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    CATTIVERIE A DOMICILIO

    RECENSIONE - Olivia Colman e Jessie Buckley - di nuovo insieme dopo La figlia oscura, opera prima di Maggie Gyllenhaal - vestono qui i panni di due donne agli antipodi che il destino renderà complici - Dal 18 Aprile

    (Wicked little letters; Francia, Regno Unito 2023; Dramedy; 100'; Produz.: Blueprint Pictures, South of the River Pictures, StudioCanal; Distribuz.: BIM Distribuzione in collaborazione con Lucky Red)

    Locandina italiana Cattiverie a domicilio

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    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Cattiverie a domicilio

    Titolo in lingua originale: Wicked little letters

    Anno di produzione: 2023

    Anno di uscita: 2024

    Regia: Thea Sharrock

    Sceneggiatura: Jonny Sweet

    Soggetto: Il film racconta di come gli abitanti del piccolo paesino inglese di Littlehampton si ritrovino da un giorno all'altro a ricevere lettere scandalose e oscene. In breve tempo si diffonde nella comunità la voce secondo cui dietro la misteriosa identità del mittente possa celarsi l'intraprendente e single Rose Gooding (Jessie Buckley). A causa delle accuse, però, quest'ultima rischia di perdere la custodia di sua figlia, ma prima che ciò possa accadere un gruppo di donne si propone di investigare per risolvere il mistero.

    Cast: Jessie Buckley (Rose Gooding)
    Olivia Colman (Edith Swan)
    Timothy Spall (Edward Swan)
    Hugh Skinner (Constable Papperwick)
    Alisha Weir (Nancy Gooding)
    Anjana Vasan (ufficiale di polizia Gladys Moss)
    Eileen Atkins (Mabel)
    Joanna Scanlan (Ann)
    Lolly Adefope (Kate)
    Gemma Jones (Victoria Swan)
    Jason Watkins (Mr. Treading)
    Tim Key (Padre Ambrose)
    Malachi Kirby (Bill)

    Costumi: Charlotte Walter

    Scenografia: Cristina Casali

    Fotografia: Ben Davis

    Montaggio: Melanie Oliver

    Effetti Speciali: Graham Hills (supervisore)

    Casting: Jina Jay

    Scheda film aggiornata al: 17 Maggio 2024

    Sinossi:

    1922. Una cittadina affacciata sulla costa meridionale dell’Inghilterra è teatro di un farsesco e a tratti sinistro scandalo. Basato su una bizzarra storia vera, Cattiverie a domicilio segue le vicende di due vicine di casa: Edith Swan (Olivia Colman), originaria del posto e profondamente conservatrice, e Rose Gooding (Jessie Buckley) turbolenta immigrata irlandese.

    Quando Edith e altre sue concittadine iniziano a ricevere lettere oscene piene di scabrosità, i sospetti ricadono immediatamente su Rose. Le lettere anonime scatenano una protesta a livello nazionale che scaturisce in un processo. Saranno le donne – guidate dalla poliziotta Gladys Moss (Anjana Vasan) – a indagare sul crimine, sospettando che le cose potrebbero non essere come sembrano.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    “Questa è una storia più vera di quanto si pensiâ€. Mai didascalia introduttiva fu più necessaria! Eh si, perché la storia raccontata da Thea Sharrock (Io prima di te, L’unico e insuperabile Ivan) in Wicked little letters (letteralmente ‘piccole lettere malvagie’), altrimenti detto Cattiverie a domicilio, è davvero surreale!

    Siamo nel 1922 a Littlehampton, una cittadina costiera dell’Inghilterra, evidentemente terreno fertile per gli scandali, soprattutto se costruiti ad arte, e ancor più se ai danni di una donna a dir poco anticonformista. Ottimo materiale per un irresistibile dramedy, che qui si fregia di interpreti ultra consumati, cui è stato peraltro chiesto di sporgersi, un tantino oltre i limiti, sortendo in un affresco farsesco, quando, di fatto, è di un dramma vero e proprio che si tratta. Gli anni Venti si sa, non sono certo il massimo per l’emancipazione femminile, e in una cittadina di provincia è facile scadere dalla fede

    e dalla religione integrali al bigottismo tra i più ottusi e degeneranti. Ne abbiamo già viste di belle nel cuore rurale dell’Irlanda, e persino molto più avanti negli anni - i Sessanta, e dunque quaranta dopo l’epoca di Cattiverie a domicilio - (il Magdalene di Peter Mullan docet), e l’Inghilterra non è certo da meno.

