RECENSIONE - Per l'ottavo film da regista Alessandro Siani fa coppia per la prima volta con Leonardo Pieraccioni - Da 19 Dicembre
"Volevo raccontare che ognuno di noi cerca di raggiungere un obiettivo e che questo raggiungimento non è una cosa semplice. Dentro ci sono tantissime cose che si inseriscono: l'insicurezza, la paura, la fragilità . E il coraggio si allontana sempre di più. Però uno ci deve credere. In quella sequenza racconto un momento che non solo riguarda il mio personaggio, ma anche ognuno di noi"
Il regista e co-sceneggiatore Alessandro Siani
"... da sempre le commedie devono rappresentare il momento storico in cui viviamo. E quello in cui stiamo vivendo parla tanto da tempo di famiglie allargate e del modo che hanno i ragazzi - spesso folcloristico come potrebbe essere gettare zuppe contro i quadri – di protestare per il cambiamento climatico. Un comportamento che potrebbe essere anche stigmatizzabile e che in una commedia viene trattato nella sua parte più ludica, divertente, felice"
L'attore Leonardo Pieraccioni
(Io e te dobbiamo parlare; Italia 2024; Commedia; 95'; Produz.: Italian International Film con Rai Cinema; Distribuz.: 01 Distribution)
La storia è quella di Antonio (Alessandro Siani) e Pieraldo (Leonardo Pieraccioni), che condividono molte cose: una donna in comune, una figlia a metà e una volante per due, una carriera non sempre luminosa, un sodalizio non sempre sodale, un legame di lungo corso ma un po’ ammaccato - due esistenze apparentemente troppo tranquille per due agenti di polizia che il destino ha voluto sapientemente intrecciare. Matilde (Brenda Lodigiani) è infatti l’ex moglie di Antonio e l’attuale compagna di Pieraldo, Maria (Gea Dall’Orto) è la figlia di Antonio e vive con la madre e Pieraldo. E poi c’è Sara (Francesca Chillemi), l’affascinante poliziotta con cui Antonio ha forse avuto un passato e potrebbe avere un futuro. Insomma, una famiglia allargata ma un’amicizia a volte troppo stretta per due improbabili colleghi con molte idee e non grandi ambizioni. Decisamente, il pericolo non era il loro mestiere… fino a quando, incredibilmente, non dovranno affrontare un vero crimine, un caso molto intricato e rischioso che, fra sfide contro il tempo e colpi di scena, cambierà la loro vita per sempre..
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
‘Non ci resta che piangere!’ Ma per davvero! Altro che ridere! C’era una volta una coppia comica. Una vera! Splendidamente assortita! Per l’appunto dal toscano Roberto Benigni e dal napoletano - compiantissimo! - Massimo Troisi. Punto! Il confronto proprio non si pone. E’ solo per dire che, il napoletano Alessandro Siani e il toscano Leonardo Pieraccioni, l’esempio illustre ce l’avevano davanti, e pure da tempo immemore, ma la lezione non solo non ha attecchito, diciamo pure che non ha proprio lasciato traccia.
Io e te dobbiamo parlare a conduzione Siani è un film imbarazzante e tristissimo, altro che comico! Tolta l’idea iniziale in cui, per nutrire l’ambizione di condurre un’azione spettacolare all’americana, la coppia mal assortita di poliziotti - il Pieraldo Naselli/Pieraccioni e Antonio Berlingeri/Siani - si guardano in loop filmati di genere sullo smartphone, per il resto, il film manca completamente di un’impalcatura. Provvidenziale, oltre che naturalmente necessaria, sarebbe stata
ambientaliste di Maria (Gea Dall’Orto) la figlia naturale di Antonio/Siani, cui Pieraldo/Pieraccioni fa da terzo genitore, a suon di lanci di zuppa sui quadri, ditemi voi! Battaglie condivise peraltro con un fidanzatino (Angelo Marsala/Tommaso Cassissa) dalle ‘abitudini’ discutibili, mai quanto quelle paterne (il signor Valentino Marsala di Enrico Lo Verso). Sull’operazione ‘occhio all’oca’ al parco poi, sarebbe meglio soprassedere: ‘i soliti idioti’ se la vedono con l’apparecchio acustico di un anziano perdendosi la scena del vero crimine con tanto di esplosioni appena dietro di loro. L’unica occasione in cui si strappa almeno un sorriso è al ristorante d’eccellenza in cui Antonio/Siani è a cena con la bella collega Sara (Francesca Chillemi): le porzioni risibili, lo spaghetto che da modo di dire si fa dato di fatto, e la battuta di Antonio/Siani in risposta alla richiesta del cameriere ‘se avete altro spazio ci sarebbe il dolce’ - “Eh! con quello che
abbiamo mangiato ci sta pure ‘nu capannone†- avrebbe dovuto rappresentare il tono generale di un film in cui avvenimenti e circostanze rotolano invece nella storia come palline in caduta libera da un burrone. Qualche sprazzo di luce ricompare in occasione della cena a casa del padre ‘blasonato-criminale’ del fidanzato della figlia, all’altezza della visita alla galleria d’arte contemporanea: le ‘installazioni live’ con L’attesa - metafora urbana sul senso della sospensione - e Schiaffo morale, almeno un sorriso lo strappano di sicuro. Un mood d’altra parte subito negato e annegato in un oceano di… vuoti d’aria. Io e te dobbiamo parlare è ancora in cerca di una pista di atterraggio.
distorte per assunzione di bevanda ‘taroccata’ puntano a certe sequenze de I visitatori; mentre fa la sua comparsa anche una scialba rivisitazione della mitica sequenza ‘un fiorino’ (Troisi-Benigni in Non ci resta che piangere).
Insomma, poliziotti davvero per caso, e non all’americana, all’italiana, purtroppo! Neppure la chiave del contrasto dialettale toscano-napoletano apre la porta giusta: al che le mosche in campo continuano a sbattere contro i vetri delle finestre, senza trovare mai una via d’uscita.
Perle di sceneggiatura
Baldanzi (Fulvio Falzarani): Vi siete fatti scappare un sospettato!
Pieraldo Naselli (Leonardo Pieraccioni): È stato lei a mettermi di pattuglia insieme a quest'individuo!
Antonio Berlingeri (Alessandro Siani): Ah, certo non l'ho chiesto io.
Baldanzi: Ma vi ricordate che una volta facevate coppia?!
Antonio: E poi ha deciso di fa' coppia con mia moglie!
Pieraldo: Era due anni che s'eran lasciati, non è che gliel'ho rubata!
Sara Bernardino (Francesca Chillemi): Tu mi porti una prova che io posso usare nelle mie indagini e io vengo a cena con te.
Antonio: Dice che la fortuna bisogna cercarla, trovarla… io me sbatt', nun ce sta niente da fa', papà , niente! E invece i guai, vengono loro da me. I' teng' i Guai-Fi!