DOPPIO GIOCO-LA VERITA' SI NASCONDE NELL'OMBRA: NELLA BELFAST DEGLI ANNI NOVANTA UNA MADRE SINGLE (ANDREA RISEBOROUGH, LA VICTORIA DI 'OBLIVION') E' COSTRETTA A TRADIRE TUTTO CIO' IN CUI CREDE PER SALVARE SUO FIGLIO. LE SARA' DI AIUTO IL SUPPORTO DI UN AGENTE DELL'MI5 (CLIVE OWEN)
Dal 30. Torino Film Festival - RECENSIONE - Dal 27 GIUGNO
"In qualche modo scrivere questo libro mi ha dato la possibilità di raccontare alla gente aspetti sconosciuti di questo conflitto, come il mondo degli informatori, che non poteva essere raccontato dai telegiornali. Ho cercato di delineare un ritratto di qualcosa che stava realmente accadendo andando a fondo al cuore della questione... Mi interessava approfondire la relazione fra un uomo che dà delle direttive a una donna che le esegue: effettivamente lui sta cercando di tenerla in vita, e lei sta veramente tradendo tutti quelli che le sono vicini per proteggere il figlio. A un certo punto della storia Colette e Mac diventano fondamentali l’uno per l’altra. Credo che sia una splendida idea di base sia per un libro che per un film".
Lo scrittore e sceneggiatore Tom Bradby
"Parlava dell’Irlanda e del conflitto, e naturalmente siamo tutti felici che si sia riusciti a risolverlo, ma quando ho iniziato a leggere la storia ho realizzato quanto fosse profondamente immersa nel cuore dei tumulti... Mi piaceva molto la storia centrale di Collette. Perciò con Tom abbiamo subito iniziato a lavorare al copione concentrandoci molto sulla sua vicenda... Tutti possono in qualche modo capire cosa significhi tradire la propria famiglia e le proprie convinzioni politiche, perciò il fatto che la storia sia ambientata nell’Irlanda del Nord ed in un particolare momento storico agevola lo svolgersi di una storia di questo genere ma non ha reali implicazioni politiche... siamo stati capaci di lasciare la politica sullo sfondo della storia".
Il regista James Marsh
(Shadow Dancer; REGNO UNITO/IRLANDA 2012; Thriller; 101'; Produz.: BBC Films/Element Pictures/Irish Film Board/UKFS/Unanimous Pictures; Distribuz.: Moviemax)
Titolo in italiano: Doppio gioco - La verità si nasconde nell'ombra
Titolo in lingua originale:
Shadow Dancer
Anno di produzione:
2012
Anno di uscita:
2013
Regia: James Marsh
Sceneggiatura:
Tom Bradby
Soggetto: Da un romanzo di Tom Bradby.
Cast: Clive Owen (Mac) Andrea Riseborough (Colette McVeigh) Gillian Anderson (Kate Fletcher) Aidan Gillen (Gerry) Brid Brennan (Ma) David Wilmot (Kevin Mulville) Stuart Graham (Ian Gilmour) Martin McCann (Brendan)
Musica: Dickon Hinchliffe
Costumi: Lorna Marie Mugan
Scenografia: Jon Henson
Fotografia: Rob Hardy
Montaggio: Jinx Godfrey
Casting: Nina Gold
Scheda film aggiornata al:
17 Luglio 2013
Sinossi:
IN BREVE:
Collette McVeigh (Andrea Riseborough) è una madre single. Repubblicana, vive a Belfast con la madre e i suoi fratelli, militanti dell’IRA. Quando viene arrestata per aver preso parte a un attentato (fallito) a Londra, Mac, un agente dell’MI5 (Clive Owen) le offre una scelta: perdere tutto e andare in prigione per 25 anni, o tornare a Belfast e spiare la sua stessa famiglia. La vita di suo figlio è nelle mani di Mac (Clive Owen), perciò Collette non ha altra scelta se non tornare a casa. Quando un attentato ideato da suo fratello va a monte, tutti iniziano a sospettare che ci sia una talpa e sia Collette sia la sua famiglia si troveranno in serio pericolo.
IN DETTAGLIO:
Negli anni Settanta, Collette è bambina e provoca accidentalmente la morte di suo fratello, mandandolo a comprare un pacchetto di sigarette per il padre al suo posto. Il ragazzino si trova per sbaglio nel bel mezzo di uno scontro a fuoco e viene colpito. Ferito, viene portato a casa dove muore sul tavolo della cucina.
A 20 anni e con un figlio da crescere da sola, Collette ha espiato la sua colpa diventando un membro fedele dell’IRA. Vive con la madre e i fratelli, Connor e Gerry, che nel frattempo sono diventati esponenti importanti dell’organizzazione.
Quando Collette viene arrestata per aver preso parte a un attentato dinamitardo a Londra, un agente dell’MI5, Mac, le lascia intendere che il suo fratellino potrebbe non essere stato ucciso dalle forze armate britanniche, ma da un proiettile dell’IRA. A quel punto le offre una scelta: andare in prigione per 25 anni e non poter essere una madre per suo figlio, o tornare a casa e diventare una spia dell’MI5. Voltando le spalle a tutto ciò in cui crede, compresa la sua famiglia. Piena di dubbi, ma con la vita di suo figlio in mano a Mac, Collette è costretta a fidarsi di lui e tornare a casa.
Mac, nel frattempo, preoccupato per il comportamento dei suoi colleghi, per il modo in cui è stata gestita l’operazione e per quanto poco è stata protetta Collette, inizia a fare delle indagini personali. Ben presto scopre che sia lui che Collette sono stati usati: lei è solamente un diversivo per distogliere l’attenzione da un’altra talpa, molto più importante, e i suoi capi vedono Collette come un sacrificio 'necessario per il bene superiore'.
