NICOLE KIDMAN RITRAE LA CELEBRE FOTOGRAFA AMERICANA DIANE ARBUS
Dalla I. Festa del Cinema di Roma in Anteprima Mondiale
"Non incontrai mai Diane (Arbus), anche se faceva parte integrante del mondo 'di fuori' degli adulti; era molto misterioso ed interessante: penso che lestesse immagini siano state parte fondamentale della mia maturazione visiva. Per esempio molti genitori leggono Dr. Seuss ai figli prima di dormire, io invece per andare in camera mia passavo davanti alla foto del gigante ebreo... Avevo avuto molto tempo per riflettere sulla realizzazione di un film su Diane Arbus. Dal mio punto di vista, ciò che si vede osservando una foto della Arbus ed il motivo per cui le sue opere sono tanto insolite e toccanti, sta nel lungo e complesso rapporto che si instaurava tra lei ed il soggetto. Prendiamo uno scatto, la foto del gigante ebreo con i genitori vicino a lui, la madre che guarda in su verso il figlio. Ma la verità è che la conoscenza tra la Arbus e Eddie Carmel durava da dieci anni e gli aveva scattato centinaia e centinaia di foto in diverse occasioni. Ma decise di pubblicare quell'unica foto. In ogni caso quell'immagine era stata creata, trovata e catturata per via di quel lungo rapporto avuto con lui. Questo vale per molti altri suoi soggetti. Per cui quando conobbi Bonnie (Timmermann, direttore del casting), la mia idea sul film era quella di trattare l'intimità che si instaurava tra la Arbus ed il suo soggetto. Un film su Diane Arbus doveva parlare della nascita di una sua fotografia".
Il regista Steven Shainberg
"Uno degli aspetti più importanti del lavoro della Arbus era proprio l'unione del fantastico alla cruda realtà . Questa prospettiva era il connotato della sua visione del mondo
La sceneggiatrice Erin Cressida Wilson
(Fur: An Imaginary Portrait di Diane Arbus, USA 2006; Rivisitazione immaginaria del biopic drammatico; 122'; Produz.: Edward R. Pressman Film Corporation/River Road Films/Iron Films LLC/Vox 3 Films LLC/Furthefilm LLC; Distribuz.: internazionale - New Line Cinema; italiana - Nexo)
(Comment by PATRIZIA FERRETTI) -
Beauty (Nicole Kidman/Diane Arbus) and the Beast (Robert Downey Jr. /Lionel) meet thanks to the art, no limits, and no boundaries no censure. They break every love and moral barriers and ties, the free artistic expression is born after been dimmed, choked inside the domestic walls, kingdom of conventions. At one point this habitat becomes unbearable for the leading lady whose wife, mother and assistant to her husband, but just this one for a short period of time. On purpose the director, Steven Shainberg, keeps the historic biography on a distance and starts an imaginary journey focusing on the intimate, inner and mental quintessence of the famous photographer; he steals, here and there, from David Lynch pieces of symbolic vision. Here’s the question: “Has art to arise from excess?†- (Translation by MARTA SBRANA, Canada)
Soggetto: Dal libro Diane Arbus - Una biografia di Patricia Bosworth
Cast: Nicole Kidman (Diane Arbus) Robert Downey Jr. (Lionel Sweeney) Ty Burrell (Allan Arbus) Harris Yulin (David Nemerov) Jane Alexander (Gertrude Nemerov) Emmy Clarke (Grace Arbus) Genevieve McCarthy (Sophie Arbus) Boris McGiver (Jack Henry) Marceline Hugot (Tippa Henry) Emily Bergl (Alicia) Mary Duffy (Althea) Christina Rouner (Lois) Lynne Marie Stetson (Fiona)
Musica: Carter Burwell
Costumi: Mark Bridges
Scenografia: Amy Danger
Fotografia: Bill Pope
Montaggio: Kristina Boden e Keiko Deguchi
Casting: Ellen Parks
Scheda film aggiornata al:
30 Novembre 2024
Sinossi:
IN BREVE:
"... è una rivisitazione, a cavallo fra biografia e immaginazione, dell'intensa vita della fotografa americana Diane Arbus. Icona della fotografia moderna la Arbus ha saputo scandalizzare, assecondando una passione lacerante per il misterioso e l'estremo, fino a fotografare un mondo popolato dalla diversità : nani, travestiti, homeless, malati mentali. La pellicola mostra il momento di ribellione che porterà la Arbus ad abbandonare l'ambiente borghese della famiglia, facoltosi pellicciai, per seguire Lionel (Robert Downey Jr.), uomo enigmatico che si nasconde dietro ad una maschera e che la introdurrà nella realtà dei freaks".
