STORIE PAZZESCHE: UNA ESILARANTE 'DIMOSTRAZIONE' DI COME 'POSSIAMO TUTTI PERDERE IL CONTROLLO' E DI COME, VISTO DA FUORI, LO SI POSSA PURE TROVARE DIVERTENTE!
Dal XXIV edizione del Courmayeur Noir in Festival - RECENSIONE - Dall'11 DICEMBRE
(Relatos Salvajes; ARGENTINA/SPAGNA 2014; Commedia; 122'; Produz.: El Deseo S.A./Kramer & Sigman Films, in associaz. con Corner Producciones, col supporto di Instituto Nacional de Cine y Artes Audiovisuales (INCAA)/Instituto de la CinematografÃa y de las Artes Audiovisuales (ICAA), co-prodotto da Televisión Federal (Telefe); Distribuz.: Lucky Red)
Le ineguaglianze, l’ingiustizia e le pressioni del mondo in cui viviamo generano stress e depressione in molte persone. Alcune, però, esplodono. Questo film parla di loro.
Vulnerabili di fronte a una realtà che cambia continuamente che all’improvviso può diventare imprevedibile, i protagonisti di Storie pazzesche oltrepassano il sottile confine tra civiltà e barbarie. Il tradimento di un marito, il ritorno a un passato sepolto e la violenza che si insinua negli incontri di tutti i giorni, portano alla follia i personaggi del film, che si abbandonano all’innegabile piacere della perdita del controllo.
Nel cast di Storie pazzesche recitano divi di prima grandezza che non avevano mai lavorato fianco a fianco con attori del cinema indipendente, del teatro d’avanguardia e della televisione.
Ricardo DarÃn interpreta un ingegnere specializzato in demolizioni;
Julieta Zylberberg e Rita Cortese sono la cameriera e la cuoca di una tavola calda frequentata da camionisti; DarÃo Grandinetti è il protagonista di una storia enigmatica che si svolge a bordo di un aereo;
Erica Rivas è una sposa sconvolta, in un matrimonio che sfiora il dramma;
Oscar MartÃnez interpreta un miliardario che conduce trattative clandestine per evitare una tragedia familiare;
Leonardo Sbaraglia è un uomo che all’improvviso si ritrova intrappolato in un insolito thriller stradale.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
QUANDO I MAESTRI BEN INSEGNANO, GLI ALLIEVI INTELLIGENTI IMPARANO IN FRETTA LA LEZIONE E CREANO A LORO VOLTA QUALCOSA DI NUOVO. L'INTRAMONTABILE ARTE DEL RACCONTO GUADAGNA LA SPONDA CONTEMPORANEA CAVALCANDO L'UMORISMO NERO CHE ESORCIZZA NUOVE MOSTRUOSITA'. UN PUZZLE ESASPERATO, SURREALE, GROTTESCO, EPPURE SORNIONE E DIVERTENTE, CON STILE!
E' lo stesso regista e sceneggiatore argentino Damián Szifrón (già la sua serie TV Hermanos & Detectives si è fatta strada in vari paesi tra cui l'Italia, tradotta in Fratelli detective, con Enrico Brignano), a tradire le fonti di Storie pazzesche. Si tratta di tutta una serie di antologie che titolano I racconti: ... dei maestri del crimine, ... dei maestri del mistero, ... dei maestri del terrore. Racconti che avrebbero in seguito avuto la loro buona fortuna con le Storie incredibili della serie tv prodotta da Steven Spielberg, con quel prologo di natura atavica a rammentarci il genere di racconto 'favolistico-surreale' da
trasmettere intorno ad un fuoco e, al contempo, la necessità dell'uomo fin dai suoi primordi, di nutrire anche la mente e l'anima oltre al corpo, creando storie fantastiche, spesso surreali, eppure apparentate con la vita e con quel pizzico di morale che va a forgiare l'etica, facendo tesoro della memoria, del passato, man mano che si attraversano il Tempo, le Epoche, la Storia. Ed è ancora Szifrón - a quanto ci è stato dato di poter constatare, una giovane promessa per il futuro della celluloide - a rivelarci di aver proseguito la sua pesca nella personale cornucopia delle meraviglie con New York Stories, il film ad episodi diretto nientemeno che da Martin Scorsese, Francis Ford Coppola e Woody Allen, oltre alle Nove storie di J. D. Salinger.
