LA MIGLIORE OFFERTA: TORNANDO ALLE ATMOSFERE CHE HANNO CARATTERIZZATO 'LA SCONOSCIUTA', GIUSEPPE TORNATORE SI AFFIDA ANCORA UNA VOLTA AD UNO SCENARIO MITTELEUROPEO PER AFFACCIARSI SULL'INTRIGANTE E FASCINOSO MONDO DELLE ASTE ED INTESSERE UNA STORIA D'AMORE CON UN GIALLO CLASSICO, PER SUA STESSA AMMISSIONE, SORPRENDENTEMENTE INDIPENDENTE DA HITCHCOCK
Seconde visioni - Cinema sotto le stelle: 'The Best of Summer 2013' - VINCITORE di 6 DAVID di DONATELLO 2013: Miglior Film, Miglior Regista, Migliore Musica (Ennio Morricone), Migliori Costumi (Maurizio Millenotti), Migliore Scenografia (Maurizio Sabatini e Raffaella Giovannetti) e il Premio David Giovani - BERLINALE SPECIAL 2013 - RECENSIONE - Dal 1° GENNAIO
"Ha a che fare con il mondo delle aste, ma nonostante il protagonista (un intenso Geoffrey Rush) sia un battitore d'aste, 'La migliore offerta' non è un film su questo ambiente. E' una storia d'amore, e in amore non si può mai sapere quale sia l'offerta giusta, quella migliore. Il titolo ha un valore allegorico. Diciamo che nasconde una storia romantica intessuta come un giallo classico, anche se non si sono detective o assassini".
Il regista, sceneggiatore e soggettista Giuseppe Tornatore
(The Best Offer; ITALIA/USA 2012; Drammatico; 124'; Produz.: Paco Cinematografica in associazione con Warner Bros. Entertainment Italia e UniCredit; Distribuz.: Warner Bros. Pictures Italia)
Un eccentrico antiquario, rinomato nell'ambiente e di fama mondiale, è chiamato a supervisionare la valutazione e la vendita di una vecchia casa padronale. Imprevedibilmente però questo compito scuote la sua esistenza mite e distaccata...
IN DETTAGLIO:
Virgil Oldman è un uomo colto e solitario. La sua ritrosia nei confronti degli altri, specie delle donne, è pari all'infallibile maniacalità con cui esercita la professione di antiquario. Non ha mai dato del tu neanche a Robert, il suo unico amico, un giovane abile restauratore di congegni meccanici di ogni epoca.
Il giorno del suo sessantatreesimo compleanno Virgil riceve la telefonata di una ragazza che lo incarica di occuparsi della dismissione di alcune opere d'arte di famiglia. Ma all'appuntamento per procedere al primo sopralluogo, la ragazza non si presenta. Per varie ragioni la donna non si farà viva neanche durante la fase d'inventario delle opere e quelle successive del trasporto e del restauro.
Più di una volta Virgil ha l'impulso di chiamarsi fuori da ciò che gli sembra solo un fastidioso impaccio, ma la misteriosa giovane donna che vive chiusa in un mondo di ossessioni lo convince puntualmente a tornare sui propri passi. Inizia così per l'anziano antiquario un'esperienza del tutto imprevedibile. E' Robert a suggerirgli passo dopo passo come conquistare la giovane donna che ha paura del mondo, in un'enigmatica partita a scacchi in cui l'antiquario si ritrova ben presto al centro di una passione che cambierà la sua grigia esistenza.
SYNOPSIS:
Virgil Oldman is managing director of a leading auction house. He is a man with his own individual style who regularly dyes his hair, never goes out without his finest leather gloves and tries to reveal as little as possible of his emotional world. In a secret hall inside the villa in which he lives alone, he has collected hundreds of masterful, priceless paintings from many different eras. He has succeeded in acquiring these paintings, all of them portraits of women, during his own auctions with the help of his old friend Billy. One day, Oldman receives a special assignment: a mysterious young woman, who refuses to appear in person, asks him to sell her family’s antiques. But Oldman is not only interested in the classical painting, furniture and material on offer. He becomes increasingly fascinated by the mysterious incognito woman, who will only communicate with him from behind thick walls and heavy doors.
