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    SORELLE MAI: ALBA ROHRWACHER E DONATELLA FINOCCHIARO NEL 'FILM PER CASO' DI MARCO BELLOCCHIO

    Dalla 67. Mostra del Cinema di Venezia - Dal 16 MARZO - RECENSIONE IN ANTEPRIMA

    "'Sorelle mai' è un film per caso, fatto di tanti racconti improvvisati... con uno stile compatto e frammentario insieme... Questa 'contraddizione' corrisponde al fatto che 'Sorelle mai' racconta sei storie nel tempo di dieci anni, che sono state legate insieme soltanto quando ho deciso di farne un film, perché ho capito che c'era un filo che le univa, un filo profondo, nonostante certe divagazioni d'intreccio, imprecisioni e ripetizioni di dialogo, che sono la vita in crescita, in trasformazione, di due fratelli Giorgio e Sara e di sua figlia Elena... Essi vanno e vengono, scappano e ritornano per infine separarsi definitivamente da Bobbio, dal passato, mentre altri personaggi restano nella città che è un'altra protagonista immobile del film".
    Il regista Marco Bellocchio

    (Sorelle mai ITALIA 2010; drammatico; 105'; Produz.: FareCinema/Kavac Film in collaboraz. con Rai Cinema e con il supporto di Provincia di Piacenza/Comune di Bobbio; Distribuz.internaz.: Celluloid Dreams)

    Locandina italiana Sorelle mai

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    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Sorelle mai

    Titolo in lingua originale: Sorelle mai

    Anno di produzione: 2010

    Anno di uscita: 2011

    Regia: Marco Bellocchio

    Sceneggiatura: Marco Bellocchio

    Cast: Pier Giorgio Bellocchio (Giorgio)
    Elena Bellocchio (Elena)
    Donatella Finocchiaro (Sara)
    Letizia Bellocchio (Zia di Sara e Giorgio)
    Maria Luisa Bellocchio (Zia di Sara e Giorgio)
    Gianni Schicchi Gabrieli (Gianni, l'amico di famiglia)
    Alba Rohrwacher (La Professoressa)
    Valentina Bardi (Irene)
    Silvia Ferretti (Silvia)
    Irene Baratta (Professoressa)
    Alberto Bellocchio (Il Preside)
    Anna Bianchi (Professoressa)

    Musica: Carlo Crivelli e Enrico Pesce

    Costumi: Daria Calvelli

    Scenografia: G. Maria Sforza Fogliani

    Fotografia: Marco Sgorbati e Giampaolo Conti

    Montaggio: Francesca Calvelli

    Effetti Speciali: Christian Gazzi e Simone Nobili (effetti visivi)

    Makeup: Valentina Iannuccilli

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    Il film è costituito da sei episodi di una stessa storia, girati in sei anni diversi compresi tra il 1999 e il 2008 e racconta di una bambina, Elena (Elena Bellocchio), nella sua crescita, dai 5 ai 13 anni, di sua madre Sara (Donatella Finocchiaro) sorella di Giorgio (Pier Giorgio Bellocchio), dei loro difficili rapporti...
    Elena vive con le buone zie a Bobbio, perché la madre, che fa l'attrice, è sempre il giro, ma non l'ha abbandonata, ritorna appena può, così come ritorna continuamente anche il fratello per ragioni diverse... Ma un giorno Sara decide che Elena viva con lei a Milano e perciò lasci il paese e si separi dalle zie, forse definitivamente...
    Ma a Bobbio nel quarto episodio (2006) ritorna Elena per formalizzare la vendita della casa dove ritrova il fratello Giorgio sempre più inquieto, smarrito per ciò che vuole fare.
    Il quinto episodio (2007), sempre girato e ambientato a Bobbio, racconta di uno scrutinio in un liceo immaginario del paese... Il legame con le altre storie è che una delle professoresse (Alba Rohrwacher) è ospite pagante nella casa delle zie, dove ritroviamo personaggi degli altri episodi come Elena, le zie, Gianni Schicchi ed altri... Il dramma della professoressa, il suo conflitto, è legato alla decisione dapprima di bocciare uno studente per sua presunta "distrazione" e poi di rimediare il giorno dopo chiedendo la sua promozione (in verità la "distratta" era stata lei)...
    Nel sesto episodio ritroviamo Giorgio che, minacciato per problemi legati a debiti, si rifugia a Bobbio e sarà la sorella a venirgli in soccorso... L'episodio e il film finiscono con una rappresentazione sul Trebbia... Ne è interprete Gianni (Gianni Schicchi Gabrieli), l'amico di famiglia...