Ecco, è da queste 'letture' che nasce un nuovo puzzle di 'ordinaria follia' declinato in commedia. Chi, come la sottoscritta, avesse ricevuto dalla propria
mente l'avviso di chiamata per Un giorno di ordinaria follia (1993) di Joel Schumacher, può toglierselo dalla testa. Falso allarme! Eppure lo straniante richiamo - la storia è solo una ed è un dramma a tutto tondo con il nostro Michael Douglas come punta di diamante - non è del tutto fuori luogo: vi accorgerete ben presto (addirittura fin dal prologo) che in Storie pazzesche a dar di matto sono in parecchi, ognuno per motivi diversi! La familiarità si appunta così sul movente, dell'ordinaria, o per meglio dire, straordinaria, follia: vale a dire il fatidico 'punto di rottura' che potenzialmente può spingere ciascuno verso autentici cataclismi individuali con i devastanti effetti collaterali che possiamo ben immaginare sulla collettività . Di queste Storie pazzesche si potrà dire di tutto: che sono surreali, portate all'eccesso, grottesche, talora volgari, un pò 'trash', un pò splatter, ma dietro l'esasperazione che non disdegna sniffare nella nebulositÃ
dell'assurdo, ci stanno problematiche concrete di società ed individui. E' un pò come guardarsi allo specchio con una buona dose di cinismo, senza aver paura di sporcarsi le mani, e tirar fuori dal cilindro tutte le magagne - pure loro assurde ma purtroppo vere, reali, autentiche - che proliferano sul fondo del fondo, emergendo in superficie come un rigurgito inatteso.
Un puzzle che si affida dunque a svariate precedenti 'storie incredibili', tenendo altresì uno sguardo fermo sulle molte disfunzioni, discrasie ed ipocrisie della nostra società contemporanea. E se nella migliore tradizione della commedia all'italiana, proprio percorrendo un genere di narratività frammentata in episodi, a portare sulla ribalta del grande schermo un vero e proprio caleidoscopio di mostruosità sociali, familiari ed individuali, avevano già provveduto in punta di fantasioso cinismo Dino Risi (I mostri, 1963), lo stesso Risi con Monicelli e Scola (I nuovi mostri, 1973) e più tardi - sia
Eccome, se partono in quarta! Per avere un'idea dell'aria che tira, satura di quell'umorismo nero che ne ha reclamato di diritto la partecipazione al 24. Courmayeur Noir in Festival, dopo esser passato per la croisette di Cannes, sospinto dall'autorevole firma di produzione, nientemeno che di Pedro Almodovar, basta fermarci all'episodio
motivi musicali e canzoni che aggiungono pepe allo humour già abbastanza nero di per sè. Con qualche ventata innovativa come lo spaccato di cronistoria di stampo giornalistico verso la conclusione dell'episodio Bombetta (con l'ingegnere specializzato in demolizioni di Ricardo DarÃn).
In mezzo, ci stanno l'uomo che si ritrova intrappolato (mai lasciarsi andare alla provocazione in auto!) in un insolito thriller stradale (vagamente ispirato allo spielberghiano Duel?), la cameriera e la cuoca di una tavola calda frequentata da camionisti (Julieta Zylberberg e Rita Cortese), il miliardario (Oscar MartÃnez) che conduce trattative clandestine per evitare una tragedia familiare de La proposta - indecente! - per arrivare ad un matrimonio da favola in odore di dramma, simpatizzante della carneficina, soprattutto se trattasi di potenziale rivale all'orizzonte: cornice in cui eccelle l'attrice Erica Rivas nelle vesti candide - almeno per un pò - della sposa felice prima di essere sconvolta, e di sconvolgere a
sua volta, i numerosi intervenuti alla festa. E che festa! Il suo monologo inviperito sulla terrazza del palazzo è da manuale! E che dire del seguito?! Se le bugie hanno le gambe corte, la gelosia galoppa sulla spuma della furia che acceca e del desiderio di vendetta che incendia! Ma niente paura, se ogni episodio guadagna la sua 'dark end', non sarà la fine di tutto. Vi potrà sembrare incredibile, più delle stesse storie qui inscenate, che dopo un simile percorso si possa approdare anche solo ad un qualcosa di lontanamente abbordabile dall'happy ending. Eppure...!
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Lucky Red e Alessandra Tieri (Ufficio Stampa Lucky Red)