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    BEAUTIFUL BOY

    RECENSIONE - Dalla XIII. Festa del Cinema di Roma - Un padre (Steve Carell) cerca di aiutare il figlio (Timothée Chalamet) ad uscire dal tunnel della tossicodipendenza - Dal 13 Giugno

    "Quando, nel 2014, ho letto i libri di memorie scritti rispettivamente da David Sheff, il padre, e da suo figlio Nic, sono rimasto molto colpito, a livello quasi viscerale. Ciò che David e Nic hanno scritto, si basa sulle proprie esperienze personali, fatte di miglioramenti e ricadute, ma anche di gioia, innocenza, e amore. All’inizio, pensano di possedere tutti gli strumenti necessari per gestire la dipendenza di Nic, per 'risolverla'. In realtà non è così, ma impareranno molto nel corso di questa esperienza. Col passare del tempo, ci sono momenti in cui perdono il controllo, in cui si rendono conto che il problema della tossicodipendenza minaccia di intaccare ogni fibra della loro vita. Avevo già pensato di fare un film in lingua inglese ma nulla mi aveva colpito come la storia della famiglia Sheff. Le dinamiche familiari, l’illusione di poter controllare la situazione, il tempo che passa: questi sono i temi che emergono spesso nei miei film. Avevo già trattato l’argomento dell’uso di stupefacenti, ma le forti emozioni suscitate dalle storia degli Sheff, e il modo in cui la raccontano, mi ha toccato profondamente. Questa famiglia crede nell’amore incondizionato, ma deve accettare che non ci sono risposte semplici, e che la gestione della dipendenza dalla droga è completamente irrazionale. Ero quasi spaventato dalla portata di questa storia, le cui vicende coprono un arco molto lungo, ma ho percepito l’urgenza e la necessità di raccontarla... Spero che questo film aiuti le persone a comprendere che esistono punti di vista diversi, e che possa aprire il loro cuore e la loro mente, così come è successo a me quando ho conosciuto la storia degli Sheff".
    Il regista e co-sceneggiatore Felix Van Groeningen

    (Beautiful Boy; USA 2018; Biopic drammatico; 112'; Produz.: Amazon Studios, Big Indie Pictures, Plan B Entertainment, Starbucks Entertainment; Distribuz.: 01 Distribution)

    Locandina italiana Beautiful Boy

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    Celluloid Portraits:



    See Short Synopsis

    Titolo in italiano: Beautiful Boy

    Titolo in lingua originale: Beautiful Boy

    Anno di produzione: 2018

    Anno di uscita: 2019

    Regia: Felix Van Groeningen

    Sceneggiatura: Felix Van Groeningen e Luke Davies

    Soggetto: Basato sui libri Beautiful Boy: A Father's Journey Through His Son's Addiction di David Sheff e Tweak: Growing Up on Methamphetamine di suo figlio Nic Sheff, il film racconta di un padre che cerca di aiutare il figlio ad uscire dal tunnel della tossicodipendenza. Protagonisti della pellicola sono Steve Carell e Timothée Chalamet.

    Cast: Steve Carell (David Sheff)
    Timothée Chalamet (Nic Sheff)
    Maura Tierney (Karen Barbour)
    Amy Ryan (Vicki Sheff)
    Kaitlyn Dever (Lauren)
    Andre Royo (Spencer)
    Timothy Hutton (Dr. Brown)
    LisaGay Hamilton (Rose)
    Stefanie Scott (Julia)
    Jack Dylan Grazer (Nic Sheff dodicenne)

    Costumi: Emma Potter

    Scenografia: Ethan Tobman

    Fotografia: Ruben Impens

    Montaggio: Nico Leunen

    Effetti Speciali: John McLeod (San Francisco)

    Casting: Francine Maisler

    Scheda film aggiornata al: 01 Luglio 2019

    Sinossi:

    In breve:

    A diciotto anni, Nic Sheff (Timothée Chalamet) è un bravo studente, coinvolto nelle recite e nel giornale della scuola, membro della squadra di pallanuoto, pronto per entrare al college ma, dopo aver provato la metanfetamina, passa a una totale dipendenza. E questo diventa un problema da superare con l'aiuto del padre (Steve Carell). Il film ripercorre la storia vera raccontata nei bestseller di David e Nic Sheff, un ritratto dell’affetto incrollabile e del coraggio di una famiglia di fronte alla dipendenza del figlio e alla sua lotta per il
    recupero.