Nel frattempo, mentre crescono i sospetti tra le fila dell’IRA, Kevin Mulgrew è sulle tracce dell’informatore. La lista dei potenziali traditori è sempre più corta e il cerchio si sta stringendo attorno a Collette; solo Mac le rimane accanto e le promette che farà di tutto per aiutarla a scappare e contemporaneamente a trovare la vera talpa. Ma le scoperte fatte da Mac saranno così sconvolgenti e piene di conseguenze che le vite di Collette, della sua famiglia e di Mac stesso non saranno mai più le stesse.
SHORT SYNOPSIS:
Set in 1990s Belfast, an active member of the IRA becomes an informant for MI5 in order to protect her son's welfare.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
UN'ALTRA STORIA IRLANDESE ALL'OMBRA DELL'IRA E, QUESTA VOLTA, DI UNA GIOVANE MADRE MILITANTE, FERITA A MORTE NELL'ANIMA (ANDREA RISEBOROUGH). UNA FERITA IRRIMARGINABILE SU CUI L'INTERVENTO DELL'AGENTE MI5 CLIVE OWEN, OSTEGGIATO DALLA COLLEGA (GILLIAN IN POCO PIU' DI UN CAMEO) NON PUO' MOLTO. QUALCHE SEQUENZA DI RILIEVO NON SALVA LA PELLICOLA DI MARSH CHE NON E' PAKULA
Una bambina è completamente assorbita dall'infilare uno dopo l'altro quei cristalli che andranno a ricomporre la sua collana, mentre in sottofondo al telefono si consumano accordi 'segreti', per questo declina l'incarico affidatole dal padre, delegando il fratello in sua vece, di acquistare un pacchetto di sigarette. Il dado di una quotidianità familiare è tratto, quando di lì a poco, il segno di una violenza di piazza che intravediamo solo dalla finestra in maniera nebulosa, entrerà in quella casa, là dove nulla sarà più come prima. Soprattutto per quella bambina, che non avrebbe mai immaginato le
Con una partenza così intimista che paga pegno a L'ombra del diavolo del mai compianto abbastanza Alan Pakula, vale a dire un cult di marca hollywoodiana intessuta con il tocco della regia d'autore in materia di sommosse terroristiche promosse dall'irlandese IRA, là dove innesti di pura marca politica si intrecciano a vendette familiari, anche il Doppio gioco di James Marsh promette una grande storia che, invece, man mano che prende corpo, fatta eccezione per
due o tre sequenze, non trattiene nulla di memorabile. Anzi, a tratti si direbbe persino perdersi in dettagli di poco conto concedendo loro più spazio del necessario mentre una certa avarizia domina altri passaggi, non sempre limpidi, quando non sostenuti da una ritmica alquanto pedante che sortisce nel diluire quelle rare scintille di un mordente che alla fin fine non divampa.
Il regista britannico James Marsh, con al suo attivo una dominante documentaristica da Oscar (Man on Wire, 2008) o semplicemente insignita di riconoscimenti come il premio per la Miglior Regia (World Documentary) al Sundance 2011 assegnatogli per il più recente Project Nim, non è certo Alan Pakula e, dopo gli inizi che ricalcano la struttura pakuliana all'altezza del sopra citato L'ombra del diavolo, prende, come d'altra parte è giusto che sia, per una storia fondamentalmente diversa, altre direzioni. Direzioni che puntano il tutto e per tutto sulla prima protagonista di
questa nuova storia irlandese, ispirata al romanzo di Tom Bradby, che è poi anche lo sceneggiatore del film diretto da Marsh. Che i risvolti politici restassero sullo sfondo a tutto vantaggio di Colette McVeigh - preziosa occasione per Andrea Riseborough (la Victoria di Oblivion) qui in un ruolo non facile e forse il primo per lei di assoluto primo piano - madre single, ovviamente molto legata alla famiglia di origine (alla madre e ai suoi fratelli militanti dell'IRA), era già negli intenti. Ma forse si annida proprio qui la pecca di un film come Doppio gioco che, all'atto pratico, non poteva staccare la spina di quel personaggio dalla presa diretta ai risvolti politici in cui si trova ripetutamente coinvolto e immischiato, volente o nolente. Era praticamente impossibile, pena il rischio di restare senza corrente. Così si rivendica il suo dominio scenico con la macchina da presa incollata sul suo volto,
assuefatto ad incassare anche i colpi più duri, sull'onda della priorità assoluta che si contempla sulla tutela del figlio piccolo a dispetto di una militanza perennemente sul filo del baratro. In questa dinamica si restringono alquanto il respiro di Clive Owen per il suo Mac/Declan MI5 - che per certi versi flirta dal punto di vista recitativo, anche se in maniera più fiacca, con il suo Louis Salinger nel The International di Tom Tykwer - per non dire di quello di Gillian Anderson, ridotto ad un cameo, per quanto ugualmente di carattere. La sequenza del funerale di un giovane combattente con la contrapposizione sul filo tensivo del rasoio tra carica di polizia e militanti dell'IRA, compagni di lotta del giovane defunto, è una tra le poche degne di essere ricordate prima di guadagnare un finale con sorpresa che non poteva che essere a sua volta amara, perchè, come già diceva
il terrorista irlandese in incognito Rory (Brad Pitt) al poliziotto americano Tom O' Meara (Harrison Ford) nel pakuliano L'ombra del diavolo: "Non è una storia americana Tom, è una storia irlandese".
Bibliografia:
Nota: Si ringrazia Licia (ufficio Stampa Moviemax)