CHLOE - TRA SEDUZIONE E INGANNO: JULIANNE MOORE MOGLIE SENSUALE E TORMENTATA TRA GELOSIA E DESIDERIO
RECENSIONE IN ANTEPRIMA - Dal 12 MARZO
"Chloe parla di intimità , di quello che cerchiamo in un rapporto, del vedere nell'altra persona cosa ci piacerebbe che questa vedesse in noi; dell'idea di proteggere il diritto dell'altra persona di voler stare sola e di proteggere la sua individualità . Come scrisse Rilke, 'il ruolo di un compagno è quello di proteggere la solitudine dell'altro' senza per questo dover perdere qualcuno. Per me il tema del film è questo, è come ognuno vede se stesso e come riesce ad integrarsi nel rapporto di coppia. In qualsiasi rapporto d'amore devi proteggere te stesso, ma se non ti accorgi delle necessità dell'altra persona il rapporto può diventare pericoloso e turbolento. Questo è affrontato nel film, c'è l'idea convenzionale del matrimonio e c'è l'incontro inaspettato fra due anime in cerca di qualcosa che credono di aver trovato nell'altro.
Per certi versi il film tratta della necessità e del pericolo dell'interpretazione ideale di se stessi. Tutti noi dobbiamo credere a certe storie riguardanti noi stessi, tutti dobbiamo sentire di poter controllare gli eventi, ma non possiamo prevedere il ruolo che giocherà il caso. Ci sono sempre delle variabili quando si tratta di esseri umani, siamo degli animi complessi e per quanto si possa immaginare un rapporto racchiuso in certi parametri, questi possono sempre cambiare. Perciò dobbiamo investire su altre persone, dobbiamo innamorarci e dobbiamo anche cercare di capire quanto fragili siano gli altri, Se non lo facciamo, ne subiremo certamente le conseguenze".
Il regista Atom Egoyan
Catherine (Julianne Moore) è un'affascinante dottoressa divorata dal sospetto che il marito David (Liam Neeson) la tradisca. Per liberarsi da questa ossessione, decide di testare la fedeltà del consorte ingaggiando la prostituta Chloe (Amanda Seyfried): così facendo però metterà in serio pericolo tutta la famiglia...
IN DETTAGLIO:
Catherine (JULIANNE MOORE) sta organizzando una festa a sorpresa per il compleanno del marito David (LIAM NEESON). La stessa sera però David perde il volo da New York per tornare a casa, e non arriverà in tempo alla festa a lui dedicata. Lei è costretta a mandare giù il boccone e qualsiasi sospetto, e tornare dai suoi ospiti... L’indomani mattina, scopre un sms mandato da una delle studentesse al telefono di David, e i timori di Catherine aumentano. Questa coppia riuscita, Catherine medico e David professore di musica, ha un figlio di 17 anni, Michael (MAX THIERIOT). Visti da fuori sembrano una famiglia che ha tutto, ma le loro carriere e l’educazione del figlio hanno messo a dura prova il matrimonio, e il loro rapporto soffre per mancanza di comunicazione e di intimità .