    Short Synopsis:

    Based on the best-selling pair of memoirs from father and son David and Nic Sheff, Beautiful Boy chronicles the heartbreaking and inspiring experience of survival, relapse, and recovery in a family coping with addiction over many years

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    “Più di tuttoâ€

    “No, non è per il ‘New York Times’, è una cosa personale, si tratta di mio figlioâ€. Si fa presto ad individuare la chiave per aprire il flusso narrativo di questa storia vera. Una realtà che purtroppo riguarda davvero troppe persone e che sembra diffondersi a macchia d’olio come un terribile virus. Ma non si tratta di un virus, piuttosto di una scelta di vita o di un malaugurato inciampo per alleviare un vuoto interiore, un dolore esistenziale di cui soffrono troppi giovani in questa nostra contemporaneità malata. Beautiful Boy del regista fiammingo Felix Van Groeningen (Nomination agli Oscar e Premio Cesar per The Broken Circle Breakdown - Alabama Monroe – Una storia d’amore) non è certo un inedito e non detiene l’esclusiva sull’argomento della dipendenza da droghe sempre più killer d’avanguardia - la Christal Meth del film docet - ma raggiunge comunque l’esclusiva proprio perché sceglie

    di peccare di mancanza di esaustività e accetta di essere lacunoso nel tratteggiare certi eventi legati ai personaggi, pur di puntare il tutto e per tutto sul ‘personale’, appunto. Su quel rapporto straordinariamente intimo ed immenso, impossibile da racchiudere in uno spazio circoscritto, o definirlo in qualche modo - non certo a parole - che è quel legame tra padre e figlio.

    Se Steve Carell si è guadagnato da tempo la piena fiducia proprio per la sua particolare capacità di interiorizzare un qualsivoglia dramma, qui si conferma nobile e raffinato interprete da incanto. Calato integralmente fin nelle viscere in un padre disperato come il David Sheff, giornalista e scrittore che sperimenta a pelle l’inutilità delle parole per cambiare le cose, esprime il suo sconfinato dolore lavorando per sottrazione: malgrado ripetuti tentativi ad oltranza, assapora la frustrazione di non riuscire in alcun modo a far reale breccia nella dipendenza del figlio

    Nic (Timothée Chalamet) da droghe di ogni tipo (Christal Meth compresa). E non riesce, a dispetto di quell’amore incondizionato che non manca di fargli sentire ad ogni ‘fallimentare’ incontro. Di quel rapporto esclusivo, a dispetto di tutto, di quel legame, parlano i continui flashback di David/Carell sull’infanzia del figlio, in cui rivive quel meraviglioso ragazzino meritevole della canzone Beautiful Boy per fare la nanna. Perché quella protezione amorosa del tutto naturale di un padre verso il proprio figlio non funziona più?

    Gran parte del film - tratto da Beautiful Boy: A Father's Journey Through His Son's Addiction di David Sheff e Tweak: Growing Up on Methamphetamine di suo figlio Nic Sheff - punta proprio sugli innumerevoli punti di domanda cui questo padre tenta di trovare risposte utili ad aiutare il figlio finito in un tunnel senza sbocco. In una vera e propria ricerca su internet, o comunque in ogni modo

    possibile, per conoscere a fondo il problema, il nemico per così dire, in una parola, il tentacolare killer di suo figlio. La famiglia allargata, fatta di un ex moglie e madre di Nic (la Vicki di Amy Ryan) e di una nuova consorte artista (la Karen di Maura Tierney) con due figli ancora piccoli, non semplifica le cose, malgrado tutta la solidarietà e la comprensione possibili. Ma l’obiettivo è sempre lì, su quel padre che, in silenzio - con la complicità di una splendida selezione musicale che si sostituisce ad una sceneggiatura altrimenti inutilmente verbosa - si fa ape operosa per trovare soluzioni, per esprimere al figlio il suo amore al meglio. Dal canto suo, Timothée Chalamet fa del suo meglio per tratteggiare il giovane Nic in tutte le sfumature necessarie per far capire il personaggio dentro e fuori dal dramma che vive al momento. Un dramma che distrugge personalità

    e cervello con tutto il bagaglio di quel talento per la scrittura che lo accomuna al padre.

    Il film si carica dunque dell’ingombrante fardello di un calvario duplice ed incrociato: il comune calvario di un padre e di un figlio che si cercano senza più trovare un reale punto di incontro, in una sorta di estranea estraniazione in cui non si riconoscono più e di cui diversamente soffrono. E si arriva al punto di rottura che sembra un punto di non ritorno. Dovremo d’altra parte affidarci ai libri per sapere come sia avvenuto quel reale recupero perché il film, dal target stilistico ‘indipendente’, pur nella sua classica cornice, si sottrae al racconto a lieto fine. Del tutto consapevolmente, sceglie di cavalcare, in ogni sua sfumatura, l’espressione di quella sorta di mantra che sottoscrive per l’appunto quel legame unico e irripetibile, mai di fatto spezzato, tra quel padre e quel figlio:

    “più di tuttoâ€.

    Secondo commento critico (a cura di La parola al film)






    trailer ufficiale:



    clip 'È questo che sono':



    clip 'Passa sempre':



    clip 'Voglio che siano fieri di me':



    intervista video ai protagonisti (sub ITA):

    Pressbook:

    PRESSBOOK ITALIANO di BEAUTIFUL BOY

    Links:

    • Steve Carell

    • Amy Ryan

    • Timothée Chalamet

    • Kaitlyn Dever

    • Stefanie Scott

    1 | 2

    Galleria Video:

    Beautiful Boy - trailer

    Beautiful Boy - trailer (versione originale)

    Beautiful Boy - clip 'È questo che sono'

    Beautiful Boy - clip 'Passa sempre'

    Beautiful Boy - clip 'Voglio che siano fieri di me'

    Beautiful Boy - intervista video ai protagonisti (versione originale sottotitolata)

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