ST. VINCENT: BILL MURRAY BISBETICO DOMATO... DA UN RAGAZZINO! CON SIMPATIA... IN ODORE DI SANTITA'
2 NOMINATION ai GOLDEN GLOBE 2015: MIGLIOR COMMEDIA e MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA (BILL MURRAY) - RECENSIONE - Dal 18 DICEMBRE
(St. Vincent De Van Nuys; USA 2014; Commedia; 102'; Produz.: Chernin Entertainment/Crescendo Productions/Goldenlight Films/The Weinstein Company; Distribuz.: Eagle Pictures)
Titolo in lingua originale:
St. Vincent De Van Nuys
Anno di produzione:
2014
Anno di uscita:
2014
Regia: Theodore Melfi
Sceneggiatura:
Theodore Melfi
Soggetto: Ispirato ad una vicenda personale del regista e sceneggiatore Ted Melfi.
Il titolo del film deriva da un compito assegnato al giovane Oliver a scuola: trovare un santo cattolico per lui fonte di ispirazione e individuare qualcuno nella sua vita che incarna le virtù di quel santo; il ragazzino sceglierà proprio Vincent, dichiarando l'unicità e la profondità di un rapporto che ha finito per cambiare la vita ad entrambi.
Cast: Bill Murray (Vincent) Melissa McCarthy (Maggie) Naomi Watts (Daka) Chris O’Dowd (Fratello Geraghty) Terrence Howard (Zucko) Jaeden Lieberher (Oliver) Kimberly Quinn (Infermiera Ana) Lenny Venito (Allenatore Mitchell) Nate Corddry (Terry, il banchiere) Dario Barosso (Ocinski) Donna Mitchell (Sandy) Ann Dowd (Shirley, amministratrice Sunnyside) Scott Adsit (David) Reg E. Cathey (Gus) Deirdre O'Connell (Linda)
Musica: Theodore Shapiro
Costumi: Kasia Walicka-Maimone
Scenografia: Inbal Weinberg
Fotografia: John Lindley
Montaggio: Sarah Flack e Peter Teschner
Casting: Laura Rosenthal
Scheda film aggiornata al:
13 Gennaio 2015
Sinossi:
IN BREVE:
Il 63enne veterano di guerra Vincent, sarcastico, rude, e pieno di risentimenti, siede sulle rovine della sua vita. Tutto cambia quando il suo vicino di casa, il dodicenne Oliver, lo presenta come un eroe dei giorni nostri per un progetto scolastico.
IN ALTRE PAROLE:
Il film racconta di Maggie (Melissa McCarthy), madre single, che si trasferisce a Brooklyn con il figlio dodicenne Oliver (Jaeden Lieberher). Costretta a lavorare fino a tardi, la donna non ha altra scelta che lasciare il figlio nelle mani del loro nuovo vicino, Vincent (Bill Murray), uno scorbutico pensionato con la passione per l'alcool e per le scommesse. La bizzarra coppia stringe una singolare amicizia: insieme ad una spogliarellista incinta di nome Daka (Naomi Watts), Vincent coinvolgerà Oliver nella sua routine quotidiana, portandolo all'ippodromo, in uno strip club e al baretto di fiducia. L'uomo aiuterà Oliver a crescere, mentre il ragazzino comincerà a vedere in lui qualcosa che nessuno percepisce, il suo essere un uomo incompreso e dal cuore d'oro.
SHORT SYNOPSIS:
A young boy whose parents just divorced finds an unlikely friend and mentor in the misanthropic, bawdy, hedonistic, war veteran who lives next door.
Commento critico (a cura di ROSS DI GIOIA)
Vincent (Bill Murray) è un ultrasessantenne che al vizio della bottiglia accoppia anche quello per il gioco d’azzardo. Scorbutico e maleducato, incapace di tatto in qualunque azione che richieda un minimo sindacale di “umanità â€, a Vincent, molto semplicemente, la gente non piace. Ed è ricambiato sentitamente. Nella sua vita, due sole eccezioni: Danka (Naomi Watts), prostituta polacca tanto avida quanto incinta; e Sally, moglie ricoverata in istituto geriatrico, colpita da demenza senile precoce. Il terremoto arriva inaspettato quando Maggie (Melissa McCarthy), una madre single, si trasferisce a vivergli accanto insieme al figlio dodicenne Oliver (Jaeden Lieberher). Costretta com’è a lavorare in ospedale fino a tardi per far quadrare i conti, Vincent le appare come l’unica soluzione al suo problema di baby-sitting. Lui dapprima è riluttante, infine si fa convincere (dietro lauto compenso, si capisce). Ne nasce così un’amicizia inaspettata tra il bisbetico e il ragazzino, con tanto di odore di
santità che aleggia nell’aria…
Niente è più convenzionale dell’anticonvenzionale costruito a tavolino. Anzi, niente è più convenzionale dell’anticonvenzionale costruito a tavolino e che arriva al cinema come antidoto allo zucchero filato natalizio. Ed è il caso di St. Vincent. Le prove? Quante volte avete visto il vecchiaccio ubriacone, stronzo (chiamiamo le cose col loro nome) e irascibile, novello Ebenezer Scrooge, che si scopre essere un uomo nel vero senso della parola? E quante volte avete visto il ragazzino linguacciuto portato in luoghi vietati (stavolta sono l'ippodromo e il bar di fiducia, tra i tanti) che diventa grande, scoprendo anche le gemme nascoste sotto la corteccia del suddetto vecchiaccio? E quante volte avete visto la mignotta col tariffario sempre pronto che si scopre avere un cuore d’oro? Ecco, St. Vincent è tutto questo. Quindi, per capirci, si tratta di un ciclostile di “già visto†e stereotipi da grande schermo. Ok. C’è
però un “maâ€. E il “ma†stavolta ha il nome e il volto di Bill Murray. Attore a lungo sottovalutato, perennemente calato nelle medesime vesti di celluloide (è sempre Lost-in-qualcosa), Murray dimostra, ancora una volta, di essere capace a dare un’anima a tutto quello che interpreta, giocando perennemente sul burrone della sottrazione. E mai come stavolta, l’attore non è nel film, ma è il film, con una cifra inconfondibile: l’asocialità fatta personaggio, con un tocco di stravaganza e indisponente saccenteria verso il genere umano. Tutte doti che rendono Vincent/Bill un santo a cui molti di noi potremmo (anche) votarci.