Cinema sotto le stelle 2019 - RECENSIONE - Il Presidente Peppino Garibaldi (Claudio Bisio) torna a portare scompiglio nei palazzi della politica nell’atteso sequel di Benvenuto Presidente, già campione di incassi e vincitore di tanti premi e nomination, tra cui quella all'European Film Award come 'Miglior Commedia' - Dal 28 marzo
Janis (Sarah Felberbaum) e la figlia Ghevara: vive in montagna ormai dedito alla ricerca dei funghi, alla pesca, e alle molte altre cose che però, ad un certo punto, lo fanno apparire agli occhi della stessa moglie, fin troppo omologato alla natura, in mezzo alla neve ed isolato dal mondo, mentre lei, ben più ambiziosa, sogna di tornare al Quirinale.
Così, addio alla ‘bolla di vetro innevata’ e all’idillio montanaro. Ed ecco il pretesto per Giuseppe/Bisio, dopo una dura terapia a colpi di accetta come taglialegna ad oltranza per dimenticare, di tornare a Roma per riprendersi moglie e figlia. Ovvio che non sarà per nulla facile ma sarà occasione per qualche situazione più o meno esilarante da gag, per qualche rara battutina umoristica elementare – quella di ‘C’è (Che) Ghevara’ è veramente da asilo infantile e non è la sola - mentre intanto ci apprestiamo a fare conoscenza con il
nuovo parterre politico: ogni riferimento a Luigi Di Maio, Matteo Salvini e Matteo Renzi non è puramente casuale. Così, ridendo e scherzando il Giuseppe di Bisio, intenzionato a riconquistare la moglie, accetta il nuovo incarico politico e, con grande sorpresa dei politicanti di finzione, ma non dello spettatore che se lo aspetta benissimo, alla fine riesce a tirare a segno una manovra politica con un suo senso. I modi e i tempi in cui riesce sono quelli della commedia e il messaggio finale carica di responsabilità più gli stessi italiani che non i politici: “Per cambiare l’Italia bisogna cambiare gli italianiâ€, sempre pronti a chiedere favori di sottobanco e ad evadere le tasse. Insomma, un mal costume che impoverisce il Paese.
Una pellicolina slavata che questa volta punta fin troppo al protagonismo assoluto di Claudio Bisio, riducendo a tante piccole macchiette, chi meglio riuscita chi meno, tutti gli altri. Montaggio
(Giancarlo Fontana) e regia tradiscono invece un potenziale che potrebbe fare meglio in futuro in assenza di una sceneggiatura meno scialbata ed elementare (Fabio Bonifacci aveva fatto meglio nel primo). Carinissima l’idea del corto di animazione con immagini simbolo sui titoli di coda, una sorta di cesura prima di riaprire un altro corto estrapolato dalla realtà italiana in cui, salutano lo spettatore dal vivo del grande schermo, i tanti lavoratori che ogni giorno fanno davvero il proprio dovere: da italiano a italiano. E si sogna il giorno in cui in un'Italia ideale finalmente in ottima salute i tedeschi in visita possano esclamare: "Dusseldorf al confronto è una latrina!". E questa è forse l'unica battuta, dal doppiofondo, più sagace di quanto si possa immaginare!
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)
trailer ufficiale 90":
trailer ufficiale 60":
clip 'Per me la vita è meglio della politica':
clip 'Guerriero e la telecamera':
clip 'Accetto l'incarico!':
clip 'Lo sciopero dello Stato':
Bentornato Presidente - clip 'Il weekend è come Roma':