Dal sito ufficiale del 'Cinema. Festa Internazionale di Roma': "www.romacinemafest.org"
Dal >Press-Book< di Fur-un ritratto immaginario di Diane Arbus
Commento critico (a cura di Patrizia Ferretti)
PRELIMINARIA:
"Dopo il pluripremiato Secretary, il regista Steven Shainberg crea con la sua nuova opera Fur - un ritratto immaginario di Diane Arbus un'incantevole rappresentazione dell'artista visionaria più importante del XX secolo. Proprio come le sue fotografie Fur ci trasporta in mondi estranei ed estremi. Il film esplora la trasformazione di una donna timida in un'artista intensamente originale. Il Premio Oscar Nicole Kidman è Diane Arbus, moglie e madre devota il cui innato talento e le oscure ossessioni si scontrano profondamente con la vita conformista che conduce nella New York del 1958. Il candidato al Premio Oscar Robert Downey Jr. è il coprotagonista nei panni di Lionel, il suo nuovo vicino di casa, misterioso ed enigmatico, che avvia Diane al percorso di trasformazione che la farà diventare poi l'apprezzata artista.
Ispirato al romanzo di Patricia Bosworth Diane Arbus: una biografia, Fur rende omaggio ad un brillante talento artistico che ha sfidato
le convenzioni sovvertendo il concetto di bello e brutto, cambiando per sempre la fotografia attraverso tecniche e soggetti innovativi. Appropriatamente, Shainberg e la sceneggiatrice Erin Cressida Wilson non hanno congegnato Fur come un film biografico, ma come un qualcosa di diverso, di unico e misterioso, elaborando aspetti reali della vita della Arbus con personaggi di fantasia ed eventi immaginari. Si tratta di un nuovo modo di affrontare il ritratto di una personalità che passerà alla storia, che inquadra il dilemma reale di una casalinga del 1958, combattuta tra l'amore per la famiglia e la profonda necessità di creare ed esplorare mondi diversi".
COMMENTO CRITICO:
LA BELLA (NICOLE KIDMAN/DIANE ARBUS) E LA BESTIA (ROBERT DOWNEY JR./LIONEL) SI INCONTRANO SUL FILO DELL’ARTE, SENZA LIMITI E CONFINI NE’ CENSURE. INFRANTA OGNI BARRIERA O VINCOLO, D’AMORE O DI MORALITA’, NASCE LA LIBERA ESPRESSIONE ARTISTICA SOPITA, SOFFOCATA ENTRO LA STACCIONATA DOMESTICA, REGNO INCONTRASTATATO DELLE CONVENZIONI. HABITAT
CHE, A UN CERTO PUNTO, PER LA PROTAGONISTA, MOGLIE, MADRE E ASSISTENTE DEL MARITO SOLO PER BREVE TEMPO, DIVENTA INSOPPORTABILE MOTIVO DI SOFFERENZA. MANTENENDO VOLUTAMENTE LE DEBITE DISTANZE DALLA BIOGRAFIA STORICA, IL REGISTA STEVEN SHAINBERG SCREZIA UN PERCORSO IMMAGINARIO APPUNTATO SULL’INTIMA ESSENZA, INTERIORE E MENTALE, DELLA CELEBRE FOTOGRAFA D’ARTE, RUBANDO QUA E LA’ DALLA CORNUCOPIA DI DAVID LYNCH SCHEGGE VISIONARIO-SIMBOLICHE. LA DOMANDA SORGE SPONTANEA? E L’AVREMMO FATTA VOLENTIERI NELLO SPAZIO RISERVATO ALL’INCONTRO STAMPA, MA PROPRIO NON E’ STATO POSSIBILE, MALGRADO INSISTITI TENTATIVI: ‘MA L’ARTE, DEVE PER FORZA NASCERE DAGLI ECCESSI?’
si intuisce poi non del tutto immaginaria ma legata almeno in parte ad alcuni tratti focali della biografia della Arbus redatta dalla Bosworth. E’ a questa che si attinge senz’altro per la storia di fondo dell’artista, scartando però comunque dal timbro didascalico degli aspetti documentati: la sua educazione privilegiata e iperprotetta nella facoltosa famiglia di origine, l’appiattimento routinario conseguito con il matrimonio, la duplice maternità e il frustrante lavoro come assistente e allestitrice del marito, fotografo di moda e pubblicità . Occasione questa per rimarcare ben bene, con i tratti della commedia (vedi le esilaranti ‘inquadrature per la posa’ ad effetto), il divario di ottica tra la realizzazione fotografica asservita alla richiesta di mercato (il lavoro del marito) e il vero prodotto artistico (cui approderà invece gradualmente la moglie Diane Arbus). L’obiettivo e’ stato chiaro fin dall’inizio al regista dell’ardito Secretary: riuscire a far emergere del personaggio protagonista Diane Arbus l’intima