Donna c'è l'incarnazione dell'età giovanile, che va in scena ora per la prima volta con Lily James, la
ritorno intelligentemente non abusati e qualche new entry - non poteva avere ancora il carattere formato, la grinta e il graffio della Donna matura, oltre che del calibro di un inattaccabile mostro sacro come Meryl Streep, ovviamente. Lily James si fa d'altra parte in quattro per dare un senso a questa veste 'libertina' e leggera di un personaggio in cerca del suo destino e del suo karma: ciò che la portò in Grecia, dove nacque la figlia Sophie. Una voglia di vivere sopra le righe e un'apertura mentale che sembra aver abolito le porte e ogni ostacolo possibile.
Così vale la pena di pazientare per comprendere a fondo il disegno dell'intero puzzle che si va man mano componendo, mentre ogni tessera prende il suo posto senza fretta, con qualche spruzzata di humour che trasuda un pò da tutti i pori della nuova pellicola. Tutto è cavalcato con molta ironia, soprattutto in
certe scene in cui tornano protagoniste le amiche del cuore di Donna - la Tanya di Christine Baranski e la Rosie di Julie Walters che con Donna (Meryl Streep) avevano formato il trio Dynamos - e i tre padri, gli amanti del passato. Oggi entrano in scena anche le versioni giovanili di tutti i personaggi e anche la scelta degli interpreti sembra ottimale. Pattinano poi insieme con invidiabile scioltezza, leggerezza ed ironia in tal senso, Colin Firth (Harry), Stellan Skarsgård (Bill) e Pierce Brosnan (Sam). L'entrata in scena di Colin Firth poi è un autentico sketch comico. E l'atmosfera non tarda a scaldarsi dopo la tempesta che sembra far naufragare la grande festa di inaugurazione del nuovo Hotel Bella Donna: senza gli altri due padri, a parte Sam, senza Sky, e senza invitati di prestigio, impossibilitati a raggiungere l'isola per mancanza di traghetti. Le cose andranno alla grande contro
ogni previsione e con una sorpresa dietro l'altra, tanto da travolgere quasi dall'emozione l'ansiosa Sophie (Seyfried), ancora con la madre nei pensieri e nel cuore, e con l'ardente desiderio di realizzare quello che era stato il suo sogno e di farlo proprio.
L'emozione vera, grande, incontrollabile arriverà presto anche per lo spettatore, dopo qualche memorabile, corale ed entusiasmante, spicchio di musical, come l'arrivo con una vera e propria flotta di piccole barche, con a bordo gli invitati più improbabili alla festa, e il loro incontro con chi è già sull'isola: un affresco scenografico che trasuda gioia da tutti i pori, fino a risucchiarci alla stregua di un piccolo tornado. Ma non è questa la vera emozione. Il continuo tergiversare tra presente e passato che abbraccia l'intera storia non poteva trovare conclusione migliore: quella che dà vita ad un climax che porta inevitabilmente alla commozione, elegante nella forma e nel messaggio.
Con il pensiero e la memoria che nella 'visione' cinematografica prendono forma fisica - di più non si può dire! - si raggiunge così il siparietto conclusivo che fa pendant con quello del primo atto e che fa molto avanspettacolo. Il finale nel finale. Qui ci sono tutti, ma proprio tutti, e non è per caso o per appagare il capriccio di un vezzo estetizzante. Tutto è calibrato ad hoc e risponde al meglio al senso visionario e metaforico che pervade l'intero racconto: dopo l'avvio da parte della 'grandma' Cher (new entry dalla fisionomia 'ingessata', o per meglio dire, 'imbalsamata', ma sempre con una gran voce), le coppie, gli accostamenti tra i vari personaggi, nell'intreccio di presenze apparentate tra loro in un verso o nell'altro, riluce il trittico al quadrato dei tre padri, da giovani e da adulti, in una visone metaforica di dialogo interiore dell'io giovanile del passato con
l'io della maturità e del presente. L'affresco corale finale sul palcoscenico della finzione che sintetizza la vita, in musical - sulle baldanzose note di Super Trouper - non poteva certo mancare!
Senza contare l'appendice comica, del tutto inattesa, piazzata fuori tempo massimo, al seguito dei titoli di coda. Quasi un dietro le quinte che funge da punteggiatura. L'ultima parola va dunque alla ventata di frizzante ironia che si è fatta strada in Mamma mia ci risiamo! e a cui spetta il compito di chiudere definitivamente la porta.
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)