I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - L'esordio alla regia dell'attore inglese James D'Arcy (Dunkirk, Homeland) è una commedia italo-britannica che vede protagonisti Liam Neeson e suo figlio Micheál Richardson - Uscito negli USAil 7 Agosto
Soggetto: Ambientato in Toscana il film racconta la storia di un artista inglese bohémien che torna in Italia insieme al figlio, con cui non ha più contatti da anni, per vendere una casa che entrambi hanno ereditato dalla defunta moglie e madre. I lavori di ristrutturazione della casa iniziano a coincidere con un lavoro di riavvicinamento tra i due.
Le riprese sono state realizzate nel 2019 a Monticchiello e in alcune strade panoramiche della Val d’Orcia. Il film è sostenuto da Toscana Film Commission nell’ambito del programma Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema.
Cast: Liam Neeson (Robert) Micheál Richardson (Jack) Valeria Bilello (Natalia) Lindsay Duncan (Kate) Marco Quaglia (Luigi) Gian Marco Tavani (Marzio) Helena Antonio (Raffaella) Yolanda Kettle (Ruth)
Musica: Alex Belcher
Costumi: Louise Stjernsward
Scenografia: Stevie Herbert
Fotografia: Mike Eley
Montaggio: Anthony Boys e Mark Day
Effetti Speciali: Franco Galiano e John Rafique (supervisori)
Makeup: Carla Vicenzino (supervisore)
Scheda film aggiornata al:
31 Gennaio 2021
Sinossi:
In breve:
Robert, un artista londinese bohémien (Liam Neeson), torna in Italia con il figlio, con cui non ha contatti da anni, per vendere la casa che hanno ereditato dalla defunta moglie (e madre).
In altre parole:
L'artista bohémien londinese Robert (Liam Neeson), ha ereditato una casa appartenuta alla sua defunta moglie. Robert è intenzionato a vendere la villa il prima possibile e per questo motivo si reca in Toscana insieme a suo figlio Jack (Micheál Richardson), con cui non ha un buon rapporto. Una volta sul posto i due si rendono conto che la villa è in rovina e che ha bisogno di essere ristrutturata. Robert e Jack cercano di sistemare la casa al meglio, ma iniziano subito a litigare. Il ragazzo infatti sta attraversando un periodo difficile ed è alla disperata ricerca di piacevoli ricordi di sua madre. Inoltre, la mancanza di esperienza con in lavori di ristrutturazione, porta Robert a chiedere aiuto ad alcune persone del luogo. E' così che incontra Kate (Lindsay Duncan), anziana e stravagante agente immobiliare. Mentre Jack s'innamora di una giovane cuoca italiana, Natalia (Valeria Bilello), proprietaria di una trattoria. Riuscirà Robert a riportare la villa al suo antico splendore e a recuperare il suo rapporto con il figlio?
Short Synopsis:
The story centres on Robert (Liam Neeson), a bohemian artist who travels from London to Tuscany with his estranged son Jack (Micheál Richardson) to make a quick sale of the house they have inherited from his late wife
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Parlare di occasione sprecata è voler essere gentili! Perché questo Made in Italy, debutto alla regia dell’attore James D’Arcy, è riuscito a far franare una pellicola dal potenziale, di per sé, quanto meno interessante. A cominciare dalla location, nel cuore della Toscana e dagli interpreti, in particolare Liam Neeson. Eppure, la mancanza di un’impalcatura solida, armata solo dei soliti cliché, ‘made in Italy’, appunto - qui estesi malamente anche sul piano musicale (Mina, Bocelli & Co.), per non dire della solita cucina ridotta a pizza e spaghetti - con la scalata dei facili sentimenti melò, tra rimpianti a grappolo e parole non dette tra padre e figlio, riduce questa pellicola ad una storiella da piccolo schermo. Neppure il casolare di famiglia da ristrutturare nel bel mezzo della campagna senese, il ristorantino tipico in cui lavora la giovane separata con figlia al seguito (Valeria Bilello) e marito comicamente stalker, smuovono il
basso livello di produzione cinematografica, di fatto televisiva. Lo stesso movente del viaggio, riesce a mortificare una Toscana ad effetto cartolina, priva di autenticità in panoramica e respiro, qui alquanto asfittici, contribuisce a mancare l’effettivo decollo di questa storia, dominata oltretutto da una recitazione stanca, sfibrata nelle emozioni più genuine.
All’orizzonte, un padre vedovo, pittore alla deriva, il Robert di Liam Neeson, e suo figlio Jack, non solo per finzione, giacché Micheál Richardson è veramente il figlio di Liam Neeson. Lo scarso potenziale artistico di Jack si direbbe ahimé, speculare al livello di recitazione dell’interprete, giacché neanche sfiora i livelli del padre Neeson. Il Jack di Richardson lo conosciamo nel suo punto di rottura: già al servizio della galleria d’arte dei suoceri che ora deve lasciarsi alle spalle, in vista della separazione dalla giovane eppure già arcigna moglie (personaggio davvero cartoonesco quello della Ruth di Yolanda Kettle). Il sogno di
acquistare quella stessa galleria d’arte ora messa in vendita, esige per il figlio un riscatto economico da quel casolare di famiglia in Toscana, abbandonato al destino dell’oblio in quanto scrigno di troppi dolorosi ricordi. E’ questo a muovere i passi di entrambi in quella direzione, loro malgrado, il cui rispettivo lutto - della moglie e madre italiana - mai metabolizzato e mai condiviso, li ha affettivamente distanziati. Per inciso, occhieggia tra le righe un parallelismo tra la finzione e la vita reale degli interpreti: come non rievocare il triste incidente sciistico di Natasha Richardson, già moglie di Liam Neeson e madre di Micheál Richardson? Ma tornando al film, il loro inevitabile e scontato ritrovarsi - scavalcando qualche scena madre esasperata fuori tempo massimo - mentre si attraversa tristemente un’atmosfera stagnante, finisce per condurci dritti dritti nelle spire di un epilogo assolutamente prevedibile, complice un affresco inguardabile, d'altra parte, essenza
di un amore inestinguibile.
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)