    Commento critico (a cura di SONIA CINCINELLI)

    QUELL'OMBRA OSCURA CHE MACCHIA I RAPPORTI FAMILIARI

    Sorelle Mai è l'ultimo film di Marco Bellocchio presentato fuori concorso al sessantasettesimo Festival di Venezia. La pellicola è stata girata a Bobbio in sei anni diversi tra il 1999 e il 2008, con i corsisti di Fare Cinema (il laboratorio tenuto dal regista) di quegli anni.

    Il film indaga la vita di Elena dai cinque ai tredici anni e della sua famiglia con cui vive difficili rapporti. Bellocchio definisce questa opera “un film per caso” che riprende il mediometraggio di Sorelle, rielaborandolo completamente ed aggiungendo tre episodi inediti. Il regista sfida i tagli al cinema apportati dallo Stato e crea un film interessante e gli conferisce quella freschezza che rischiava di non avere se i mezzi a disposizione fossero stati più imponenti.

    Quindi nella crisi la poetica del regista ci guadagna. Da questa pellicola emergono a tratti, con brevi frame le immagini di I pugni

    in tasca, quasi a rievocare la tragedia del bellissimo film dell'ex ragazzo prodigio. Non c'è nostalgia nella riproposizione di queste figure, semplicemente servono a rievocare la suspance che precede il tragico evento finale, cioè la morte del personaggio interpretato da Gianni Schicchi Gabrieli. Un finale che rimanda al bellissimo Garage (2007) di Leonard Abrahamson. La vita apparentemente perfetta di una famiglia di provincia, ha delle ombre, mentre in I pugni in tasca la rabbia nascosta viene espressa con un atto rivoluzionario, cioè ammazzare la madre e quindi scardinare il reazionario concetto di famiglia, in questo caso tutto rimane imploso, l'unica “deviazione” è il “Vaffanculo” del protagonista stufo dell'esistenza che conduce. Un'esistenza fatta di sogni, divisa tra realizzazione personale, obblighi familiari e fallimento definitivo.
    Quindi la poetica del regista ci conduce in una visione del mondo tetra e pessimista che non dà nessuna possibilità di riscatto ai suoi personaggi.

    I pugni in tasca

    è un film del 1965, precede i movimenti sociali e politici del 1968 e rispecchia totalmente gli umori dell'epoca, oggi le cose sono ancora più tragiche perché non c'è lo spirito di ribellione per sovvertire le regole vigenti, bigotte e medievali. Ci sono delle scene in cui il rapporto del padre con la figlia, il loro toccarsi e giocare, rievoca un atteggiamento che rimanda all'incesto. Bellocchio ci dice che c'è qualcosa di oscuro, di forzato, imposto e violento nei rapporti familiari, atti a bloccare l'espressione di ogni desiderio e la possibilità di essere liberi. Molti simboli nel film ci riportano a L'ora di religione (2002) per un cineasta la cui poetica è sempre stata accostata a quella di Ingmar Bergman. La casa, la critica alla religione e alla famiglia, sono solo alcuni degli elementi che lo uniscono al regista svedese.

    Un film dark nel contenuto e nel messaggio, là dove Vincere

    lo era nella forma, che ci fa venire il sospetto che nella nostra società non c'è niente di limpido, come nei rapporti familiari descritti da Bellocchio e ti mette il dubbio necessario che fa riflettere sugli attuali devastanti processi sociali del nostro paese.

    Pressbook:

    PRESSBOOK ITALIANO DI SORELLE MAI

    Links:

    • Marco Bellocchio (Regista)

    • Alba Rohrwacher

    • 67. Mostra del Cinema di Venezia: SORELLE MAI di MARCO BELLOCCHIO - PRESS CONFERENCE & DINTORNI (A cura di SONIA CINCINELLI) (Interviste)

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    Galleria Video:

    Sorelle mai - trailer

    Sorelle mai - trailer HD

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