Giuseppe Tornatore directs his stylish film about passions, neuroses and intrigue with panache and a sense of morbid sophistication. He has chosen to set his plot’s surprising twists and turns in picturesque locations in Bolzano, Merano, Vienna and Prague.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
IN BILICO TRA VERO E FALSO, NELL'ARTE COME NELLA VITA... IL PICCOLO THRILLER DI GIUSEPPE TORNATORE QUESTA VOLTA PARLA MITTELEUROPEO, CON IL 'ONE MAN SHOW' DI GEOFFREY RUSH
Un thriller intrecciato con una storia d'amore. Giuseppe Tornatore ci ha preso al laccio di proposito, tenendoci in caldo lungamente la sorpresa di un colpo di scena che non ha alcuna fretta di svelare. A tre anni di distanza dallo storico autobiografico Baarìa, si lascia alle spalle i barocchismi siciliani per imboccare nuove strade mitteleuropee, riprendendo aliti delle atmosfere più cupe dei suoi trascorsi in celluloide (La sconosciuta) ed un genere di ossessioni vagamente familiari (vedi la fobìa per lo spazio aperto di Novecento incarnata da Tim Roth nella lirica pellicola La leggenda del pianista sull'oceano), Con La migliore offerta Tornatore cavalca l'onda lunga di simboli e metafore di cui l'arte per l'appunto sa farsi ricco scrigno, per vagheggiare l'idea-ideale dell'amore come opera
d'arte. Pensato più in piccolo e su coordinate più classiche, il nuovo intreccio non manca delle sue ardite ambizioni, e pur non del tutto privo di intrigante fascino, non mantiene sempre alto il filo tensivo del mistero che avrebbe dovuto tenerci col fiato sospeso, in bilico tra vero e falso, nell'arte come nella vita. Così, non di rado, dopo aver fatto un pò di strada rapiti dal fascino intrigante di atmosfere ed ambientazioni polverose quanto le preziose antichità che vi abitano, passando di dettaglio in dettaglio, tra un primissimo piano e l'altro, seguendo lo sguardo endoscopico di Tornatore, qui intenzionato a dar voce persino ad antichi marca strada in pietra, l'irritazione e suscettibilità del protagonista, quasi per effetto transfer, finisce per impadronirsi anche dello spettatore che, a un certo punto, non può fare a meno di cominciare a sentire un tantino stonata la nota dominante di un tira e molla
tra l'anziano e compassato signore protagonista e la misteriosa fanciulla che - negando la sua presenza fisica per quasi tutta la prima parte del film - si cela sotto la committente della valutazione di un patrimonio artistico di inestimabile valore. Solo ipotizzare una storia d'amore tra i due stride non poco, anche alla luce delle più strampalate relazioni che la realtà odierna sfoggia alle volte senza alcun pudore nè buon senso. Così il giallo a questa interconnesso scricchiola di conseguenza.
con impeccabile glamour di razza, da Geoffrey Rush (l'ammaliante logopedista de Il discorso del re). E' qui che Tornatore si prende molto tempo, per introiettarci nel profondo del suo universo meticoloso, fatto di ossessioni, di irascibile, volontaria, solitudine. Tornatore tiene la m. d. p. costantemente incollata sul suo comportamento eccentrico, entra nelle pieghe più intime del suo essere, del suo modo di sentire e di percepire persone, cose, ambienti, oggetti d'arte delle più svariate fatture. Dettagli che pongono lo spettatore sulla stessa lunghezza d'onda a portata di sguardo in soggettiva del nostro protagonista: è il caso ad esempio del suo 'inno' quotidiano alla donna ideale - tra lui e la donna reale si frappone la siderale distanza del 'fattore non contemplato' - amata in segreto nelle profondità nascoste del suo 'caveau art gallery' privato, luogo elettivo di gioie e dolori da assaporare intensamente, declamati sul pentagramma di silenzi assoluti, incoronati
dagli sguardi prolungati della meditazione, quelli che Tornatore raccoglie in ampie, lente e reiterate carrellate, cadenzate da puntigliose pause, appuntate su una generosa semina di dettagli, tanti quanti quelli offerti dalle centinaia di volti femminili ritratti nelle epoche più diverse, cittadine elettive di quella stupefacente quadreria d'autore (molti i dipinti noti riconoscibili). La sofisticata collezione messa insieme in un'intera vita dedicata all'arte e alle dinamiche non sempre trasparenti ed ortodosse del business che la stessa arte produce: la regia non manca di tratteggiarne anche certi inquietanti risvolti con la complicità dell'amico - e artista mediocre - Billy (Donald Sutherland), immancabile presenza alle varie Aste condotte dal nostro protagonista.
A dire il vero l'arte finisce per essere la vera, autentica, protagonista femminile de La migliore offerta, quella che lo stesso Giuseppe Tornatore rende star dominante di primo piano, ribaltando sul palcoscenico del suo personale teatro mitteleuropeo, la convenzione dei protagonismi. Una sorta
di lente, di filtro decodificatore di una grande metafora della vita, spesso complicata come i meccanismi, costantemente minacciati dalla ruggine, di antichi orologi o degli stessi ingranaggi che hanno dato vita, nel XVIII secolo, ai primi androidi della storia della scienza e della tecnica: Tornatore fa esplicito riferimento all'inventore e meccanico francese Jacques de Vaucanson (è del 1737 il suo primo telaio automatico). L'artificio con cui Tornatore pone su binari paralleli il riassemblamento degli antichi ingranaggi di un automa (per mano del giovale restauratore Robert/Jim Sturgess) e l'improbabile riassemblamento dei frammenti di quell'idea d'amore mai consumata fino a tarda età da parte di Virgil/Rush, per quanto suggestivo, alla lunga si consacra per quel che è, un artificio. Un'opera incompiuta come l'automa parzialmente ricostruito, come un genere di amore buono solo per essere vagheggiato nei termini ideali poetico-letterari già (de)cantati da Dante con la sua Beatrice o da Petrarca con la
sua Laura, pronto a sgretolarsi se solo immaginato sul limitare della vita vissuta in realtà . Tanto più quando all'intensità viscerale di un Rush si antepone l'assoluta mancanza di carisma e sex appeal dell'anemica attrice olandese Sylvia Hoeks, nei panni della giovane donna del mistero. D'altro canto non vi è alcun dubbio che la poesia, struggente, amara e languida, di un fascino tragico senza tempo, aleggi in versione integrale - carne, ossa e anima - sulla sequenza finale, da manuale, sull'onda di un flashback, l'ultimo di una piccola serie, inaugurata da Tornatore solo in dirittura delle battute conclusive di questo thriller, non propriamente hitchcockiano.
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano l'Ufficio Stampa Lucherini Pignatelli e Giulia Alati (WaytoBlue)