    In tempi odierni questo film avrebbe potuto intitolarsi, beffardamente, ‘C’è posta per te’, perché al centro di uno scandalo, alquanto sinistro, ci sono per l’appunto lettere anonime, oscene, farcite di scabrosità, espresse in un lessico scurrile come turpiloquio comanda. Siamo alla lettera 19, quando Edith Swan ne riceve una, sempre oltraggiosa, come le precedenti: Olivia Colman, che ne veste i panni, non sbaglia mai un colpo e qui esibisce un’introspezione minimalista e sofisticata da incanto, prima di rivelarsi come un caso psichiatrico, coronato dalla risata prolungata, degna di un Joker al femminile, nel pirotecnico finale. In

    una cittadina come questa, non è difficile immaginare che i pregiudizi si coltivano pressoché da soli, e il sospetto cade subito sulla giovane e spregiudicata vicina di casa, Rose Gooding: Jessie Bukley è qui sbalorditiva nel target da ‘scaricatore di porto in gonnella’. Edith Swan/Colman, originaria del posto, bigotta profondamente conservatrice, e Rose/Buckley, turbolenta immigrata irlandese, con una figlia ancora piccola ed un marito di colore (il secondo dopo che il primo, a quanto dice lei, è morto in guerra), oltre che vicine di casa sono state pure amiche, ma poi, la vicenda delle lettere anonime ha cambiato le carte in tavola.

    Olivia Colman e Jessie Buckley tornano dunque a fare coppia in celluloide dopo La Figlia oscura di Maggie Gyllenhaal, e si confermano due leonesse, solidali e antagoniste ad un tempo, straordinarie competitor sul ring di quel che si afferma di lì a poco quale protesta a livello nazionale,

    sfociando in un processo. Se i siparietti tra le due impagabili protagoniste in punta di uno humor tutto british si sprecano, si insinua tra loro l’ombra lunga di un pessimo, fastidioso ed ignobile, padre-padrone: è l’Edward Swan di Timothy Spall, all’altezza dell’ingrato ruolo, forse solo un po' teatralmente macchiettistico. Sullo sfondo c’è poi l’’agente donna’ Gladys Moss (una simpaticissima Anjana Vasan), colei che deve vedersela con l’ufficio di polizia, in cui è unica femmina sottomessa, e fare i conti con un ‘maschilismo’ davvero insopportabile e risibile. Che poi è la spina dorsale tematica del film, perché alla fine, dopo schermaglie varie, mentre il film trova modo e tempi per virare nel legal thriller, in coda all’ingiusto arresto di Rose/Buckley, saranno proprio le donne del paese - guidate dalla poliziotta Gladys/Vasan (cui era stato vietato di occuparsi del caso - udite, udite! - proprio perché donna), ad indagare personalmente sulla vicenda,

    e a trovare quella inimmaginabile quadra, cui allo spettatore viene concesso il beneficio dell’anteprima.

    Umori e toni della vicenda, almeno da un certo punto in poi, sembrano ispirati, ai noir di Agatha Christie, cui ammicca pure il titolo originale del film, che ne rievoca un romanzo: dinamiche noir e processuali, con la più improbabile e dilettante dei detective, ne sono del resto gli ingredienti pilota, ma Cattiverie a domicilio si direbbe nutrirsi di un mix tragicomico di generi, sfuggevoli come anguille, sempre pronte a scambiarsi di posto. Eppure, l’esasperazione dei toni, quasi sempre sopra le righe, tradisce sostanzialmente una cornice… platealmente teatrale.

    Links:

    • Hugh Skinner

    • Olivia Colman

    • Timothy Spall

    • Malachi Kirby

    • Jessie Buckley

    • Cattiverie a domicilio (BLU-RAY + DVD)

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    Galleria Video:

    Cattiverie a domicilio - nuovo trailer ufficiale

    Cattiverie a domicilio - trailer ufficiale

    Cattiverie a domicilio - trailer ufficiale (V.O.) - Wicked little letters

    Cattiverie a domicilio - clip 'Ti insegno a imprecare'

    Cattiverie a domicilio - clip 'L'agente Moss'

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