"Abbiamo corso come il vento, verso l’infinito e oltre. Quando doppi 'Toy Story' sei in una stanza con chi lo ha creato. Così, quando è toccato a me prestarmi all’ultima sessione di registrazione, ho voluto dar loro le spalle. Non volevo guardarli sapendo che avrebbero finto di non vedermi piangere"
L'attore Tom Hanks
"...questo capitolo non è solo una fantastica aggiunta alla serie, ma anche il titolo che più di tutti si avvicina ad un adventure movie, toccando inoltre temi come gli addii e le seconde opportunità . Un film divertente ma allo stesso tempo strappalacrime, molto più dei precedenti" Erik Davis di Fandango
(Toy Story 4; USA 2019; Azione, Commedia, Avventura; 100'; Produz.: Pixar Animation Studios e Walt Disney Pictures ; Distribuz.: Walt Disney Studios Motion Pictures)
Sceneggiatura:
John Lasseter, Andrew Stanton, Josh Cooley, Valerie LaPointe, Rashida Jones, Will McCormack, Martin Hynes e Stephany Folsom
Cast: Keanu Reeves (Duke Caboom) Christina Hendricks (Gabby Gabby) Tom Hanks (Woody) Patricia Arquette (Harmony's Mom) Jordan Peele (Bunny) Annie Potts (Bo Peep) Jay Hernandez (Bonnie's Dad) Timothy Dalton (Mr. Pricklepants) Betty White (Bitey White) Kristen Schaal (Trixie) Mel Brooks (Melephant Brooks) Wallace Shawn (Rex) Keegan-Michael Key (Ducky) Joan Cusack (Jessie) Tim Allen (Buzz Lightyear) Cast completo
Laurie Metcalf (Mrs. Davis) Jeff Garlin (Buttercup) Don Rickles (Mr. Potato Head) John Ratzenberger (Hamm) Tony Hale (Forky) Ally Maki (Giggle McDimples) Carl Weathers (Combat Carl) Jodi Benson (Barbie) Bonnie Hunt (Dolly) Carol Burnett (Chairol Burnett) Carl Reiner (Carl Reineroceros) June Squibb (Margaret the Store Owner) Lori Alan (Julia Anderson) Madeleine McGraw (Bonnie) Estelle Harris (Mrs. Potato Head) Blake Clark (Slinky Dog) Alan Oppenheimer (Old Timer) Bud Luckey (Chuckles the Clown) John Morris (Andy Davis) Juliana Hansen (Miss Wendy) Jeff Pidgeon (Squeeze Toy Aliens) Jack McGraw (Young Andy) Lila Sage Bromley (Harmony)
Musica: Randy Newman
Costumi: Jean-Claude Kalache e Patrick Lin
Scenografia: Bob Pauley
Fotografia: Greg Dykstra , Atsuko Nozaki e Chris Sasaki
Montaggio: Axel Geddes
Effetti Speciali: Pixar Animation Studios
Makeup: Colin Bohrer
Casting: Natalie Lyon e Kevin Reher
Scheda film aggiornata al:
04 Luglio 2019
Sinossi:
Dopo la partenza di Andy per il college nel film precedente, Woody e gli altri giocattoli vivono adesso nella casa di Bonnie. Tuttavia, l'arrivo di un nuovo giocattolo di nome Forky nella stanza della bambina porterà Woody e gli altri verso una nuova avventura.[3] Infatti durante la storia Woody si vedrà nuovamente separato dal gruppo, per recuperare Forky (che si è perso). Durante il viaggio di ritorno Woody incontrerà nuovi personaggi (come Ducky, Bunny, Gabby Gabby e Duke Caboom) e ri-incontrerà la sua vecchia fiamma e amica Bo Peep.
Commento critico (a cura di FRANCESCO ADAMI)
Toy Story 4: Il revival del vintage
Un viaggio on the road tra rievocazione di tempi passati, nuove avventure e maggiori consapevolezze, il vecchio giocattolo Woody scopre una nuova prospettiva che lo porterà verso un diverso percorso.
La storia: 24 anni assieme a Woody e Buzz
Nel 1995 una serie di giocattoli appartenente ad un bambino chiamato Andy, prendeva vita, così come veniva alla luce il primo lungometraggio di animazione in computer grafica. Una star dei giocattoli, un cowboy parlante chiamato Woody, amato e rispettato dal suo padrone Andy, viene quasi sbaragliato dall’ingresso dell’astronauta Buzz Lightyear. I due, nonostante alcuni diverbi, riescono a diventare grandi amici, tanto che nel secondo capitolo, Buzz farà di tutto pur di salvare il suo amico Woody, costretto a diventare parte di una collezione privata rara e a fare i conti con il suo invecchiamento. Ma il futuro è incerto e nel terzo capitolo Andy diventa adolescente e,
tra viaggi in asili, donazioni, decide di regalare i suoi più cari giocattoli alla vicina di quartiere, la piccola Bonnie. Ora, in questo quarto capitolo, si torna quasi subito alla vita di Woody insieme alla piccola bambina un po’ solitaria e timida, che deve integrarsi con i suoi coetanei, e per far questo, realizza al laboratorio dell’asilo con dei materiali di scarto, Forky, una forchetta animata che diviene il suo giocattolo preferito. Ben presto, la famiglia di Bonnie, si prepara per andare in vacanza con un autocaravan, tutti i giocattoli affronteranno un viaggio che li farà giungere presso una cittadina. Woody incontrerà Bo Peep, la pastorella di ceramica, appartenuta a Molly, la sorella di Andy, dalla quale si è separato per ben 9 anni e dovrà affrontare una strada tortuosa affollata di nuovi amici e minacce, verso la comprensione del suo personale percorso.
Lo sviluppo tra evoluzione e coerenza
Ogni nuovo film
di Toy Story affronta tematiche maggiormente intriganti e complesse: vi è una crescita temporale dovuta alle esigenze e allo sviluppo dei personaggi stessi. Una metafora sempre più radicata ad una realtà tra consumismo, integrazione e aggiornamento. I giocattoli diventano sempre più coscienti e saggi, invecchiano come le loro esperienze di vita, assumono una vera propria identità e coscienza che li rende sensibilmente umani ed indipendenti. La sceneggiatura, sotto la guida di Andrew Stanton, sviluppatore dell’intera serie film, affiancato in questo nuovo capitolo dalla giovane Stefany Folsom, è veramente efficace e sorprendente. La regia, affidata a Josh Cooley, contribuisce a rendere innovativo e divertente lo sviluppo della narrazione con l’introduzione di nuovi personaggi come i peluche Ducky e Bunny e le loro più grandi fantasie.
La grafica e lo sviluppo tecnico
La grafica e l’ambientazione realizzata dalla Pixar è singolare: vi è sempre un avanzamento nella realizzazione di ogni singolo film d’animazione e
dunque, anche in questo lungometraggio le illuminazioni, la resa cromatica, i dettagli e i movimenti dei personaggi animati sono veramente straordinari.
Una nuova visione
Toy Story 4 è un film veramente ben realizzato: è presente una giusta dose di comicità in numerose sequenze ed un forte sentimentalismo che provocano intensi momenti durante i quali sarà difficile trattenere le lacrime. Da non perdere la visione delle numerose sequenze durante i titoli di coda e la dedica a creatori e artisti scomparsi, compresa la dedica del doppiaggio italiano a Fabrizio Frizzi. Un film da non perdere, ben realizzato sotto ogni singolo aspetto.
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)