Ad essere sinceri, se questo film dovesse essere valutato solamente per la splendida prova data dalla protagonista, Julianne Moore, che esprime con un solo sguardo sensualità , comportamento volitivo, tormento, confusione, oltre a possedere una rarefatta e incantevole bellezza, che fiorisce con il trascorrere degli anni, a dimostrazione che la classe non è acqua, sarebbe un capolavoro espressivo. Il film si ama e si guarda per lei, con la sua prova è lei che gli conferisce forma e dimensione altrimenti sarebbe solo come un abito senza un corpo al suo interno e le crediamo, nonostante la ridicolaggine dell’asserzione, anche quando Catherine, il suo personaggio, dice che si sente brutta e vecchia, nonostante dieci minuti prima si fosse concessa un nudo che mostrava grazie da fare invidia a qualsiasi donna di venti anni più giovane e generare ammirazione da qualsiasi categoria umana. Ma, ahimè, purtroppo un’opera filmica non si misura solamente
in base al talento dei suoi raffinati interpreti, anche se sono fondamentali nel meccanismo della sua riuscita e certo non è sufficiente a farselo piacere. Purtroppo, invece Chloe possiede tutti i difetti tipici del remake americano di un thriller francese, basato sui tradimenti della classe borghese, i rapporti di coppia in crisi, l’incomunicabilità famigliare, la morbosità con la quale si consuma la gelosia e il desiderio: la mancanza di originalità , il senso del 'dejà vu' e soprattutto la mancanza di sincerità artistica a causa di un rimestare narrativo non proprio sentito visceralmente. Già , nel film di derivazione del 2003, Nathalie diretto da Anne Fontaine (il recente Coco avant Chanel- L’amore prima del mito) e interpretato da Fanny Ardant ed Emmanuelle Beart, l’originalità della storia non è che dilagasse con lo scorrere della vicenda, in questo caso poi nemmeno asservirsi e far passare alla committenza commerciale, dopo anni e anni di
del “popolare di nicchia†Secretary, che lanciò nel 2002 Maggie Gyllenhaal), cerca di imitare il più originale fra tutti questi nomi, autori e titoli, ovvero proprio il cinema di Chabrol (che a sua volta deve molto a Hitchcock), ma l’asciuttezza narrativa, il prosciugamento del dramma cadono via via nell’auto-indulgenza nonostante si cerchi di non inciampare nel plateale, anche se ci manca poco visto che il film più che il classico fittizio e morboso triangolo sfora verso il quadrilatero (non mi prolungo in dettagli altrimenti svelerei troppo) virando verso un’annoiata quanto prevedibile e inutile critica nei confronti dei valori borghesi, dei suoi meccanismi, ostentando un’autorialità d’intelletto e un cinismo alquanto superati e che non sconvolgono più nessuno visto che la realtà consta di problemi tanto più gravi quanto tragici del vedere una ricca coppia di mezz’età in crisi coniugale.
Commenti del regista
"Fra le mie priorità c'era quella di accertarmi che questo genere di donna (Chloe) potesse esistere veramente: una prostituta che lavora negli alberghi. Uno dei miei timori fu che, nell'era di internet e delle escort non ci fossero più persone che vanno nelle hall degli alberghi oppure nei bar a cercare prostitute. Perciò, durante i m iei viaggi a New York per 'Eh, Joe', ho fatto un pò di ricerche e ho trovato che è un mondo ancora molto vivo, un mondo sottile fatto di suardi ed un codice molto specifico che non viene facilmente intercettato ma che è molto presente. L'ho poi raccontato ad Amanda mentre discutevamo del suo personaggio e le spiegavo in quale momento della vita si trovi Chloe quando Catherine vi entra prepotentemente. La disponibilità di Amanda è disarmante, ma ha anche molte riserve emotive, è imprevedibile e coinvolgente, un talento davvero raro".
AMANDA SEYFRIED (Chloe): “Quando l'ho letto per la prima volta (il copione), ho capito che non assomigliava a niente che avessi conosciuto prima, quindi sapevo che sarebbe stato difficile. Il film è certamente un thriller, ma molto intenso nella sua struttura e complessità . Chloe è una creatura esotica, con un'anima molto danneggiata, abbandonata a se stessa quando aveva 15 anni. E' molto intelligente ed esperta nel suo mestiere, una professionista, ma a 23 anni è ancora molto giovane. Dopo aver fatto la conoscenza di Catherine, l'evoluzione di Chloe è legata ad ogni piccola cosa che fa Catherine, ogni suo gesto. Nell'interpretare Chloe, i costumi e il trucco mi hanno aiutato ad impersonarla. E' una sensazione molto forte poter dare agli uomini quello che vogliono e poi lasciarli, facendoli diventare solo un ricordo. Non so se io ne sarei capace, ma riesco a capire che è una cosa affascinante. E' stato un vero colpo di fortuna poter lavorare con Atom, ha un approccio meraviglioso e lavorare con lui, che trasmette una tale sensibilità , è una gioiaâ€.
ERIN CRESSIDA WILSON (sceneggiatrice): "La cosa buffa è che ho iniziato a scrivere questo film sentendomi Chloe e l'ho finito che mi sentivo Catherine".